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Boxe, Mangiacapre in esclusiva: “Ritorno ai superleggeri? Chissà…”

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A 24 anni Vincenzo Mangiacapre non può più essere considerato una promessa, bensì una certezza consolidata della boxe italiana, nella cui bacheca figurano due bronzi pesanti ai Mondiali di Baku 2011 ed alle Olimpiadi di Londra 2012, entrambi conquistati tra i pesi superleggeri (-64 kg). Dopo un 2013 travagliato, tuttavia, il pugile di Marcianise ha optato per il passaggio tra i welter (-69 kg), ovvero quella che, in sostanza, può essere definita come la sua categoria naturale. Ai recenti Mondiali di Almaty si è rivisto lo stesso Mangiacapre di Londra, con un pugilato esuberante e spettacolare. La rincorsa al podio si è fermata solo nei quarti di finale con il padrone di casa kazako Daniyar Yeleussinov, poi vincitore dell’oro. Il campione campano, tuttavia, rappresenta una delle certezza azzurre verso le Olimpiadi di Rio 2016.

Quando hai maturato la decisione di cambiare categoria?
Già da gennaio, ma i miei maestri mi convinsero a continuare tra i superleggeri. Rientrare tra i 64 kg mi comportava sacrifici enormi. E non pensate che fosse un problema di alimentazione, perché tutt’ora mi sottopongo ad una dieta drastica. Però un conto è fare la dieta, un conto è non mangiare neanche. Quindi ora sono molto più tranquillo e sereno“.

I pesi welter sono la tua categoria naturale, oltre che storicamente tra le più prestigiose. Possiamo anche dire che sarà la definitiva?
Non è detto. Con il nuovo preparatore stiamo mettendo a punto un’alimentazione che dovrebbe portarmi a pesare con facilità tra i 65-66 kg. A quel punto terrei una porta aperta per i superleggeri in vista delle Olimpiadi di Rio 2016. Anche perché i tecnici sarebbero favorevoli a questa possibilità“. 

Il tuo stile con le mani basse è sicuramente tra i più spettacolari tra i dilettanti del momento. Ogni tanto, però, non sarebbe meglio alzare anche un po’ la ‘guardia’?
Per me sarebbe impossibile. Infatti ho una grande mobilità di tronco e questo mi permette di vedere e schivare in anticipo i colpi dell’avversario. Se alzassi le braccia, il movimento del tronco sarebbe più limitato e diverrei più lento. In sostanza, con la ‘guardia’ alta, prenderei più colpi“.

Come valuti i nuovi combattimenti senza caschetto?
A me piace, ma è veramente dura in un evento come il Mondiale dove si combatte quasi tutti i giorni. Non si ha il tempo necessario per recuperare. Nelle WSB, invece, si combatte ogni 15 giorni e questa è senz’altro una buona cosa“.

Quali gli idoli che ti hanno fatto avvicinare alla boxe?
Sicuramente Muhammad Alì e Mike Tyson, anche se quest’ultimo concentrava troppo il suo pugilato sulla forza. Invece la tecnica di Alì era un esempio“.

Inizia la tua seconda stagione con i D&G Italia Thunder: una squadra costruita per vincere .
Sono arrivati nomi importanti, puntiamo al massimo risultato possibile. Per il bene della squadra, noi italiani abbiamo anche fatto un piccolo passo indietro sui guadagni, di modo di consentire l’arrivo di diverse stelle straniere“.

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