Pattinaggio Artistico
Pattinaggio artistico, Nicole Della Monica-Matteo Guarise: “Vogliamo essere unici. La strada è tracciata verso Pechino 2022”
È davvero difficile poter descrivere a parole la straordinaria stagione della coppia formata da Nicole Della Monica e Matteo Guarise, atleti che hanno catturato l’attenzione degli appassionati di pattinaggio artistico di tutto il mondo con le loro indimenticabili performance.
Certamente nel corso degli ultimi mesi i pattinatori delle Fiamme Oro, allenati da Cristina Mauri e stanziati presso l’IceLab, hanno compiuto un importantissimo avvicinamento verso i diretti avversari più quotati, conquistando per la prima volta in carriera la Finale del Grand Prix (maturata dopo due bellissime seconde posizioni nelle tappe di qualificazione di Helsinki e Mosca), sfiorando per soli quindici centesimi il bronzo europeo e guadagnando agilmente la top 10 agli ultimi Campionati del Mondo di Saitama, diventando in quest’ultima occasione la prima coppia azzurra della storia a classificarsi entro le prime otto posizioni per due anni consecutivi.
Prima della partenza per il World Team Trophy, in programma a Fukuoka (Giappone) dall’11 al 14 aprile, abbiamo intervistato con grande piacere Nicole e Matteo, facendoci raccontare, tra i vari temi toccati, le loro impressioni sulla stagione che sta per concludersi, i loro prossimi obiettivi e i loro pareri sul nuovo sistema di punteggio.
La vostra è stata una stagione decisamente entusiasmante, ricca di grandissime soddisfazioni. Quali sono le vostre sensazioni ora che l’annata sportiva è quasi conclusa?
Matteo: “Non ci aspettavamo una stagione così difficile. Praticamente ogni gara ci siamo giocati una medaglia, non ci era mai capitato prima ed è stato psicologicamente molto intenso. Finito il Campionato del Mondo poi è scesa un po’ tutta la tensione non sapendo se avremmo poi affrontato il World Team Trophy, motivo per cui non è stato facile allenarci per questo ultimo grande appuntamento. È stata senza dubbio un’annata che ci ha portato tantissima esperienza e che ci aiuterà soprattutto a crescere per le stagioni a venire, contrassegnata anche dal nostro arruolamento con le Fiamme Oro che ci ha certamente forgiato; oggi possiamo ritenerci più forti e da questo momento in poi il nostro cammino verso le Olimpiadi di Pechino sarà in discesa”.
Come avete svolto il lavoro sugli elementi tecnici? Avete cambiato qualcosa rispetto agli anni passati? Nonostante qualche errore ho notato un buon lavoro sui lanciati…
Nicole: “Sicuramente abbiamo lavorato di più su quelli che erano i nostri punti meno forti come i salti lanciati, questi ultimi in particolare magari in allenamento venivano bene ma eseguiti a programma completo riservavano qualche problema. Abbiamo provato per questo motivo degli esercizi di preparazione atletica anche fuori dal ghiaccio che ci hanno aiutato moltissimo ad eseguirli con percentuali solide. Gli altri elementi invece li abbiamo toccati poco rispetto all’anno scorso in quanto erano già buoni e, essendo cambiate alcune regole, abbiamo preferito concentrarci su quanto abbiamo costruito in passato puntando sulla pulizia e sulla qualità”.
Siete reduci da un più che positivo Campionato Mondiale, gara non facile da affrontare dopo la beffa di Minsk. Come vi siete preparati alla gara di Saitama?
Matteo: ”Abbiamo preparato il Mondiale con molta grinta. Ho avuto solo un problema alla caviglia a causa di una rottura di una lama e ho svolto le ultime due settimane di allenamento un po’ zoppicando. Le mie condizioni non erano dunque al top. Avevamo comunque fatto un lavoro bellissimo nei mesi che precedevano la rassegna ed eravamo davvero prontissimi. Quello che davvero non ci voleva è stato lo scontro durante il riscaldamento con Vanessa James in cui, purtroppo, mi sono inclinato una costola, infortunio che mi dà tuttora fastidio. A causa di questo è calata leggermente la concentrazione, fortuna che Nicole era veramente in forma, prontissima, ed è riuscita a sostenermi. Da un certo punto di vista siamo contenti delle gara che abbiamo fatto dimostrando di essere competitivi, dall’altra parte c’è stata un po’ di distrazione, infatti se guardi le performance gli errori principali sono derivati da me. Per quello c’è stato un po’ di rammarico. Adesso ci stiamo allenando per questa importante competizione ma siamo certi che per la prossima stagione troveremo la strategia giusta per affrontare al meglio tutte le gare“.
A proposito di strategia, siete soddisfatti del nuovo sistema di punteggio?
Nicole: “Sinceramente per noi non è cambiato moltissimo. Certamente la qualità viene più premiata ma allo stesso tempo l’errore viene penalizzato molto di più. Sotto certi punti di vista è più giusto perché si sono viste meno schifezze, ovvero atleti che osano elementi che non sono in grado di fare; è meglio eseguire elementi più semplici ma fatti bene senza rovinare la performance. Per il resto sì, stanno cercando di avvicinarsi quanto più possibile all’oggettività di giudizio ma è impossibile”.
Matteo: “Sicuramente non è un sistema perfetto, premia il programma pulito e comunque va a penalizzare molto l’errore. Noi lavoreremo al fine di pattinare dei programmi senza sbavature. La qualità tecnica può essere alta, ma se commetti uno e due errori perdi una barca di punti”.
