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Rugby

Pro12: i top e flop della quinta giornata celtica

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TOP

Benetton Treviso

Simone Favaro: ancora lui, sempre lui. E questa volta la palma di Man of the Match gli viene attribuita anche ufficialmente dopo l’ennesimo match disputato in maniera impeccabile, senza errori e con un work rate stellare. Da quest’anno, poi, sta facendo sentire la sua presenza anche in fase offensiva.

Michele Campagnaro: siamo ai dettagli, ma il centro classe ’93 è praticamente pronto ad esplodere. Contro gli irlandesi il trevigiano è nuovamente uno tra i migliori in campo, per assiduità e grinta, per solidità e personalità. Non è ancora arrivata la meta, nonostante alcuni interessanti break in mezzo al campo, ma è solo questione di (poco) tempo.

Alberto De Marchi: l’emblema dell’ottima partita (finalmente) dei Leoni in mischia. Inoltre, il pilone azzurro è protagonista di un paio di incursioni interessanti nella svagata difesa irlandese, a conferma delle ottime capacità anche nel gioco aperto, sebbene non sia propriamente un trequarti.

Zebre

Leonardo Sarto: il match dei bianconeri non ha potuto godere di alcuna diretta tv, ma dagli stralci di cronaca e dalla meta realizzata (la seconda consecutiva) non può che risultare il padovano il migliore tra i federali nella difficile trasferta di Newport. Una promessa sempre più mantenuta.

 

FLOP

Benetton Treviso

Christian Loamanu: l’ala, evidentemente, è un ruolo che fa fatica a digerire ormai. Da centro o – paradossalmente – da n° 8 il tongano potrebbe tornare sui suoi standard, ancora lontani dopo poco più di un mese di campionato. Mai incisivo.

Alberto Di Bernardo: preciso al piede, ma questa volta fin troppo lento in cabina di regia. Idee poco chiare e distribuzione dell’ovale deficitaria, con conseguente difficoltà da parte dell’intera squadra di rendersi pericolosi. Le carenze in fase offensiva, naturalmente, non saranno solo colpa sua, ma un mediano non propriamente rapido non può che peggiorare le cose.

Enrico Ceccato: il tallonatore trevigiano palesa ancora evidenti limiti nelle touche, a fronte del buon impatto nel gioco aperto. La sensazione, però, è che rispetto a Maistri sia qualche gradino sotto.

Foto: LaPresse

daniele.pansardi@olimpiazzurra.com

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