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F1, analisi ottava giornata Test Barcellona 2019: Ferrari veloce e fragile, Mercedes ad un soffio, Red Bull in panne, Renault in crescita

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Dopo migliaia di chilometri, centinaia di giri, decine di set di gomme e numerosi nuovi record, si sono conclusi gli otto giorni dei Test F1 2019 di Barcellona. Il sipario è stato tirato al termine di una sessione quanto mai ricca di spunti e colpi di scena. In primo luogo è necessario sottolineare la giornata a due facce di Sebastian Vettel. Il quattro volte campione del mondo ha stampato il nuovo record delle due settimane di test in 1:16.221 con le gomme più morbide a disposizione, le C5. Una prestazione a meno di un decimo dalla pole position del GP di Spagna 2018 di Lewis Hamilton. Tutto perfetto? Purtroppo per la Rossa no. Nel pomeriggio, infatti, dopo aver completato un’ottima simulazione di gara, sempre su tempi tra l’1:21 e 1:22, la SF90 del tedesco si è andata a spegnere in curva 3 dopo 110 giri, per colpa di un problema elettrico. Ancora un intoppo per la monoposto tinta di rosso, che sta spingendo tantissimo e, forse, ha voluto testare il limite della propria vettura.

Come mai a Maranello si vuole forzare così tanto? La spiegazione è semplice. Il divario tra Ferrari e Mercedes è di appena 3 millesimi. Il miglior tempo di Lewis Hamilton (a sua volta con le C5) è stato di 1:16.224, migliorando anche il limite del suo compagno Valtteri Bottas che, a parità di mescola, si era fermato in mattinata sull’1:16.531. La W10, dopo aver giocato a lungo a nascondino, ha estratto le proprie carte. Il livello è notevole, come si è visto nei giorni scorsi con le simulazioni di passo gara con le gomme più dure e con notevoli carichi di benzina.

L’ultimo venerdì catalano ha visto il sorriso sulle labbra per la Renault. Nico Hulkenberg ha chiuso in quarta posizione in 1:16.843 con gomme C5, mentre il compagno Daniel Ricciardo si è accontentato dell’ottava posizione in 1:17.114 (con gomme C5). La RS19 continua a dare buoni segnali di solidità e velocità. Se riuscirà a risultare performante anche in gara potrà davvero ritagliarsi il ruolo di quarta forza del lotto.

E la terza? In teoria dovrebbe essere la Red Bull che, tuttavia, chiude questi test con il fiatone. Dopo un avvio sulle ali dell’entusiasmo, gli ultimi giorni hanno regalato una doccia gelata alla scuderia di Milton Keynes. Prima il botto di ieri di Pierre Gasly, quindi oggi il ko del cambio di Max Verstappen. Sembra che in questi otto giorni la RB15 sia stata testata solamente con le gomme più dure e sulle lunghe distanze, mentre invece sarebbe stato fondamentale crescere a livello di qualifica, il vero problema della scuderia anglo-austriaca. Oggi l’olandese ha chiuso in 1:17.709 con le gomme C3, le soft, con appena 29 giri all’attivo.

Ancora una sessione positiva per il russo Daniil Kvyat e la sua Toro Rosso. Giornata con 131 tornate all’attivo e miglior crono in 1:16.898 (con gomme C5). La STR14 cresce e procede bene, quantomeno sul giro secco. Sarà necessario migliorare sulla lunga distanza, proprio come in casa McLaren. Carlos Sainz, infatti, ha concluso la sua sessione in sesta posizione in 1:16.913 (gomme C5) ma, a sua volta, i long run sono ancora insufficienti. La scuderia britannica continua a mettersi in mostra con questi tempi ad effetto, ma non basta. Per loro fortuna, comunque, la solidità è migliorata e anche oggi i giri completati sono 134.

Chiudiamo con le ultime della classe. Si inizia con la Haas che, nonostante qualche balbettio, lavora sodo. Oggi Romain Grosjean ha chiuso al settimo posto in 1:17.076 (C5) con 73 giri completati, mentre Kevin Magnussen ha risposto in 1:17.565 (C5) e 94 giri. Manca ancora spunto e performance nei long run, ma gli statunitensi hanno dimostrato di saper lavorare nella giusta direzione. Discorso simile per la Racing Point che oggi ha concluso le fatiche in penultima posizione con Sergio Perez in 1:17.791 (C5) ma, finalmente, con un computo di 104 tornate. Giornata con pochi sorrisi anche per la Alfa Romeo che, dopo un inizio di test eccellente sembra essersi fermata. Oggi, per esempio, Kimi Raikkonen non è andato oltre un 1:17.239 ma ha proceduto per ben 132 giri. Capitolo a parte per la Williams che continua ad arrancare e oggi Robert Kubica ha chiuso ad un secondo di distacco dalla penultima posizione. Per il team inglese si annuncia un vero calvario in questo 2019.

 

 

 

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