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Ciclismo, Filippo Ganna campione totale. Dopo i trionfi su pista, ora può diventare devastante anche su strada

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Tre titoli iridati nell’inseguimento individuale nel ciclismo su pista. Filippo Ganna con il trionfo odierno di Pruszkow, in terra polacca (dove per due volte ha sfiorato il Record del Mondo della specialità), si conferma uno dei padroni dei Velodromi internazionali. Il piemontese è il numero uno della disciplina: dopo Londra e Apeldoorn (2016 e 2018), arriva la terza medaglia d’oro, alla quale si aggiungono ovviamente i tanti trionfi arrivati anche con la squadra, che ora punterà dritta all’obiettivo di Tokyo 2020. 

Un fenomeno, una vera e propria locomotiva. Ora, dopo il salto di qualità su pista, che è comunque arrivato da qualche stagione, tutta Italia si attende un Ganna che possa diventare un campione totale. Unire i tanti risultati ottenuti per poter diventare uno dei migliori interpreti anche su strada. La scelta del Team Sky, infatti, punta proprio su questo: uno squadrone come quello britannico non può non aver visto i progressi del piemontese, che potrebbe davvero diventare dominante nelle cronometro e nelle corse di un giorno.

Qualche settimana fa è arrivato intanto il primo centro in carriera da professionista: la cronometro d’apertura al Tour de la Provence, corsa a tappe in terra francese utilizzata proprio per preparare al meglio l’appuntamento iridato. Proprio nelle prove contro il tempo Ganna può specializzarsi e andare a rivaleggiare contro i vari Rohan Dennis e Tom Dumoulin anche in chiave Mondiale. La lunga distanza forse è ancora da assimilare, ma nelle cronometro brevi molto probabilmente il nativo di Verbania se la può già giocare ad armi pari con i migliori.

Poi, dopo un lungo periodo di gavetta, si cercherà di migliorare anche in chiave corse di un giorno, magari puntando alle Classiche. La Parigi-Roubaix è un sogno: l’anno scorso l’azzurro si è già testato sulle pietre (in fuga in Belgio al Fiandre), da giovane riuscì anche ad imporsi nella prova riservata agli under 23 nell’Inferno del Nord. Il fisico è quello giusto per provare a specializzarsi su questo genere di corse. 

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gianluca.bruno@oasport.it

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Foto: Lapresse

 

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