Ciclismo
Vincenzo Nibali: “Finché il fisico mi sostiene, andrò avanti. Ecco cosa è successo a Courmayeur. Per il Tour ci sono diverse ipotesi”
Vincenzo Nibali si sta godendo qualche giorno di meritato relax dopo le fatiche del Giro d’Italia 2019. Lo Squalo cercherà di ricaricare le batterie in vista del Tour de France, dove non esclude a priori la possibilità di lottare per la classifica generale.
Il fuoriclasse siciliano, che dal 2020 vestirà la casacca della Trek-Segafredo, ci ha lasciato intendere di non aver neppure ancora pensato al momento in cui porrà fine alla propria carriera: finché il fisico glielo consentirà, andrà a caccia di traguardi sempre più ambiziosi. Tra questi, anche il record assoluto di podi nelle grandi corse a tappe detenuto dal francese Jacques Anquetil con 13 (lo Squalo si trova a quota 11, dunque a sole due lunghezze di distanza).
Il fuoriclasse del Bel Paese ci ha raccontato anche nello specifico cosa è accaduto nell’ormai famosa tappa di Courmayeur, dove l’ecuadoregno Richard Carapaz acquisì un vantaggio rivelatosi poi incolmabile grazie al tatticismo esasperato da parte degli uomini di classifica.
Sei riuscito a dormire tranquillo oppure ti tormentava il pensiero di aver visto sfumare la vittoria del Giro d’Italia?
“Ho dormito benissimo, sono contento del mio risultato e non ho nessun rimpianto. All’interno dei 21 giorni non si poteva fare diversamente. Ogni leader ha interpretato la gara a modo suo. Il secondo posto assoluto non è un risultato da poco”.
La possibilità di agganciare Felice Gimondi (miglior italiano di sempre con 12 podi nei grandi giri) e Jacques Anquetil (recordman assoluto con 13) ti infonde motivazioni ulteriori per proseguire a lungo la tua carriera?
“Non penso a questi record perché io mi dedico al ciclismo con grande dedizione. Questo è il mio sport, il mio lavoro, quindi ci metto la passione e dalla passione arrivano anche i risultati. A volte possono essere ottimi, a volte un po’ più negativi. Intanto pensiamo ad andare avanti così e raggiungere altri risultati, poi vediamo“.
Riccardo Magrini, nel corso della rubrica “La Fagianata” tenuta su OA Sport durante il Giro d’Italia, ha sostenuto che tu possa gareggiare ad altissimi livelli fino a 39 anni, grazie ad un ambiente familiare ideale.
“Non lo so, vediamo. Sicuramente fin quando c’è la grinta e anche il fisico dà un grande supporto, sicuramente si può fare. Quando riterrò opportuno di dovermi fermare poi si vedrà“.
Richard Carapaz ha vinto il Giro d’Italia a Courmayeur. Puoi spiegarci cosa è accaduto esattamente in quella tappa?
“Sostanzialmente non è successo niente a Courmayeur. Carapaz ha fatto un’azione su un contrattacco, quindi già in precedenza c’era stata una fase di attacco anche da parte mia e di Landa. Carapaz è stato molto bravo a rintuzzare, poi a ripartire e guadagnare subito dei secondi. Poi nella prima parte della discesa ho accelerato io, subito dietro con Roglic abbiamo trovato una sorta di accordo, però poi nella fase finale degli ultimi 6-7 km sull’ultima salita eravamo rimasti in un gruppetto di 5-6 corridori e ci siamo un po’ fermati. Questo era dettato anche dal fatto che le gambe alla fine di una tappa dura come quella che avevamo affrontato erano un po’ quelle. Quindi il vantaggio che poi ha accumulato Carapaz è stato determinante per la vittoria del Giro“.
Hai dichiarato di voler affrontare il Tour non per fare classifica ma per puntare a qualche tappa o alla maglia a pois: dobbiamo crederti?
“Vediamo, intanto c’è del tempo per recuperare le energie e poi rimettersi di nuovo in moto e pensare al Tour de France. Ci sono diverse ipotesi che valuteremo strada facendo“.
Rio 2016 ed il Tour de France 2018: i due grandi rimpianti della tua carriera. Due cadute che ti misero fuori gioco sul più bello. Nel 2020 l’occasione per il riscatto alle Olimpiadi di Tokyo.
“Non ho ancora visto il percorso di Tokyo 2020. Purtroppo alcuni incidenti possono accadere in gara: come sono capitati a me, possono succedere anche ad altri corridori. Purtroppo fa parte del gioco“.
VIDEO: L’INTERVISTA A VINCENZO NIBALI
federico.militello@oasport.it
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Foto: Lapresse