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F1, ‘Campa Cavallino che l’erba cresce’. Per la Ferrari lo spettro dell’ennesimo “anno prossimo”

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Charles Leclerc
Charles Leclerc - IPA Sport

La Ferrari archivia il Gran Premio del Giappone con il 4° posto di Charles Leclerc e il di Lewis Hamilton. Si tratta del miglior risultato stagionale in una gara piena. Non certo uno scenario incoraggiante, considerate la ambizioni di poche settimane orsono. La Scuderia di Maranello puntava senza mezzi termini al Mondiale, ma dopo tre GP è già di fronte alla raggelante prospettiva di riprendere in mano il sacco per riporre le pive.

Il monegasco ha detto di aver spremuto il massimo dalla SF-25. C’è da credergli. Il problema è che in questo momento, il potenziale della Rossa non è neppure sufficiente per salire sul podio, almeno in una competizione lineare come quella di Suzuka. Anzi, il ventisettenne del Principato nel suo piccolo ha verosimilmente realizzato qualcosa di comparabile a quanto compiuto da Max Verstappen a livello più alto. Mettersi le due Mercedes alle spalle non era affare scontato. Difatti, delle Frecce d’Argento, Lewis Hamilton ha potuto prendere solo la targa.

In seno al Cavallino Rampante, tutti i protagonisti affermano che la vettura può dare di più e c’è una certa fiducia nello sviluppo della stessa, proprio come accaduto lo scorso anno. In effetti, nelle ultime due stagioni, la Ferrari ha invertito la tendenza del passato. Quella di partire bene e finire male. Viceversa, nel 2023 e nel 2024 si è riscontrato un aumento della competitività con il passare dei mesi.

Viene però da chiedersi come sia possibile che, soprattutto oggi, ci si ritrovi esattamente nella stessa situazione di dodici mesi orsono! C’è sicuramente spazio per correggere i difetti di una monoposto chiaramente inferiore alla McLaren, però quest’ultima non si siederà certo sugli allori ed evolverà a sua volta la MCL39, soprattutto alla luce dello smacco nipponico (checché ne possano dire ufficialmente, il successo di Verstappen brucia a tutto il clan papaya).

Insomma, a oggi (lunedì 7 aprile) la prospettiva è quella di trovarsi a inseguire perennemente (almeno) un’avversaria. Così come senza fine sta diventando l’inseguimento al titolo iridato. Leclerc e Hamilton messi assieme non fanno i punti di George Russell (quarto nel Mondiale) e anche senza le squalifiche di Shanghai non arriverebbero al bottino di Norris o Verstappen. Nel Mondiale costruttori, la Scuderia di Maranello si ritrova già a -76 dal team di Woking e a -40 da una poco appariscente, ma solida, Mercedes.

Per carità, siamo solo a tre gare di ventiquattro, ma l’aggettivo da associare alla situazione ferrarista è opposto a “incoraggiante”. C’è sempre “un anno prossimo” e sempre ci sarà fino a quando resterà in piedi questo mondo. Cionondimeno, chi sostiene la Ferrari si sarà certamente stufato di invecchiare e di ripetere questa litania perenne. “Campa Cavallino, che l’erba cresce” verrebbe da dire, in attesa di vedere come evolveranno le imminenti competizioni mediorientali.