Ciclismo
Ciclismo, Giuseppe Martinelli: “Aru deve ripartire da zero. Nibali può vincere il Giro. Vorrei Formolo in squadra”
ESCLUSIVA OA SPORT – Oltre 30 anni di carriera da direttore sportivo e un numero di campioni, cresciuti al suo fianco, che hanno fatto la storia del ciclismo. Stiamo parlando di Giuseppe Martinelli, dirigente del Team Astana dal 2010, che ci racconta di questo inizio stagione più che mai brillante da parte della formazione kazaka, e le ambizioni per le corse che contano. Ma anche una visione personale sui fari del ciclismo italiano: certezze, speranze per il futuro e possibili rilanci.
Ben 15 vittorie in poco meno di un mese per la vostra squadra. Possiamo definirlo un bilancio più che soddisfacente.
“Sarebbe troppo facile dire che il bilancio è sicuramente molto buono, anzi, addirittura ottimo, perché abbiamo iniziato a vincere fin da subito. In pratica dalla prima corsa competitiva che abbiamo fatto, ovvero la Vuelta Valenciana. Successivamente sono arrivate delle vittorie non a caso, e con corridori diversi. E in più con la dimostrazione di essere in superiorità numerica, visto che spesso e volentieri siamo riusciti a portare due corridori sullo stesso podio. Questo dimostra il fatto che abbiamo lavorato molto bene e che abbiamo degli ottimi corridori. È una cosa che sfugge a molti, ovvero che abbiamo tanti ragazzi che possono essere vincenti”.
Qual è il vostro prossimo obiettivo?
“Adesso si entra nel vivo delle corse più importanti, come la Tirreno-Adriatico e la Parigi-Nizza. Avremo in entrambe le gare due ottime squadre, con dei corridori in grado di poter essere all’altezza delle altre formazioni. Alla Parigi-Nizza ci saranno i fratelli Izagirre, Sanchez, Lopez, quindi corridori adatti al percorso di questa gara, che presenta una vera salita al penultimo giorno, una tappa dura, una cronometro. Mentre andremo alla Tirreno-Adriatico con Fuglsang e Lutsenko, che attualmente stanno andando veramente bene. In questo momento bisogna prendere quello che arriva, perché siamo sicuramente competitivi e perché non bisogna mai mollare. Questa è la cosa importante”.
Mi dia un suo giudizio dei giovani dell’Astana.
“Personalmente mi è sempre piaciuto lavorare con i giovani, anche se adesso faccio un lavoro “da ufficio”, ma guardo sempre e comunque nell’orbita dei dilettanti, nelle categorie minori, anche per pescare degli ottimi corridori che possono essere il futuro di questo sport. Come il nostro Davide Ballerini che ha già dimostrato tanto nelle prime corse che ha fatto in Belgio, pur non avendo una grandissima esperienza; ed è riuscito a far bene sin da subito”.
E per quanto riguarda gli altri italiani della squadra?
“Manuele Boaro sta andando bene, la stessa cosa vale per Dario Cataldo. Però sono uomini che spesso e volentieri si mettono a lavorare per gli altri; è una cosa che a volte passa inosservata, ma alla fine è proprio questo che ti porta a vincere o a non vincere. Credo che abbiamo corridori “per tutte le stagioni”. Adesso sfrutteremo queste due corse che abbiamo e poi tireremo un po’ il fiato in vista dei grandi giri”.
Parlando appunto delle grandi corse a tappe, possiamo dire che le vostre ambizioni sono alte?
“Miguel Angel Lopez è arrivato terzo al Giro e alla Vuelta della scorsa stagione. Quest’anno ha già vinto in Colombia; perciò credo che siamo proiettati molto bene. Adesso farà la Parigi-Nizza e poi si concentrerà sul Giro d’Italia, che è l’obiettivo principale della squadra. Devo dire che sono fiducioso. Sicuramente ci sono dei corridori molto validi, però penso che anche noi saremo nel lotto di quelli che punteranno alla vittoria finale”.
Lei che ha cresciuto Fabio Aru, dal suo punto di vista, cosa può essere cambiato in lui? Si riprenderà?
“È una domanda che mi fanno spesso. Devo dire che è difficile dare dei giudizi dopo un anno difficile come quello che ha appena passato. Credo vivamente che dovrà azzerare tutto, senza pensare a quello che ha vinto, per poi guardare avanti. Si conoscono le sue qualità da corridore, e anche lui lo sa. Deve buttarsi alle spalle la scorsa stagione e ricominciare da zero. Penso sia più che altro una questione mentale, e che gli sia un po’ pesato il fatto di aver cambiato squadra, di avere delle responsabilità maggiori. Alla fine, ha dimostrato di essere capace di vincere una corsa come la Vuelta España, due podi al Giro, un quinto posto al Tour. Insomma, qualcosa di importante; e questo la dice lunga sul corridore che è. Ma adesso deve ricominciare da capo”.
Un altro corridore che conosce molto bene è Vincenzo Nibali. Per quanto tempo ancora potrà essere competitivo nei grandi giri?
“Prima di tutto, Vincenzo ha un motore incredibile. È una forza della natura nel vero senso della parola. Se non fosse caduto al Tour de France dello scorso anno, sarebbe andato sicuramente sul podio, e non so dire su quale dei tre gradini. Ha dimostrato di essere competitivo, e credo che quest’anno punti a far bene al Giro d’Italia. Poi ha messo nel mirino anche il Tour. Il consiglio che potrei dargli da esperto, e per quello che è lui, è di puntare tanto sul Giro, per poi sì, andare alla Grande Boucle per vincere qualche tappa. Ma la priorità è la corsa rosa, che secondo me è alla sua portata”.
Secondo lei, ora come ora, c’è qualche giovane italiano che un giorno o l’altro potrà diventare davvero forte nelle grandi corse a tappe?
“Bisognerà vedere cosa farà di buono in questa stagione Gianni Moscon. È in una squadra forte dove ci sono tanti campioni, ma anche lui è uno di questi. Credo che se al Giro dimostrerà di essere competitivo in tutte e tre le settimane, potrebbe essere in futuro colui che potrà aspirare a diventare, magari, l’erede di Nibali. Poi, sinceramente, io credo molto in Davide Formolo. Anno dopo anno lo inserisco sempre tra coloro che potrebbero esplodere, ma poi alla fine c’è sempre qualcosa che lo frena, o che non lo mette veramente in luce. È un ragazzo che mi piacerebbe avere in squadra, per vedere di tirar fuori qualcosa in più di quello che è realmente in questo momento”.
Concludiamo parlando di Filippo Ganna. Pensiamo a Bradley Wiggins, vincente sia in pista che al Tour de France. Per Filippo sarebbe un po’ impensabile fare un pensiero del genere? Nonostante la sua giovane età e la crescita che deve ancora fare.
“Il ciclismo ha fatto crescere dei grandi campioni che mai mi sarei aspettato di veder vincere dei giri. Ganna deve proseguire con serenità. È giovanissimo, e quello che ha fatto è sicuramente un qualcosa di importante; ma non deve bruciare le tappe. Bisogna attendere ancora qualche anno. Wiggins è riuscito a vincere al Tour quando era oramai maturo, e aveva già vinto tutto in pista. In questo momento, credo che debba fare la strada e la pista, che continuerà a portagli grandi soddisfazioni, ma senza pensare a quello che farà in futuro”.
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Foto: Comunicato Astana