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Biathlon, Coppa del Mondo 2019: l’attimo fuggente di Dorothea Wierer. Lisa Vittozzi, festa solo rimandata

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Carpe diem… cogliete l’attimo, ragazzi… Rendete straordinaria la vostra vita!” John Keating, alias Robin Williams parlava così di fronte alla sua classe nel film “L’attimo fuggente” . Un insegnamento che Dorothea Wierer ha preso al volo, entrando nella leggenda dello sport italiano e mondiale grazie al successo, nel giro di una settimana, del titolo iridato della mass start e della Coppa del Mondo assoluta, prima italiana nella storia.

Ha colto l’attimo, Dorothea, che non è la più forte di tutte sugli sci, non è la più forte di tutte al poligono (lo è quando si parla di velocità di esecuzione), non è la più forte biathleta in circolazione, si deve accontentare di un posto non di primissimo piano nella top ten dell’ultimo decennio, ma ora può essere considerata a tutti gli effetti una grande campionessa capace di mixare in modo vincente le sue caratteristiche.

Ha colto l’attimo perché la più forte, Laura Dahlmeier, quest’anno ha gareggiato col contagocce, tra problemi fisici e dubbi esistenziali, perché Herrmann e Kuzmina, nettamente più performanti sugli sci stretti, hanno “toppato” qualche gara di troppo per colpa della scarsa precisione al poligono, perché Olsbu Roeiseland alla lunga ha pagato in termini di continuità di rendimento.

La più continua è stata lei. Wierer, concentrato di cattiveria e determinazione. Ha gettato le basi per il trionfo in Coppa a dicembre nelle prime tre tappe dove sono arrivati grandi risultati. Poi ha saputo gestire al meglio i momenti più duri: in Germania quando si è resa conto che la rivale per la vittoria finale ce l’aveva in casa e rispondeva al nome di Lisa Vittozzi e, dopo i trionfi di Anterselva, in America dove i risultati sperati non sono arrivati ed era possibile compromettere l’intera stagione.

Anche la prima parte del Mondiale è stata tutt’altro che semplice per l’altoatesina che comunque ha portato a casa due medaglie preziose in staffetta e poi ha vinto il titolo iridato nella mass start, aggiudicandosi la gara decisiva anche per il successo in Coppa.

Ha saputo cogliere l’attimo “Doro”, nella stagione numero uno dopo Domracheva, nella stagione in cui soprattutto le tedesche hanno regalato qualche gara alle rivali: la più forte è stata lei, senza se e senza ma e la rincorsa di Olsbu e Kuzmina non ha fatto che impreziosire il successo azzurro, ottenuto contro due grandi rivali a cui è mancata la continuità delle italiane.

La delusione, inutile negarlo, c’è ma è destinata a passare in fretta per Vittozzi che è stata la grande rivelazione della stagione. La sappadina è letteralmente esplosa da gennaio in poi combattendo strenuamente per la Coppa del Mondo fino all’ultima gara.

L’impressione è che per lei l’argento mondiale nell’individuale sia stato un traguardo talmente grande da ingenerare alcune controprestazioni al poligono nelle gare successive. Dopo la seconda piazza nella 15 km di Oestersund, infatti, l’azzurra ha perso lucidità al tiro, situazione che è emersa in tutta la sua drammaticità (sportiva ovviamente) nella sprint di giovedì scorso ad Holmenkollen e nella mass start di ieri.

Resta comunque un’annata straordinaria quella della giovane azzurra che si è assestata tra le big del circuito e potrà riprovarci a portare a casa la Coppa del Mondo, appena troverà la giusta continuità di rendimento soprattutto al poligono perché sugli sci è già fortissima.

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Foto: LaPresse

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