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Rugby

Sei Nazioni 2025: la vittoria sul Galles è troppo poco per questa Italia

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Tommaso Menoncello
Menoncello / IPA Agency

L’Italia ha chiuso il suo Guinness Sei Nazioni 2025 con la sconfitta subita all’Olimpico di Roma contro l’Irlanda. Un ko che è stato il quarto in questo torneo, con l’unico sorriso arrivato dalla vittoria – seppur sofferta – sempre a Roma contro il Galles nella seconda giornata del torneo. Troppo poco per una squadra che aveva iniziato il torneo con ben altri proclami, ma che ha mostrato tutta la distanza con le altre squadre.

Un torneo iniziato con la prima delusione, il ko per 31-19 subito in Scozia, poi proseguito come detto con il poco convincente successo per 22-15 contro un Galles in profonda crisi, e come detto prima di ieri erano arrivati i pesanti 24-73 e 47-24 subito contro Francia e Inghilterra. Sconfitte nette, nonostante due discreti primi tempi, che hanno messo in mostra i grandi limiti dell’Italia.

Limiti in primo luogo difensivi, con troppe mete subite in prima fase, con dei blackout senza palla inaccettabili a questo livello e con alcuni giocatori che faticano troppo nel fermare gli avversari. Ma, soprattutto, a evidenziarsi più che il gap tecnico è il gap fisico tra l’Italia e le altre nazionali. Negli ultimi anni il grande passo avanti fatto dagli azzurri era quello di reggere 80 minuti in campo, mentre ora si è tornati a un tracollo dopo un tempo, massimo un’ora di gioco.

L’Italia esce dal Sei Nazioni molto ridimensionata e con molti punti di domanda in vista del futuro. Sia come gruppo sia come individualità, con alcuni ruoli chiave dove il gap tra le opzioni azzurre e quelle delle altre squadre è evidente. La mediana è troppo lenta, commette troppi errori e spesso le mete segnate dall’Italia sono nate da invenzioni dei vari Capuozzo, Ruzza, Menoncello che da una costruzione di gioco reale. Trequarti che, però, se palla in mano sa inventare, in difesa ha mostrato di non reggere il ritmo di nazionali come Francia o Irlanda, ma neppure della Scozia.

Da salvare, invece, poche individualità. Sopra tutti, sicuramente, Tommaso Menoncello, che ormai è una certezza e uno dei giocatori più forti al mondo e che con Brex forma una coppia di centri di livello assoluto. Poi il solito Federico Ruzza, concreto e costante in tutti i match, mentre soprattutto nei primi match si è messo in luce Tommaso Allan al piede. Bene palla in mano Capuozzo, che però mostra i suoi limiti in difesa, mentre per il resto nessuno ha performato come potrebbe.