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Nuoto, Settecolli 2019, venerdì 19 batterie. Tutte le stelle azzurre in finale. Federica Pellegrini si migliora sui 50, Francia super con Metella e Manaudou

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Si apre senza particolari sussulti la prima sessione di batterie della edizione 2019 del Trofeo Settecolli, il meeting internazionale di nuoto che raduna al Foro Italico di Roma tanti supercampioni del nuoto mondiale a un mese esatto dalla rassegna iridata di Gwangju.

Tutti gli italiani più attesi centrano l’ingresso in finale e nel pomeriggio anche Simona Quadarella si unirà ai vari Detti, Scozzoli, Martinenghi, Carraro, Condorelli, Codia Sabbioni e Scalia che proveranno a sfidare gli avversari provenienti da tutto il mondo. L’unica nota negativa di questa mattinata è la notizia dell’assenza di Ilaria Cusinato (attesa dal doppio impegno Universiadi-Mondiali a luglio) per le conseguenze di un virus influenzale. Dal punto di vista tecnico due le gare una spanna sopra a tutte le altre questa mattina: i 50 stile libero uomini, con l’atteso rientro di Florent Manaudou che sembra ripartire da dove aveva lasciato: si è qualificato per la finale con il secondo tempo: 21″73 fatto segnare tre anni dopo l’ultima gara ufficiale in vasca, alle spalle del brasiliano Fratus (21″63). Nella finale anche Condorelli (che punta a scendere sotto i 22″) e Dotto in crescita di condizione, mentre sono rimasti fuori Zazzeri, Miressi (provenienti dallo stage in altura) e Orsi, apparso lontano dalla migliore condizione.

L’altra gara di alto livello porta ancora la firma francese di Mehdi Metella che piazza un grande 51″53 nelle batterie dei 100 farfalla, distanziando di oltre mezzo secondo grandi specialisti di questa gara come il sudafricano Le Clos, l’ungherese Milak, apparso un po’ appannato (52″51) e il campione europeo in carica Piero Codia, quinto con 52″42 alle spalle di un buon Rivolta (52″32). In finale anche Federico Burdisso che ha scaldato i motori in vista dei 200 anche se ha ammesso di non essere al meglio per via della concomitanza con l’esame di maturità.

Gabriele Detti supera la fatica del lavoro durissimo a cui si sta sottoponendo in questi giorni e tutti gli avversari facendo segnare di gran lunga il miglior tempo nei 400 stile libero (non farà gli 800) con un accettabile 3’50″28. In finale per l’Italia anche Matteo Ciampi con il terzo crono. Nei 400 stile femminili Erica Musso fa segnare il secondo miglior tempo con 4’14″33 alle spalle nettamente della vice campionessa d’Europa, l’ungherese Kesely, in una gara, bisogna dirlo, di livello non alto che vedrà al via in finale altre quattro azzurre, Carli, Tavoletta, Pirozzi e Gailli.

Nei 50 dorso maschili si rivede Simone Sabbioni, migliore degli italiani dopo uno stop di sei mesi a causa di un infortunio alla spalla. Il romagnolo chiude in 25″15 a oltre mezzo secondo dallo specialista statunitense Michael Andrew (24″53) e oggi pomeriggio andrà all’assalto del minimo per Gwangju. Assieme a lui in finale anche Milli e un sorprendente Ciccarese. In campo femminile c’è da registrare il ritorno ad alto livello di Tania Quaglieri che, a due anni dagli exploit che gli fruttarono il titolo italiano, fa segnare il miglior tempo delle azzurre nelle batterie dei 50 dorso con un ottimo 28″30, davanti alla primatista italiana Silvia Scalia (28″34). Miglior tempo per la olandese Toussaint (28″06), in finale per l’Italia anche Carlotta Zofkova.

Nei 100 rana maschili Adam Peaty si trattiene e vince le batterie con un “normale” per lui 59″29. Gli azzurri più attesi, entrano in finale non senza qualche patema: quinto Martinenghi con 59″96, sesto Scozzoli con 1’00″11. Ci saranno in una finale che promette tanto spettacolo con diversi protagonisti della rana mondiale. In campo femminile, assente Arianna Castiglioni reduce da infortunio, Martina Carraro se la gioca con le migliori e fa segnare il secondo tempo (1’07″59) al termine di una gara apparentemente in controllo. Miglior crono per la spagnola Vall Montero (1’07″34), in finale anche Ilaria Scarcella, mentre sarà nella finale B la giovanissima Benedetta Pilato, specialista, al momento, molto più dei 50.

I 50 farfalla donne vedono tra le protagoniste la rediviva Silvia Di Pietro che, nonostante continui a non essere ancora al meglio dopo i due anni di stop per i gravi infortuni, entra in finale con il secondo tempo (26″42), alle spalle della danese Beckmann (26″19) e con lo stesso crono dell’olandese De Waard. In finale anche altre due azzurre: Ilaria Bianchi ed Elena Di Liddo. 

In chiusura di mattinata Federica Pellegrini, nella batteria dei 50 stile (gara insolita per lei ma usata in questo caso per scaldare i motori) fa segnare il suo miglior crono di sempre con 25″37, che non le permette di entrare nella finale A, dove l’unica italiana sarà proprio Silvia Di Pietro (ottavo crono, 25″31). Miglior tempo per la danese Pernille Blume (24″45) davanti a una buona Heemskerk. Assente Ranomi Kromowifjojo. Appuntamento alle 19 per le finali.

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