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Ciclismo, il fine settimana degli italiani. Elia Viviani e Matteo Moschetti sugli scudi, segnali da Fedeli

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La primavera si avvicina e assieme a lei si entra nel vivo della stagione di ciclismo. Dal Belgio, agli Emirati Arabi, sino al Rwanda, sono stati diversi gli italiani impegnati nelle corse di questo ultimo weekend.

Si parte innanzitutto dalla classica che, come di consueto, dà il via allo spettacolo delle corse del Belgio: la Omloop Het Nieuwsblad. Top ten per il campione europeo Matteo Trentin. La sua Mitchelton-Scott svolge un ottimo lavoro, ma il capitano, nel finale, perde un po’ di brillantezza, nonostante un buon nono posto. La maglia di campione continentale si vede spesso davanti al gruppo, è presente nel momento in cui corsa la corsa entra nel vivo, ma all’ultimo momento, nella volata dei battuti da Stybar, Trentin non ne ha più. Complice anche un po’ di sfortuna, con una caduta che lo ha visto protagonista nelle fasi iniziali, e i rallentamenti per un altro capitombolo che ha spezzato il gruppo nei punti cruciali. Un gran peccato dopo un mese di febbraio che lo ha visto super protagonista.

Molto bene invece Daniel Oss (Bora-Hansgrohe). Attivo nel finale, soffre un po’ sul Kapelmuur, che gli costa caro, perdendo la possibilità di entrare nel gruppo decisivo per le sorti della corsa. Ma il suo è un buon segnale in vista delle classiche che contano; soprattutto quando sarà più che mai decisivo nel supportare Sagan.

Sonny Colbrelli invece, si perde letteralmente nella parte chiave della corsa dopo un buon inizio. Ma la Bahrain-Merida ritrova la luce in Dylan Teuns che chiude al quinto posto.

Nonostante il ritiro nel finale, il giovane Davide Ballerini (Astana Pro Team), si fa ben vedere al suo debutto in quel Belgio che ama così tanto. Protagonista in diversi contrattacchi, segue le orme del capitano Lutsenko, testando tra i big che contano questi suoi primi chilometri nelle Fiandre.

Il 24enne canturino però non perde le speranze e ci riprova il giorno dopo alla Kuurne-Bruxelles-Kuurne. Quando la corsa esplode, il gruppo si spezza, e Ballerini è davanti con i grandi. Continui attacchi e contrattacchi. Tutto ciò in supporto di Magnus Cort Nielsen, che poi si arrende. Tra gli Astana, solamente Davide e Houle concludono la prova. Il risultato non arriva, ma come primo weekend sul pavé, i segnali sono più che ottimi.

Niente male la prova di Andrea Pasqualon (Wanty – Groupe Gobert), 16° al traguardo, quatto quatto riesce a tenersi sulle ruote giuste. “Sfortunato nello sprint, ma presente davanti”, afferma sul suo profilo Instagram, sintomo di grande lucidità da parte sua.

Giornata da dimenticare invece per Sonny Colbrelli, partito con grandi ambizioni, si ritrova nel primo gruppo, ma rimane poi coinvolto in una brutta caduta prima di affrontare il vecchio Kwaremont. Scongiurato il peggio, il bresciano se la cava con qualche escoriazione. Per Matteo Trentin, un finale un po’ amaro, in cui rischia la sanzione al VAR dopo aver tagliato per pochissimi metri su una ciclabile, una rotonda nel suo inseguimento verso il gruppo. Ma successivamente perde l’occasione giusta alzando bandiera bianca. Come nel caso di Colbrelli, lasciato il Belgio alle spalle, la loro testa è già al via della Parigi-Nizza.

Dalle Fiandre, scendiamo in Francia, precisamente alla Drome Classic. Giovanni Visconti brilla con un bellissimo quinto posto. Ottimo il suo ritorno alla corte di Citracca e Scinto nella Neri Sottoli-Selle Italia-KTM. Dopo la 14^ piazza sabato alla Classic de l’Ardèche, il trentaseienne regola allo sprint un piccolo gruppo di attaccanti riuscito ad avvantaggiarsi nel finale di gara, cercando di inseguire il poi vincitore Vuillermoz. Una condizione in crescendo la sua, e una motivazione in più in vista degli appuntamenti italiani nella sua amata Toscana che lo ha cresciuto.

Da segnalare anche la top ten dell’alfiere dell’Androni Sidermec, Matteo Busato, nono al traguardo nella volata di Visconti.

Cambiamo completamente paesaggio, e andiamo in Africa, al Tour du Rwanda dove a conclusione della corsa a tappe, va quanto mai esaltata la prova del neo professionista della Delko Marseille Alessandro Fedeli. In otto tappe, il 23enne di Negrar fa incetta di podi: dalla vittoria nella prima frazione, al secondo posto nella settima, al terzo nella tappa conclusiva. E se si pensa alla prima, con questa vittoria, al suo esordio tra i grandi, nonostante un parterre di partecipanti nella media, forse forse, anche per quanto riguarda le gare di un giorno nell l’Île-de-France, che vedranno protagonista la Delko, si può ben sperare nell’aver trovato un giovane nostrano che sa il fatto suo.

In questo weekend si è concluso anche l’UAE Tour, e tirando le somme di questa settimana negli Emirati Arabi, non si può che elogiare innanzitutto Elia Viviani (Deceuninck-Quick Step) che, oltre alla vittoria nella quinta tappa e la maglia a punti, è sempre stato presente nei momenti decisivi, rivelandosi sempre più una certezza e degno campione italiano. Stupisce e non poco, la prestazione a sorpresa del neoprofessionista Matteo Moschetti (Trek-Segafredo), secondo nella magnifica frazione di Hatta Dam alle spalle di un certo Caleb Ewan e nono nella volata finale di Dubai. Senza alcun tipo di paura, il giovane milanese cerca di cogliere ogni opportunità che gli si presenta davanti, rischiando ma imparando chilometro dopo chilometro. Tra lo stage in Trek dello scorso anno, e l’esperienza nella Polartec-Kometa di Contador e Basso, a quanto pare la maturazione è stata ottimale. Per la classifica generale, si son fatti vedere Davide Formolo (BORA-Hansgrohe) e Diego Ulissi (UAE Team Emirates), con un paio di piazzamenti tra i primi, ma nulla di eclatante. Più o meno sulla stessa linea gli altri italiani come Vincenzo Nibali (Bahrain-Merida), ancora nascosto, ma non c’è nulla di cui preoccuparsi, la strada che conta è quella delle corse di casa.

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@lisa_guadagnini

Foto: Shutterstock.com

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