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Nuoto, Mondiali 2019: i dubbi di Ilaria Cusinato. L’addio a Stefano Morini e una strada da ritrovare

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Lo “spirito libero” del nuoto italiano ha scelto la strada più difficile per entrare nell’olimpo delle grandi nuotatrici della storia italiana. Ilaria Cusinato da due mesi a questa parte ha lasciato il centro tecnico di Ostia ed è tornata a casa, ad allenarsi come una volta agli ordini Alessandro Chinellato a Tezze sul Brenta, a 6 km da casa. Ostia non è mai veramente stata casa sua: se l’è fatta piacere per un anno e mezzo perchè per lasciare il team di Stefano Morini e il centro federale da vice campionessa d’Europa di 200 e 400 misti ci vuole tanto coraggio per chi sa che, ad ogni gara che non andrà bene, gli sarà ricordato che ha mollato il “paradiso del nuotatore” per un po’ di libertà in più.

Il coraggio e la volontà, però, a Cusinato non mancano. E’ una ragazza poliedrica, parla correntemente cinque lingue, ha tanti progetti per la testa, ha voglia di divertirsi e di vivere lo sport in modo meno pressante di quanto gli imponeva la dura legge di Ostia. Una scelta che fa discutere ma che merita rispetto anche se l’asticella va abbassata notevolmente, almeno nel breve periodo. La veneta già agli Assoluti aveva mostrato qualche crepa nell’impalcatura che lo scorso anno le aveva permesso di primeggiare ad un certo punto anche a livello mondiale, prima di portare a casa due preziosi argenti continentali. L’assenza per un virus al Settecolli e le prove non esaltanti delle Universiadi lasciano intuire che il 2019 andrà visto per lei come un anno di transizione che, si spera, non diventi una condizione definitiva.

Già la conquista di una finale iridata, per quello che è stato il percorso della mistista nostrana, potrebbe essere considerato un grande successo ma soprattutto potrebbe essere un trampolino di lancio in vista del 2020, anno della verità per tanti motivi per lei che potrà impostare dall’inizio la sua stagione con il nuovo staff tecnico, non subendo cambiamenti di programma e metodologie e, con questo lavoro, cercherà di puntare alla qualificazione e alla consacrazione olimpica.

Ilaria, però, ha fisico e gioventù dalla sua parte, il suo lavoro estivo era impostato esclusivamente per Gwangju e può darsi che Napoli, con un bronzino nei 400, sia stata solo una tappa di passaggio: insomma è bene aspettare ancora un po’ prima di dare per persa la stagione in corso. La nostra portacolori ha le armi per potersela giocare con le migliori, specialmente nella gara più lunga nell’alternarsi degli stili e due settimane di lavoro potrebbero fare la differenza per limare quei secondi che servono ad avvicinare l’eccellenza, da ricercare nelle prime due frazioni dove la veneta può fare sicuramente meglio di quanto mostrato all’Universiade, unico punto di riferimento nell’ultima parte della stagione.

 

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