Scherma
Scherma, Europei 2019: giornata senza medaglie azzurre, resta un po’ di delusione. Mente rivolta alla qualificazione olimpica a squadre?
E al terzo giorno l‘Italia… si riposò. Metaforicamente ovviamente, perché l’intenzione degli azzurri era ben diversa. Si chiude la prima metà del Campionato Europeo senza gli ultimi squilli individuali, visto che né sciabolatori né spadiste, tutti più o meno bravi in stagione, sono riusciti oggi a portare a casa allori o podi. Poco male, nell’unico giorno di gare singole senza il fioretto impegnato: verrebbe da dire che non è un caso. In realtà la Nazionale è in grado di stupire in ogni arma. Certo, il forziere rimane il solito, quello di Errigo&co da una parte, Foconi e compagni dall’altra. Ma l’Italia resta in testa al medagliere con 2 ori e sei medaglie, seppure tallonata da Russia e Francia a quota 5 podi. Decideranno, al solito, le prove a squadre.
TESTA
Santuccio e Berrè, forse meno attesi di altri nomi ‘di grido’, hanno portato a casa piazzamenti importanti nelle singole gare, entrando quanto a meno in quella che una volta era una finale a otto e oggi si chiama semplicemente quarto di finale. Dove poi hanno perso piuttosto nettamente per mano di Reshetnikov, successivamente oro, e Candassamy, argento, rispettivamente, tra sciabola uomini e spada femminile. Non è il caso di fare drammi né di preoccuparsi particolarmente. Gli sciabolatori, va detto, hanno trovato una giornata negativa vista raramente in stagione, dato che tre eliminazioni su quattro sono arrivate subito, al secondo turno della ‘diretta’. Certo, Montano non è stato fortunato a finire subito sotto le ‘grinfie’ del bi-campione olimpico in carica Szilagy, mentre Samele e Curatoli hanno perso entrambi per una stoccata. Il primo subendo la rimonta del francese Apity, vincitore del GP Fie a Mosca che ha chiuso la stagione regolare di Coppa, il secondo dopo aver rimontato sotto 11-14 (fino al 14-14) con il rumeno Zalomir, non certo un fenomeno. Troppe proteste, forse anche legittime per carità, hanno frenato il talento napoletano, già medagliato due anni fa agli Europei. Poco male, perché non cambiamo il nostro giudizio di una virgola: Luca resta in questo momento il punto di riferimento assoluto della sciabola maschile italiana, con ampi margini di miglioramento e la possibilità concreta di sognare anche il metallo più pregiato a Tokyo 2020. La bruciante eliminazione di oggi potrà servire come stimolo, intanto per la prova a squadre di sabato, e poi come tappa nel processo di crescita in atto. Doveroso sottolineare, per dovere di cronaca, che la sciabola maschile possiede nei suo numerosi interpreti forti, un livello altissimo: dagli ottavi di finale in avanti, ma forse già dal turno precedente, non vi sono incontri ‘abbordabili’, tutt’altro. Ancor di più a livello mondiale, dove coreani e americani contribuiscono ad alzare ancor di più la qualità degli incontri.
TOKYO 2020
L’impressione, ma è solo una nostra idea, è che le spadiste azzurre in questo momento siano alla ricerca della perfetta chimica di squadra e abbiano in testa proprio la prova a staffetta, dalla quale dipendono sorti e gloria di almeno tre/quattro atlete. Il sogno giapponese si conquista con il team. E allora magari la mente viaggia verso quegli assalti. Naturalmente possiamo sbagliarci, ma visto che al momento l’unica squadra italiana un po’ indietro nel ranking è proprio quella della spadiste (reduci però da due podi consecutivi nelle ultime due tappe di Coppa) sarebbe anche normale avere un pensiero ‘inconscio’ sulla gara di sabato prossimo. La campionessa del mondo in carica Mara Navarria si è arresa agli ottavi a Santuccio, nel derby azzurro, dicendosi però soddisfatta della qualità schermistica messa in pedana. Dobbiamo crederle, è sempre stata sincera. Fiamingo fa fatica, va detto, nonostante un exploit da podio nel circuito maggiore, e non sappiamo se il problema sia più tecnico o mentale. Certo, è una fuoriclasse assoluta e quindi può sbloccarsi da un momento all’altro. Quanto alla giovane Isola, senza ombra di dubbio il talento del futuro, l’eliminazione al primo turno certifica le difficoltà di uno sport in cui l’esperienza conta: potrebbe aver sentito un po’ la pressione di chi è ancora molto giovane, eppure aveva già pronostici importanti sul suo conto.
La giornata senza medaglie in terra tedesca lascia un po’ di delusione, va detto senza indugi, ma solo perché la qualità degli schermidori italiani è alta in tutte le armi e in linea teorica c’è spazio per ottenere podi/trionfi in ciascuna delle 12 le gare previste dal programma. Ovviamente, esistono anche gli avversari ed esistono pure le giornate meno positive. Il bello è proprio legato alle prove a squadre, che possono offrire conferme per chi ha già primeggiato nelle gare individuali, o possibilità di riscatto assoluto per tutti gli altri. Azzurri, ‘accendiamo’ la seconda opzione… nella sciabola uomini e nella spada donne.
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Foto: Bizzi Federscherma