Ciclismo
Milano-Sanremo 2019, le Pagelle: Alaphilippe nuovo dominatore, Trentin e Sagan sprecano. Viviani mai in gara
Il francese Julian Alaphilippe ha vinto la Milano-Sanremo 2019: era il grande favorito e non ha deluso. Enormi rimpianti per gli italiani, in particolare per Matteo Trentin. Andiamo a scoprire le pagelle della Classicissima.
PAGELLE MILANO-SANREMO 2019
Julian Alaphilippe, 10: non ha sbagliato niente. Ha vinto da favorito, come solo i grandi campioni sanno fare. La rasoiata sul Poggio ha tagliato fuori i velocisti. Negli ultimi 5 km non ha tirato un metro ed ha conservato le energie necessarie per dominare la volata. A quasi 27 anni festeggia la prima (di una lunga serie?) classica Monumento della carriera: il francese per tanti anni sarà l’uomo da battere nelle Ardenne, raccogliendo idealmente il testimone dallo spagnolo Alejandro Valverde. Con ogni probabilità, oggi si è aperta una nuova era di vittorie per la Francia.
Peter Sagan, 6,5: ancora una volta la Classicissima resta un’ossessione per il tre volte campione del mondo slovacco. E’ il primo a chiudere su Alaphilippe sul Poggio, nel finale spreca troppo inutilmente e si fa sorprendere quando il francese lancia lo sprint. Le gambe sono mancate proprio nel momento decisivo. Si dice sempre che “Sagan prima o poi vincerà la Sanremo”. Probabilmente sarà vero, intanto gli anni passano…
Matteo Trentin, 7.5: occasione persa, forse irripetibile. Era in forma, ma non è riuscito a capitalizzare un’opportunità più unica che rara. Pimpante ed attento sul Poggio, si trovava nella posizione ideale per giocarsi il successo in volata, lui che è dotato di un ottimo spunto veloce (di sicuro non inferiore rispetto ad Alaphilippe). A 2 km dalla conclusione, tuttavia, un attacco rivelatosi tatticamente errato. L’azzurro ha seguito l’istinto, ma chissà come sarebbe finita con un approccio più prudente e conservativo.
Vincenzo Nibali, 7: non era lo Squalo dello scorso anno, eppure ha chiuso ottavo nel gruppetto che si è giocato la Milano-Sanremo. Sul Poggio ha resistito, pur perdendo qualche metro, salvo poi rientrare in discesa. Il 34enne siciliano ha onorato la corsa, come di consueto. La forma cresce: sarà pronto per il Giro d’Italia.
Alberto Bettiol, 6,5: ci prova con coraggio sul Poggio, ma è un attacco che paga caro, perché poi si spegne. Resta uno dei pochi giovani italiani su cui puntare nel futuro a breve-medio termine.
Oliver Naesen, 8: la grande sorpresa di giornata. Il belga chiude secondo dopo aver sempre risposto prontamente agli attacchi dei migliori. E le sue Classiche devono ancora arrivare…
Michal Kwiatkowski, 7: il podio non può soddisfare il polacco. Oggi la condizione era buona, ma non a tal punto da poter impensierire Alaphilippe.
Alejandro Valverde, 7: altro corridore che, come Nibali, ha onorato degnamente la corsa. Non era il percorso adatto per il campione del mondo spagnolo, rimasto però sempre nelle primissime posizioni. Molto attivo sulla Cipressa, non ha avuto la gamba per fare selezione sul Poggio. Comunque una prestazione assolutamente positiva. Di certo l’iberico dovrà preoccuparsi in vista delle Classiche delle Ardenne: con questo Alaphilippe sarà dura…
Elia Viviani, 4,5: doveva essere la sua grande occasione, ma la sensazione è che la Deceuninck-Quick Step oggi avesse designato come capitano unico Julian Alaphilippe. Non è un caso che il ritmo mantenuto dai gregari del francese sul Poggio, in primis da parte del ceco Stybar, abbia mandato in tilt tutti i velocisti, a partite dal veronese, apparso sin da subito poco brillante. Ci riproverà domenica prossima alla Gand-Wevelgem, dove giunse secondo nel 2018 alle spalle di Peter Sagan.
Fernando Gaviria, 4,5: non si è mai visto e, come Viviani, ha alzato bandiera bianca sul Poggio. Il colombiano, dopo il brillante avvio di stagione, ha vissuto un calo di forma a seguito di una influenza che lo ha debilitato.
Sonny Colbrelli, 4: brillantissimo fino alla Cipressa, la Bahrein Merida sembrava tutta a sua disposizione, ancor più che per Nibali. Nel finale si è letteralmente spenta la luce per il 28enne veneto, appena 43° al traguardo.
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Foto: Pier Colombo