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Ciclismo
Tour de France 2019, tutte le salite della Grande Boucle: attesa per Alpi e Pirenei, il clou con Tourmalet, Izoard e Galibier
Il Tour de France 2019 si preannuncia come uno dei più spettacolari degli ultimi anni. Gli organizzatori hanno inserito nel percorso di questa Grande Boucle tantissime montagne con soli 54 km a cronometro, di cui circa la metà riservati ad una cronosquadre nella seconda tappa.
I corridori dovranno affrontare salite storiche alternate ad altre meno conosciute ma altrettanto dure. La prima grande asperità del Tour de France 2019 è prevista nella sesta tappa la Mulhouse – La Planche des Belles Filles. Si tratta della scalata al Markstein 10,8 km al 5,4% di media. Nella stessa frazione sarà affrontata un’altra salita di prima categoria, si tratta del Ballon d’Alsace 11,4 km al 5,6%, lo scollinamento è previsto a circa 55 km dal traguardo. In chiusura di giornata lo storico arrivo a Planche des Belles Filles 7 km al 8,7% di pendenza media. Salita tanto cara agli italiani visto che qui hanno trionfato Fabio Aru nel 2017 e Vincenzo Nibali nel 2014.
Nella dodicesima frazione della Grande Boucle sarà la volta di un’altra ascesa storica. A circa 75 km dal traguardo i corridori dovranno affrontare la scalata al Col du Peyresourde 13,2 km con una pendenza media del 7%. L’ultima asperità di giornata è rappresentata dall’Horquette d’Ancizan una salita di 9,9 km al 7.5%, l’ultima volta che il gruppo ha affrontato questa ascesa era il 2013.
La quattordicesima tappa è una delle più attese del Tour de France 2019 visto che è in programma l’arrivo sulle terribili rampe del Tourmalet. I corridori saranno nel cuore dei Pirenei e a metà frazione dovranno scalare il Col du Soulor, GPM di prima categoria di 11,8 km al 7,8%. Il traguardo, come detto, è fissato in cima al Col du Tourmalet dopo un’ascesa di 19 km al 7,4%. La Grande Boucle è passata su queste strade per la prima volta nel 1910, si tratta di una delle salite monumento della corsa.
Anche la quindicesima tappa sulla carta offre grandi possibilità ai corridori che vogliono far saltare il banco. A circa 65 km dal traguardo sarà affrontato il Port de Lers 11,4 km al 7%. Salita che evoca grandi ricordi agli italiani. E’ stata la prima asperità affrontata nella quattordicesima tappa del Tour de France 1995 vinta da Marco Pantani. Il gruppo prima di terminare la tappa dovrà affrontare il Mur de Peguere 9,3 km al 7,8% e l’ascesa finale che porta a Prat d’Albis 11,8 km al 6,9% di media.
La diciottesima frazione di questo Tour de France rappresenta il classico tappone alpino con salite che hanno fatto la storia di questa corsa e di questo sport come Col d’Izoard e il Col du Galibier. La prima vera asperità di giornata è rappresentata dal Col de Vars 9,3 km al 7,5%. A circa 75 km dal traguardo è previsto lo scollinamento del Col d’Izoard, dopo un’ascesa di 14,1 km al 7,3% di media. Una salita leggendaria inserita per la prima volta nella Grande Boucle del 1922 e che per sette volte è finita nel percorso del Giro d’Italia. A chiudere il tappone alpino sarà la scalata ad un altro mostro sacro del ciclismo ovvero il Col du Galibier, salita infinita di 23 km al 5,1% di media ma con punte che superano il 12%.
Anche la tappa del giorno seguente potrebbe incidere moltissimo sulla classifica generale, visto che il ciclisti dovranno scalare il Col de l’Iseran prima di affrontare l’ascesa che li porterà a Tignes. La prima è una salita hors categorie 12,9 km al 7,5% di media mentre la scalata alla Montée de Tignes è lunga 7,4 km con una pendenza media del 7%.
Le ultime grandi asperità di questo Tour de France 2019 saranno affrontate nella ventesima tappa. A soli 17 km dalla partenza inizierà la scalata al Cormet de Roseland 20 km al 6%. Dopo aver superato il GPM di seconda categoria del Cote de Longefoy e aver affrontato la seguente discesa, inizierà l’infinita ascesa che porterà il gruppo a Val Thorens 33,5 km al 5,5% di media ma con punte che superano il 9%.
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Foto: Radu Razvan / Shutterstock.com