Ciclismo
Milano-Sanremo 2019, l’errore tattico di Trentin e un’Italia che resta Nibali-dipendente
La Milano-Sanremo 2019 lascia enormi rimpianti per i colori italiani. Erano cinque, sulla carta, gli azzurri in grado di giocarsi un piazzamento lusinghiero: Vincenzo Nibali, Matteo Trentin, Elia Viviani, Alberto Bettiol e Sonny Colbrelli. Tre di questi sono rimasti nel vivo della corsa sin sul traguardo di via Roma, gli altri due hanno invece alzato bandiera bianca prematuramente.
Chi potrebbe aver gettato al vento l’occasione della vita è Matteo Trentin. La Classicissima odierna, con un ritmo a dir poco allucinante dalla Cipressa in avanti, ha tagliato fuori tutti i velocisti puri: pensiamo a Viviani, Gaviria, Ewan, Demare, Groenewegen. Nel gruppetto rimasto a giocarsi la vittoria, il capitano della Mitchelton-Scott andava considerato probabilmente come uno dei tre corridori più veloci insieme a Sagan ed Alaphilippe. Trentin ci avrebbe forse messo la firma per ritrovarsi in una situazione simile a 2 km dall’arrivo, con un gruppetto di attaccanti ed il plotone ormai irrimediabilmente attardato.
Ecco perché l’attacco del campione d’Europa, a posteriori, si è rivelato un grave errore tattico. La rasoiata ai -1500 metri non solo non ha sortito effetti, ma ha prosciugato di energie Trentin, rimasto sulle gambe nella successiva volata. E’ probabile che il 29enne non si sentisse molto sicuro allo sprint ed è per questo che ha provato ad anticiparlo. Resta il grande dilemma di come sarebbe finita se l’italiano avesse provato a tenere la ruota di Alaphilippe nei 200 metri conclusivi.
E’ piaciuto l’atteggiamento dell’emergente Alberto Bettiol: un attacco sul Poggio generoso, in parte telefonato, ma che racconta di un ragazzo in costante crescita e di cui non si conoscono ancora i limiti.
Alla fine, e non è una novità, il migliore dei nostri portacolori è risultato nuovamente Vincenzo Nibali. Pur con una condizione di forma non ottimale e comunque distante da quella che nel 2018 gli consentì di far saltare il banco, lo Squalo ha pagato dazio sulla cima del Poggio, salvo rientrare in discesa. Oggi la vittoria era fuori portata, tuttavia il fuoriclasse siciliano ha corso come sempre da assoluto protagonista, onorando la Classicissima. La forma cresce e chissà che il capitano della Bahrein Merida non possa cullare il grande sogno della Liegi-Bastogne-Liegi. In ogni caso, l’obiettivo primario resta quello del Giro d’Italia ed anche in questo senso i segnali sono incoraggianti, perché la gamba di Nibali migliora gara dopo gara.
Il fatto che lo Squalo sia sempre e comunque l’italiano meglio piazzato al traguardo deve però far preoccupare, e non poco. Detto di Trentin e Bettiol, bravi ma da rivedere tatticamente, hanno invece fallito l’appuntamento odierno sia Elia Viviani sia Sonny Colbrelli.
Viviani, forse il velocista più atteso, ha perso quasi subito contatto sul Poggio. E’ vero che la competizione odierna si è rivelata più selettiva che mai per gli sprinter puri, tuttavia appare palese come il veronese non abbia vissuto una delle sue migliori giornate. Il campione olimpico dell’omnium a Rio 2016, se al 100%, può affrontare le rampe del Poggio con lo stesso passo dei migliori, come d’altronde ha dimostrato anche nel duro percorso del Campionato italiano vinto nella passata stagione.
Sempre nelle prime posizioni fino alla Cipressa, si è poi eclissato Sonny Colbrelli, anch’egli fuori dai giochi sul Poggio: i segnali poco confortanti che erano arrivati dalla Parigi-Nizza sono stati confermati.
L’Italia esce dunque da questa Milano-Sanremo con tanto fumo e pochissimo arrosto. Il timore maggiore riguarda ora le Classiche del Nord: escludendo la Gand-Wevelgem di domenica prossima, dove Elia Viviani potrà giocarsela, non si intravedono tanti nomi in grado di ben figurare tra Giro delle Fiandre e Parigi-Roubaix. Forse i soliti Trentin e Colbrelli, mentre Gianni Moscon sta vivendo un avvio di stagione molto complicato. Ma è comunque troppo poco per un movimento che resta sempre Nibali-dipendente.
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Foto: Pier Colombo