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Judo, Grand Slam Ekaterinburg 2019: Fabio Basile, la riscossa del campione in Russia

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2019? Vincere vincere vincere! Dedicherò tutto il mio tempo al duro lavoro ed a quei sacrifici che io so e che conosco bene… Addio TV, amici! Fino a Tokyo 2020 sarò atleta. Come e più di prima. Poi ci sarebbero tante altre cose da dire, ma chiedo di attendere l’arrivo dei miei risultati, quelli che dico io. Poi parlerò!!! Parlerò, parlerò, parlerò!!! Tanto…”. Erano state queste le dichiarazioni in prospettiva del campione olimpico di judo Fabio Basile, a chiosa di un 2018 caratterizzato da 6 gare disputate, 19 combattimenti fatti, 14 vinti, 5 persi. Competizioni di un certo calibro. Si parla infatti dei Grand Slam a Parigi e ad Ekaterinburg, il campionato d’Europa a Tel Aviv, i Giochi del Mediterraneo a Tarragona, il Gran Prix a Zagabria ed il Mondiale a Baku nella nuova categoria di peso dei -73 kg.

Certo, l’eliminazione al primo turno della rassegna iridata aveva fatto male e l’allontanamento dalle scene per altro sarà stata utile al judoka nostrano per ritrovare le giuste motivazioni. Ed eccolo qui, terzo sul tatami più prestigioso di Parigi circa un mese fa. Il nativo di Rivoli, archiviata la parentesi televisiva, si è immerso nella stagione pre-olimpica nel migliore dei modi, ovvero tornando su un podio internazionale dopo un’astinenza di sei mesi (l’ultimo podio risaliva al secondo posto nel Grand Prix di Zagabria 2018).

La conferma di questa chimica con la nuova categoria di peso si è avuta nell’appuntamento ad Ekaterinburg, competizione che assegnava punti pesantissimi per il ranking che qualificherà alle prossime Olimpiadi di Tokyo 2020, tenutosi nel weekend appena trascorso. Basile ha risposto presente giungendo fino alla finale, piegato dallo svedese Tommy Macias: lo scandinavo, al secondo trionfo in un Grand Slam dopo Abu Dhabi 2016, si è imposto grazie ad un ippon realizzato dopo appena 54 secondi.

Tuttavia, i segnali positivi ci sono tutti perché si dà seguito all’ottimo piazzamento parigino. Ora, però, manca solo quel quid per spiccare il volo. L’azzurro lo sa e le sue energie sono tutte focalizzate in vista di quel che sarà, in una compagine nostrana che in Russia, purtroppo, ha raccolto poco. Antonio Esposito (-81 kg), dopo aver prevalso sul tedesco Timo Cavelius, si è fermato agli ottavi contro il rumeno Marcel Cercea. Subito fuori una sempre più in crisi Edwige Gwend nella categoria -63 kg, inchinatasi al golden score all’israeliana Gili Sharir. Nei -70 kg nulla da fare per Alice Bellandi, eliminata al primo ostacolo dalla veterana britannica Sally Conway, bronzo alle Olimpiadi di Rio 2016.

A completamento del quadro il settimo posto di Nicholas Mungai nei -90 kg e l’eliminazione immediata di Matteo Medves, n.33 del ranking mondiale e settima testa di serie del tabellone dei -66 kg, il quale non è stato particolarmente fortunato nel sorteggio ed è incappato in una prematura eliminazione all’esordio per mano del giapponese Taroh Fujisaka (un atleta di secondo piano per il movimento del Sol Levante ma comunque di alto profilo a livello globale), una delle mine vaganti più pericolose tra gli atleti unseeded (esclusi dalla lista delle 8 teste di serie) del torneo russo.

 

 

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Foto: IJF

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