Formula 1
F1, GP Gran Bretagna 2019: analisi prove libere. La Ferrari se la gioca sul giro secco, la Mercedes è spaziale in ottica gara
Il venerdì del Gran Premio di Gran Bretagna 2019 di Formula Uno ci lascia in eredità la Mercedes a guidare il gruppo, ma questa oggettivamente non può essere considerata una notizia clamorosa. Il tracciato di Silverstone appare ideale per le vetture di Brackley (cittadina distante appena pochi chilometri dalla pista) e lo si sapeva già prima di sbarcare nel Northamptonshire, ma gli spunti dopo queste prime tre ore di prove libere sono stati numerosi e valgono la pena di essere analizzati.
In primo luogo bisogna parlare del nuovo asfalto del circuito inglese. La ri-asfaltatura di un anno fa aveva provocato più danni che vantaggi (come ricorderete il Motomondiale non corse per colpa delle buche e avvallamenti che andavano a riempirsi di acqua quando pioveva) per cui i proprietari del tracciato hanno investito altri milioni di euro per rimettere tutto a posto. Il risultato ha prodotto una superficie assolutamente liscia che, assieme al vento, ha reso davvero complicata la vita ai piloti che, uno dopo l’altro, hanno commesso numerosi errori e uscite di pista.
Secondo capitolo, il più importante: la Mercedes è tornata. Dopo la pausa del Red Bull Ring, infatti, le W10 sono di nuovo collocabili su un altro pianeta. Scegliete voi quale. Non tanto a livello di giro secco, dato che la Ferrari si è dimostrata più vicina del previsto, quanto sul passo gara. Le simulazioni della seconda metà della FP2 hanno davvero spaventato il resto del gruppo. Nella F1 recente mai si era visto un margine simile in queste condizioni. Mentre le Frecce d’argento procedevano senza alcun intoppo, sul piede dell’1:30 medio, Sebastian Vettel e Charles Leclerc facevano fatica a scendere sotto il muro dell’1:32. Sul finire del turno, invece, la Red Bull è stata in grado di far registrare qualche giro sul piede dell’1:31 medio, ma sfruttando i serbatoi vuoti.
Sul fronte passo gara, quindi, tutto sembra chiuso. Lewis Hamilton in primis, ma anche Valtteri Bottas, hanno a disposizione una vettura che domenica li può condurre alla doppietta senza troppi patemi, come già accaduto ben sei volte in questo campionato. Oltre a tutto questo, infatti, le W10 non hanno il minimo problema a livello di gomme. La monoposto anglo-tedesca, e non è certo una novità, è la migliore con gli pneumatici, soprattutto quando le temperature non sono elevate, ovvero come accaduto oggi e come, secondo le previsioni, succederà nei prossimi giorni. Tutti gli avversari, invece, hanno dovuto stringere i denti per far fronte a notevoli problemi di graining che hanno reso il gap ancora più ampio. Un altro aspetto di grande rilevanza riguarda le mescole. Soft e medie non sono così distanti, e appare pressoché certo che nella Q2 di domani molti cercheranno di qualificarsi con le mescole marchiate di giallo.
In casa Ferrari, quindi, le speranze sono tutte concentrate sulle qualifiche di domani. La pole-position non sarà certo semplice da conquistare, anche perchè ci troviamo in casa del “Re” assoluto del sabato, ma la scuderia di Maranello avrà decisamente più chance in quella occasione rispetto alla gara. La SF90 si è presentata in una buona versione a Silverstone, efficace sui rettilinei e di buon livello sulle curve veloci. Ma, soprattutto nel T3, con le curve Stowe, Club e Vale, il margine è di mezzo secondo. La Red Bull sarà, a rigor di logica, la realistica rivale del fine settimana, con la consapevolezza che, nonostante tutto, la vettura con il Cavallino Rampante ha dato il via ad un weekend migliore del previsto.
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alessandro.passanti@oasport.it
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