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Basket 3×3, Qualificazioni Mondiali 2019: l’Italia maschile torna da San Juan con un senso di sfortuna addosso
C’è un detto piuttosto classico che ricorre ogni tanto, in precise situazioni: “La storia non si fa con i se e con i ma”. Il problema è che i se e i ma, spesso e volentieri, vengono considerati in relazione a eventi passati, di qualsiasi portata essi siano. In questo caso, i se e i ma si applicano all’Italia del basket maschile 3×3.
La spedizione comprendeva due specialisti di tale branca della pallacanestro, Alessandro Corno e Matteo Grampa, e due compagni di squadra del basket classico, Aristide Landi e Daniele Sandri (entrambi anime della da poco promossa Virtus Roma in questa stagione), che del 3×3 erano praticamente digiuni. La prima giornata ha mostrato una buona adattabilità soprattutto di Landi, capace di colpire dall’arco come con i movimenti sotto canestro, ma anche Sandri si è distinto in quello che anche nella Capitale è stato suo marchio di fabbrica: il lato difensivo.
La sfortuna, però, si è accanita sull’ala che debuttò in Serie A a Treviso: risentimento muscolare al ginocchio sinistro, torneo di qualificazione finito prima della seconda giornata. Gli azzurri si sono ritrovati a giocare in tre, uno svantaggio evidente in questa specialità. Con Grampa piuttosto in ombra per tutto il torneo e Corno a corrente alternata, la situazione è andata a finire tutta nelle mani di Landi, che nel match decisivo contro l’Australia ha tentato tutto il possibile, senza esito. Risulta evidente che, se la sfortuna non avesse colpito gli azzurri, forse qualcosa di diverso sarebbe capitato, ma non può essere detto con certezza.
L’Italia esce da questo torneo, quantomeno, con una consapevolezza: Aristide Landi è stato velocissimo ad adattarsi e ha mostrato anche in questa fattispecie un lato tecnico che a Roma era già ben conosciuto. A lui e al suo compagno di squadra va fatto un plauso, perché soltanto pochi giorni prima erano ancora in campo nel basket normale sui parquet italiani. Con Daniele Sandri quasi del tutto ingiudicabile per i problemi occorsi, resta da puntare l’occhio su Alessandro Corno e Matteo Grampa. Corno, specialista soprattutto dalla lunga distanza (e capace di infilare dei tiri non propriamente semplici), è riuscito ad avere un paio di ottimi momenti nell’arco del torneo, mentre Grampa è stato meno incisivo rispetto a quello che è generalmente in grado di fare.
Il vero problema dell’Italia, al maschile, resta uno: non si riesce a trovare un vero gruppo sul quale poter lavorare con continuità (un elemento che, peraltro, è comune a varie altre nazioni). Si sono tentate diverse soluzioni, ma nessuna ha ancora portato un segno tangibile. Probabilmente ci vorrà del tempo per costruire qualcosa in questo senso, ed è una questione che va al di là delle possibilità di andare a Tokyo 2020 (non proprio alte, per la verità) o meno. Saranno i prossimi capitoli legati alle esperienze azzurre a parlare.
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federico.rossini@oasport.it
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Foto: FIBA Official Website fiba.basketball / 3×3 World Cup Qualifier