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Cinque Cerchi di neve: Nino Bibbia, il primo oro azzurro

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La neve inizia a tingersi d’azzurro il 4 febbraio 1948: quel giorno, sulla pista Cresta Run di St.Moritz, Nino Bibbia vince la gara di skeleton delle V Olimpiadi Invernali, prima medaglia d’oro italiana nella storia dei Giochi d’inverno.

5:23.2: Bibbia, allora ventiseienne, precede di un secondo e quattro decimi lo statunitense John Heaton, mentre il bronzo va al britannico John Crammond. Lo skeletonista azzurro trionfa con una rimonta nelle ultime tre discese, dopo aver chiuso al secondo posto, a pari merito con Heaton, la prima giornata di gara.

Ma chi era Nino Bibbia? Un ragazzo nato a Bianzone, tra la Valtellina e i Grigioni, il 15 marzo 1922, costretto ad andare oltreconfine, come tanti suoi conterranei, per sbarcare il lunario; fruttivendolo di professione, e, usando una cassetta della frutta come prima slitta, bobbista/skeletonista per passione. Mezzi rudimentali su piste che certo non garantivano la sicurezza del ventunesimo secolo; ma Nino amava il ghiaccio, e proprio a St.Moritz costruì un mito: non solo l’oro nello skeleton e i piazzamenti nel bob a due e nel bob a quattro in quelle Olimpiadi del 1948, ma qualcosa come 200 competizioni vinte sulla Cresta Run, un vero monumento alla storia di questi sport. Ogni volta che qualcuno abbassava il suo record di percorrenza del tracciato, il buon Nino riprendeva il suo mezzo per ristabilire il primato, o almeno così dice la leggenda.

Un personaggio d’altri tempi il grande Nino Bibbia, scomparso a fine maggio all’età di 91 anni, pochi mesi prima delle Olimpiadi di Sochi che si sarebbe senz’altro gustato in televisione tifando per gli azzurri, come ha sempre fatto da quando, a fine anni Sessanta, appese la slitta al chiodo dopo tre titoli mondiali e quell’oro olimpico che ha scritto la storia d’Italia.

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marco.regazzoni@olimpiazzurra.com

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