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Pallanuoto
Pallanuoto: le particolari “pettorine” del Settebello. La spiegazione di Melchiorri a WpdWorld
Un insolito particolare per quanto riguarda il Settebello nell’ultima uscita prima della fase finale di Europa Cup che vedrà protagonista la nazionale tricolore in terra croata a Zagabria. Gli azzurri (non tutti), impegnati in amichevole con la Spagna ad Ostia, hanno sfoggiato delle pettorine per valutare le performance atletiche e tecniche in vista anche del cambio di regolamento.
Davvero molto interessante sotto questo punto di vista l’intervista di Waterpolo Development World (clicca qui per leggerla integralmente) a Giovanni Melchiorri, il responsabile scientifico del settore pallanuoto della Federnuoto, colui che ha inventato l’idea delle pettorine.
Queste le parole di Melchiorri: “Si tratta di un progetto di studio che ci servirà a capire cosa avviene con le nuove regole. Dopo il cambiamento del 2006 il modello di prestazione del pallanuotista è mutato e altrettanto può accadere adesso, con le regole approvate a dicembre dalla Fina: le performance possono cambiare sia a livello globale che individuale, ovvero dei singoli atleti e da ruolo a ruolo. Le pettorine ci sono servite per misurare la frequenza cardiaca in tempo reale durante la partita. Ma c’è di più. Non li avete visti, ma dentro le calottine i giocatori avevano un sensore grande quanto la metà di un pacchetto di sigarette e collegato al sistema GPS impiantato a Ostia: attraverso di esso siamo riusciti a monitorare in real time gli spostamenti in acqua, misurando i metri percorsi, gli spostamenti compiuti, la velocità e l’accelerazione di ogni singolo giocatore. Infine, durante la gara abbiamo analizzato il sangue degli azzurri: quando Campagna faceva un cambio eseguivo la misura del lattato ematico, prelevando un campione di sangue dal lobo dell’orecchio del giocatore sostituito. Frequenza, metri, velocità, accelerazione, zone di movimento e lattato ematico: attraverso questi dati potremo formulare un modello di prestazione delle nuove regole, capire come impattano sulla performance dell’atleta”.
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gianluca.bruno@oasport.it
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Foto: Claudio Bosco LPS