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Atletica, Coppa Europa marcia 2019: Italia, tante luci e qualche ombra ma il medagliere si colora d’azzurro
Vincere il medagliere e tornare a casa con qualche rimpianto: il destino dell’Italia della marcia nel primo vero impegno internazionale della stagione, la Coppa Europa è controverso e dolce al tempo stesso. Ci si potrebbe cullare e crogiolare sui trionfi di Eleonora Giorgi, pioniera della 50 km e di Riccardo Orsoni nella 10 km under 20, nell’oro a squadre della 10 km under 20 maschile, nell’argento a squadre della 20 km femminile e nel bronzo della 50 km femminile ma il sorriso resta a denti stretti perchè non tutto ha funzionato per il verso giusto ed è giusto analizzare il panorama completo, soprattutto in prospettiva mondiale ed olimpica dove gli under 20 non ci saranno, la 50 km sarà solo ai Mondiali e non a Tokyo e invece ci saranno le gare dove sono arrivate le due contro prestazioni di maggiore rilevanza.
Quella che sembrava una “macchina perfetta” da medaglie, Antonella Palmisano, stavolta forse ha chiesto troppo a se stessa, impostando una gara tutta d’attacco che però non ha portato i risultati sperate. In fuga dai primi giri, Palmisano ha mantenuto un vantaggio discreto fino al 13mo km, poi si è fatta risucchiare dal gruppetto delle inseguitrici ed è rimasta sul posto, costretta a ritirarsi a 5 km dalla fine. Una contro-prestazione inattesa per il bronzo mondiale ed europeo in carica, che lascia qualche ombra sulla condizione della azzurra che avrà tempo e modo per rifarsi a ottobre a Doha.
Più o meno la stessa cosa è successa a Massimo Stano, atteso specialista della 20 km. L’azzurro ha iniziato bene, ha condotto il gruppetto di testa per diversi km, ha organizzato l’inseguimento al britannico Bosworth che aveva tentato la fuga a metà gara, sprecando però un sacco di energie che poi sono venute a mancare al momento decisivo, quando a piazzare l’accelerazione definitiva sono stati lo svedese Karlstrom, lo spagnolo Garcia Carrera e, in subordine, il russo Mizinov che poi è andato a prendersi l’argento. Anche Stano, al 16mo km, ha dovuto rallentare il ritmo, perdendo contatto con il gruppo in lotta per le medaglie ma al traguardo è arrivato, chiudendo settimo, non abbastanza per portare l’Italia sul podio. Peccato perchè sarebbero bastati due punti in più per l’argento.
Fin qui le note negative ma è giusto soffermarsi anche su quelle positive. I risultati più eclatanti sono arrivati dalla 50 km donne dove Eleonora Giorgi, con 4h04’50” ha ritoccato di oltre un minuto il primato europeo, al termine di una gara condotta sempre in testa. La riconversione di Giorgi sulla 50 km è molto interessante perchè la marciatrice lombarda, in chiave mondiale, non troverebbe il traffico di campionesse che c’è inevitabilmente nei 20 e potrebbe diventare un’atleta da caccia alle medaglie. Condotta di gara perfetta, condizioni fisiche ottimali, poca paura nonostante fosse una delle prime volte che si cimentava su quella distanza. Un successo che ha permesso all’Italia, composta anche da Mariavittoria Becchetti e Federica Curiazzi, di conquistare il bronzo a squadre.
Il futuro arride ai colori azzurri grazie anche a Riccardo Orsoni che ha portato a casa una prestigiosa vittoria nella 10 km under 20, trascinando sul gradino più alto del podio anche la squadra azzurra con Aldo Andrei e Gabriele Gamba. Un successo che fa ben sperare per la scuola italiana. L’ultima medaglia, anche in ordine cronologico, porta la firma delle tre portacolori azzurre che hanno dovuto ovviare al ritiro di Palmisano nella 20 km. Calma e sangue freddo per Eleonora Dominici, Valentina Trapletti e Nicole Colombi che per circa 5 km hanno corso spalle al muro, sapendo che ogni minimo errore avrebbe fatto sfumare una medaglia che invece è regolarmente arrivata.
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