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Volley, Dick Kooy vuole l’Italia: “Sto studiando l’Inno di Mameli, data la disponibilità a Blengini. Darei una mano per le Olimpiadi”

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Dick Kooy potrebbe essere la soluzione temporanea ai problemi dell’Italia nel reparto schiacciatori. La nostra Nazionale è in crisi totale per quanto riguarda i martelli, l’addio di Osmany Juantorena (salvo ripensamenti) e l’infortunio di Luigi Randazzo hanno messo ulteriormente in difficoltà il CT Chicco Blengini che sta pensando alla formazione con cui affrontare il torneo di qualificazione alle Olimpiadi di Tokyo 2020. Mancano meno di cinque mesi al weekend di fuoco (9-11 agosto al PalaFlorio di Bari) e l’Italia è chiamata a un’autentica impresa: vincere il girone battendo Serbia, Australia e Camerun.

Per riuscire nel colpaccio servono degli attaccanti di lusso e Dick Kooy potrebbe davvero metterci una pezza, il giocatore ha dato la propria disponibilità e ha confermato tutte le sue intenzioni in un’intervista concessa a volleyball.it: “Sto già studiando l’Inno di Mameli. Con il CT Blengini c’è stato un contatto, gli ho dato la mia piena disponibilità. Sarei fiero di dare una mano al mio Paese“.

Il 31enne di origini olandesi è diventato italiano per matrimonio: “Ho anche giocato nelle Nazionali orange in gioventù sotto la guida di Blangé e Zwerver ma oggi mi sento italiano. Ho lasciato l’Olanda da giovane, avevo 19-20 anni quando ho iniziato a girovagare per diversi Paesi. Ho vestito le maglie di Modena, Lube, poi sono andato in Polonia, in Turchia e in Russia. Mi sono sposato con una ragazza italiano e quando concludo le mie stagioni sportive torno a Milano dove vivo. Sarei onorato di vestire la maglia azzurra, anche se fosse solo per gli allenamenti: non è una questione di ingaggi e di soldi, in Nazionale si deve creare un bel gruppo e stare bene insieme“.

L’attuale schiacciatore della Dinamo Mosca, che questa sera affronterà Civitanova nell’andata dei quarti di finale della Champions League, ha parlato ulteriormente della possibilità di vederlo giocare con l’Italia: “Con i miei 31 anni sono integro, non ho bisogno di riposo e non ho posto condizioni al CT: posso esserci fin da subito. L’unico vincolo è legato alla presenza di Juantorena. Se lui ci ripenserà non potrò essersi io, il regolamento internazionale impedisce che in una Nazionale ci siano due atleti con cambio di cittadinanza“.

 

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Foto: CEV

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