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Tuffi, Mondiali 2019: primo passo indietro per gli azzurri, rispetto a Budapest 2017. Previsto. Tiene banco la questione-punteggi. Troppo bassi?

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Pass olimpici e finali. Restano questi, principalmente, gli obiettivi dell‘Italia nel 18esimo campionato mondiale delle discipline acquatiche in corso a Gwangju, in Cina, che oggi ha assegnato le prime medaglie nei tuffi. Gli azzurri sono in pieno cambio generazionale, potranno anche ritrovare a Tokyo 2020 Cagnotto-Dallapé, ma devono gioco forza guardare avanti, ai prossimi due quadrienni olimpici, ai giovani talenti Pellacani e Giovannini, a un movimento che resta vivo e dietro possiede speranze intriganti, leggi atleti ancora giovanissimi attualmente, ma dal futuro roseo. L’Italtuffi non si è fermata affatto a Tania Cagnotto e questa è di per sé una grande notizia, perché non era così scontato tre anni fa. Anzi.

OGGI

Le gare di giornata certo lasciano un po’ di delusione soprattutto per la coppia Tocci-Marsaglia, che ha fallito l’ingresso in finale nel trampolino synchro tre metri, sbagliato due tuffi su sei e probabilmente pagato a caro prezzo la tensione che solo un Mondiale può indurre. Peccato doppio: perché un podio (proibitivo, per carità) avrebbe garantito un posto al sole per Tokyo 2020 (si passerà dalla Coppa del Mondo, giusto nella capitale giapponese, ad aprile) e soprattutto un piazzamento in finale nei primi sei (possibile) avrebbe aperto le porte alle World Series 2020. Pazienza. Giovanni sarà chiamato al riscatto nella mattinata italiana, domani, dal trampolino 1 metro, anche se quest’anno non ha mai brillato particolarmente. Ma il bronzo è alla sua portata, esattamente come due anni fa.

I 50 PASSI… INDIETRO

Per il resto, non si poteva di certo chiedere la luna a una Elena Bertocchi fermata nel momento clou della preparazione da guai alla schiena:  la sua è stata una rincorsa a ostacoli verso la Corea, con sedute di ozono-terapia per lenire il dolore. Ora sta bene e si concentrerà sulla prova da tre metri, il vero obiettivo dichiarato. La finale a dodici garantirebbe la qualificazione diretta per Tokyo 2020. Tiene anche banco la questione legata ai punteggi bassi, per il nuovo corso voluto dalla FINA. Nel trampolino 1 metro donne, prova che si disputa da 28 anni senza la minima possibilità di inserimento nel programma olimpico (e allora perché continuare?), la cinese Chen Yiwen ha spezzato la maledizione che durava da due edizioni per la sua nazione, totalizzando però ben trenta punti in meno rispetto alla vincitrice del 2017 (assente per scelta), l’australiana Maddison Keeney. Quaranta in meno per la seconda classifica, l’americana Sarah Bacon (esordiente ai Mondiali) se paragonata alla prova d’argento di Bazhina in Ungheria. Dulcis in fundo, ecco i 50 punti di differenza tra il totale di Gwangju e quello di Budapest per Elena Bertocchi, alla fine settima con 245,60, dopo i 296,40 che le valsero il bronzo dalle parti del Danubio. La milanese ci avrà anche messo del suo, per carità, non eseguendo perfettamente diverse rotazioni (senza errori gravi comunque), ma il margine sembra davvero troppo ampio. Dove sta l’inghippo? Così il suo coach e mentore, Dario Scola: “Voti bassi? Anche per i giudici queste sono selezioni, hanno paura di sbagliare. Diminuiscono la forbice e il danno è fatto. Peccato per Elena, si poteva fare. Abbiamo avuto diverse tensioni nei giorni scorsi, in riscaldamento ieri era una disastro, poi si è sciolta. Ma bisognava essere eleganti, perfetti, come l’americana, e a quel punto anche l’argento sarebbe stato possibile. E’ mancata quella voglia di vincere pazzesca messa sul trampolino a Budapest”.

Se anche l’Italia dovesse uscire da Gwangju senza medaglie (non ce lo auguriamo, ma lo diciamo subito, il primo giorno che assegna titoli) non ne faremmo un dramma. La vera dimensione per gli azzurri al momento è quella europea e a Kiev (5-11 agosto), fra meno di un mese, lo capiremo meglio.

 

 

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2 Commenti

1 Commento

  1. Lorenzo1984

    13 Luglio 2019 at 21:22

    Sono d’accordo, aggiungo anche (ma forse lo avevi già sottinteso nel messaggio) le cervellotiche qualificazioni Olimpiche; esempio: una Nazionale vince l’Europeo di Softball e deve fare comunque le qualifiche per le Olimpiadi? non basta essere la migliore d’Europa per andare alle Olimpiadi? per non parlare della Gran Bretagna che meriterebbe un discorso a parte, sarò io ignorante ma non credo sia giusto che faccia le Olimpiadi come Gran Bretagna e le “qualifiche” come Scozia, Inghilterra, Galles e Irlanda del Nord.

  2. ghost

    13 Luglio 2019 at 21:04

    cito: “trampolino 1 metro donne, prova che si disputa da 28 anni senza la minima possibilità di inserimento nel programma olimpico (e allora perché continuare?)”
    perchè lo sport va ben oltre le sole Olimpiadi, specie adesso che per colpa delle mattane del CIO e dei babbioni incompetenti che lo gestiscono, queste ultime stanno perdendo sempre più senso e stanno camminando pericolosamente verso la loro estinzione come evento “serio” e principale appuntamento sportivo mondiale (la breakdance è solo l’ultima goccia che farà traboccare il vaso, dopo la gender equality, la filosofia “urban & youth” -sì, ma dei giovani di 30 anni fa…i sopracitati babbioni parrucconi- e gare sempre meno significative dal punto di vista tecnico perchè disputate da 4/5 grandi atleti e un po’ di raccattati per garantire la “presenza globale”, con almeno 15 dei primi 20 specialisti del mondo di ogni disciplina a casa a guardare la TV -ovviamente altro, non certo le Olimpiadi da loro mancate).
    francamente ormai la maggior parte degli sport olimpici sono comunque molto più eccitanti e completi nelle gare di coppa del mondo/meeting commerciali (non dico neanche i mondiali) che nell’evento olimpico stesso.
    ad esempio, proprio in questo istante sto guardando la coppa del mondo di arrampicata sportiva da Chamonix…e onestamente non c’è paragone tra questa gara e la buffonata che sarà la gara olimpica…ed è solo un piccolo frammento in un universo ormai alla deriva.

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