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F1, Mondiale 2019: Mercedes e Red Bull corrono a livello di aggiornamenti, Ferrari ancora al palo, serve una svolta

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Il Circus della Formula Uno prepara armi e bagagli e saluta la Cina ed il tracciato di Shanghai. Il prossimo appuntamento sarà, tra due settimane, il Gran Premio dell’Azerbaijan e inizierà a darci conferme importanti su quello che vedremo nel prosieguo della stagione. Le prime tre gare hanno già svelato molto e, come si suol dire, tre indizi fanno una prova. In primo luogo, la Mercedes vola.

Inutile girarci attorno. La scuderia di Brackley, per l’ennesima volta, ha fatto le cose per bene. Anzi, per come era andata la prima settimana di test di Barcellona, hanno fatto un mezzo miracolo. Il team anglo-tedesco ha accelerato i propri sviluppi e si trova in vantaggio sul programma iniziale. La forza del team capeggiato da Toto Wolff è proprio questo. Idee chiare, capacità di adattamento alle situazioni e prontezza di decisioni. Nel breve volgere di pochi giorni, infatti, la Mercedes ha stravolto il piano originale della W10 e, da vettura complicata, l’ha resa nuovamente la migliore del lotto. Rispetto agli anni scorsi la monoposto di Lewis Hamilton e Valtteri Bottas (autori di tre triplette su tre, cosa che non accadeva ad inizio campionato dal 1992) appare leggermente diversa. Meno dominante a livello di potenza, ma eccellente a livello di carico aerodinamico e, sostanzialmente, una macchina capace di adattarsi senza troppi patemi ad ogni circuito. Negli ultimi due anni, per esempio, le edizioni precedenti erano molto suscettibili e non semplici da assettare. In questo 2019 le Frecce d’argento sembrano a proprio agio su ogni layout e, sessione dopo sessione, giungono al loro massimo potenziale. E, non ultimo, non hanno mai problemi tecnici.

In misura simile si può dire lo stesso anche della Red Bull. Anche la scuderia di Milton Keynes ha accelerato il proprio progetto dopo gli otto giorni di test di Barcellona da mani nei capelli. Il responsabile dell’area tecnica, Adrian Newey, ha scelto di forzare. Già a Melbourne, per esempio, Max Verstappen e Pierre Gasly aveva a disposizione la vettura che, nelle idee originali, avrebbe dovuto esordire proprio a Shanghai. La RB15 non è certo un monoposto perfetta ed a livello di Power Unit paga ancora dazio nei confronti delle due rivali, ma sta crescendo. Oggettivamente, infatti, l’olandese è sempre coinvolto il zona podio e, come si è visto in Cina, spesso lotta con Sebastian Vettel e Charles Leclerc.

E la Ferrari, invece? A Maranello tutto tace. Gli shock di Barcellona e Sakhir stanno lacerando l’animo di tutti, da Mattia Binotto in giù. I test invernali avevano già fatto capire quale sarebbe stato il futuro della SF90. Una macchina formidabile, ma anche fragilissima. Gli ultimi giorni del Montmelò, infatti, hanno segnato l’inizio di questo Mondiale 2019. La paura di problemi di affidabilità hanno reso indispensabile un depotenziamento a Melbourne, con una gara chiusa a quasi un minuto dalla vetta. In Bahrein il team emiliano ha voluto rischiare (nonostante, come ammesso, non avessero ancora capito tutte le problematiche) e Charles Leclerc ne ha pagato dazio in maniera clamorosa. Si è poi giunti in Cina (con il monegasco alle prese con un altro intoppo nelle prove libere) e una vettura nuovamente non al passo della Mercedes, specialmente in gara.

Come si può spiegare questo rompicapo in tinta rossa? Ogni monoposto nasce con uno stampo proprio. La SF71H, per esempio, era una macchina che si sapeva adattare prontamente ad ogni tracciato o situazione. La SF90, invece, sembra molto più complicata da assettare o, quantomeno, da indirizzare. Ricorda, almeno per ora, la Ferrari del 2015 che non era perfetta, ma aveva alcuni momenti in cui era imbattibile. Una monoposto che non dispone della regolarità della Mercedes, ma che può eccellere in alcuni appuntamenti. Per puntare al titolo non si può certo definire come una buona notizia.

A questo punto, quindi, tecnici ed ingegneri devono muoversi, ed in fretta. Le Mercedes scappano in maniera inesorabile in entrambe le classifiche, mentre Sebastian Vettel e Charles Leclerc arrancano. È trascorso solamente un settimo del campionato, per cui è assolutamente prematuro fare previsioni o mettere parole definitive sull’annata del Cavallino Rampante, ma la situazione è critica. La scuderia deve forzare immediatamente a livello di aggiornamenti (che non sono ancora stati protagonisti) ma, contemporaneamente, ritrovare l’affidabilità. Fino ad oggi, ad ogni tentativo di spinta è corrisposto un problema tecnico. Da Baku tutto questo non dovrà più capitare, se non si vorrà dire addio al sogno iridato già ad aprile. Prestissimo direte voi, certo, ma andare a rimontare decine di punti a Bottas e, soprattutto, Hamilton, non è propriamente come bere un bicchiere d’acqua.

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alessandro.passanti@oasport.it

Twitter: @AlePasso

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