In queste gare voi siete stati almeno dieci punti sotto, forse anche qualcosa di più…
Matteo: “Anche quindici. Nel salto in parallelo abbiamo preso 0 sullo short e solitamente raccogliamo circa 5.20. Nel libero lo stesso elemento è stato penalizzato e abbiamo guadagnato appena 2 punti contro i 5 che prendiamo solitamente, più la combinazione che vale 6-7 e abbiamo preso praticamente zero. Quindi si tratta di 15 punti solo di tecnico, se consideri che le componenti del programma vanno di conseguenza, quando arriva l’errore 15 punti fanno in fretta a trasformarsi in 17-18”.
Si è discusso a lungo sulle componenti del programma durante questi Campionati Mondiali, non si riesce davvero a trovare una soluzione oggettiva…
Nicole:”Ma sai, è davvero difficile. Il giudice, anche con proposte diverse rispetto a quella attualmente in vigore, verrebbe probabilmente comunque sempre condizionato dalla performance generale“.
Matteo: “Un intervento utile nelle giurie potrebbe essere quello di creare una divisione equa per nazione. Non può avvenire, come successo a Minsk, che nella nostra gara sette giudici siano dell’ex Unione Sovietica e poi un tedesco e un austriaco. Lo stesso discorso vale per i Mondiali. Credo che in quel caso dovrebbero esserci tre giudici del continente americano, tre per quello europeo e tre per l’asiatico“.
Sicuramente uno dei punti vincenti della stagione è stato il bellissimo short program, pattinato sulle musiche di “Never Tear Us Apart” di Joe Cocker, una novità assoluta per voi e per il vostro stile. Continuerete nei prossimi anni a sperimentare nuovi generi?
Nicole: “Assolutamente. La nostra intenzione è quella di provare nello short, in cui lo spazio è ridotto e si può osare, sempre qualcosa di nuovo. Ancora non abbiamo idee per l’anno prossimo, non ci abbiamo proprio ancora pensato. L’anno scorso la scelta è stata casuale. Avevamo sentito un’altra versione del brano, lì per lì avevamo pensato di sceglierla, ma quando abbiamo ascoltato in pista il pezzo di Joe Cocker non abbiamo avuto più dubbi. Inizialmente il nostro team non era troppo convinto, anche la nostra bravissima allenatrice Cristina Mauri ha mostrato un po’ di dubbi, poi pian pian piano si è ricreduta e siamo felicissimi della scelta. Avevamo interpretato qualche anno un’altra musica forte, quella dei Carmina Burana, ma non la “sentivamo” come questo short”.
Matteo: “Per le prossime stagioni ci piacerebbe essere unici, riconoscibili. L’unicità è una componente importante che stiamo cercando già da anni, con lo short di quest’anno abbiamo dimostrato di saper pattinare un programma alla nostra maniera che, fatto in questo modo, sappiamo fare solo noi. Gli altri fanno altre cose, meglio o peggio. Ci piacerebbe differenziarci dal gruppo e fare qualcosa di nostro per rimanere nella testa del pubblico e dei giudici, un po’ come il programma di esibizione pattinato sulle musiche di “Rocky”, dove non c’è niente di particolarmente complicato da un punto di vista tecnico ma è stata l’idea a essere vincente”.
Ho notato quest’anno un calo dei partecipanti nella specialità delle coppie d’artistico, alcuni parlano di vera e propria crisi. A cosa è dovuta secondo voi questa flessione?
Nicole: “Nel nostro campo tante coppie di nazioni non particolarmente inclini alla specialità si formano nell’anno pre-olimpico, magari per cercare un posto alla rassegna a cinque cerchi e partecipare, per fare un esempio, anche in una gara a squadre. Si vede infatti solitamente un boom di partecipanti l’anno pre olimpico e una naturale flessione dopo l’Olimpiade, in quanto molte coppie lasciano perdere. Speriamo che in Italia la tradizione continui e che non succeda come in passato dove c’era il posto ma non la coppia valida da mandare in gara“.
Matteo: “Questa volta è successa tra l’altro una cosa strana: dopo Sochi non c’è stato praticamente neanche un ritiro. Mediamente dopo un’Olimpiade molte coppie smettono di pattinare. Stavolta no, quindi i partecipanti si sono accumulati e, dopo PyeongChang, hanno smesso sia quelli che dovevano smettere dopo il 2014 sia gli altri: le coppie giovani non avevano avuto ancora possibilità di esordire in campo internazionale, ecco perché la stagione del Grand Prix è stata un po’ vuota. In realtà le coppie ci sono, vedrai che dall’anno prossimo si ristabilirà un equilibrio“.
In chiusura non posso non chiedervi l’obiettivo per l’ultima gara della stagione, Il World Team Trophy che si svolgerà la prossima settimana nuovamente in Giappone, a Fukuoka.
Nicole: “Per la nostra squadra partecipare al World Team Trophy è un vero e proprio regalo, un premio per aver pattinato ad alti livelli in tutte le discipline. Cercheremo quindi di godercela e di divertirci con tutta la squadra. Sarà una gara vera, ci siamo allenati come se fosse un Mondiale e daremo il massimo sia per la squadra che per noi stessi e finire al meglio questa stagione”
Matteo: “Tra l’altro nella nostra specialità abbiamo la possibilità di imporci in quanto tutte le coppie sono alla nostra portata. Tralasciando magari Vanessa James e Morgan Ciprès lotteremo ad armi pari con i russi Natalia Zabiiako-Alexander Enbert, i canadesi Kirsten Moore Towers-Micheal Marinaro, gli americani Ashley Cain-Timothy Leduc e la coppia giapponese”.
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Foto: Valerio Origo