Golf
Francesco Molinari, così è entrato nella storia del golf mondiale
Il mondo del golf si colora di un tricolore che conosciamo molto bene: è quello italiano e il merito non può che essere tutto di uno dei giocatori che rimarranno negli annali di questo sport, a livello mondiale, e nella storia di quello italiano. Stiamo parlando di Francesco Molinari, la cui carriera è partita all’età di 8 anni e che ha sviluppato una carriera pressoché perfetta in compagnia del fratello, Edoardo, di un anno più grande.
Un 2018 vissuto alla grande, che dovrebbe senz’altro trasmettere un senso di orgoglio incredibile a tutta l’Italia, vista la grandezza delle imprese che Francesco Molinari è riuscito a compiere. La storia del golf italiano: non la sta facendo, ma riscrivendo daccapo. Basti pensare che l’anno scorso è diventato il primo golfista italiano che è riuscito ad alzare al cielo un Major, oltre al ruolo da protagonista che ha avuto nel trascinare il team europeo a vincere la Ryder Cup.
Francesco Molinari e l’ascesa definitiva con l’Open Championship
L’Open Championship è uno di quei tornei che appartengono alla storia del golf. Il motivo? Semplice, si tratta del più famoso e antico Major di golf in tutto il mondo, dal momento che venne creato nel 1860. A dire la verità c’è stato un italiano che è andato molto vicino a portarsi a casa la Claret Jug: si tratta di Costantino Rocca, che stava per trasformare in realtà il sogno di Mario Camicia, ex golfista e giornalista, che ha sempre sognato di raccontare e commentare la vittoria di un golfista italiano in un Major.
A distanza di ben 23 anni da quel fatidico giorno ecco che un altro italiano ha la grande possibilità di riscrivere i libri di storia. Francesco Molinari è il predestinato, anche se chiaramente deve affrontare un compito tutt’altro che semplice, dal momento che si deve scontrare con una serie di avversari che fanno tremare il fiato, senza dimenticare come in questi Major le sorprese sono sempre dietro l’angolo.
Un trionfo nel “Mostro”
Non bisogna dimenticare anche come l’Open Championship 2018, svoltosi a Carnoustie, in Scozia, si può considerare come il campo più complicato e insidioso di tutti i dieci che, seguendo un’apposita rotazione, ospitano questo prestigioso torneo. Ecco spiegato il motivo per cui, nella fase iniziale perlomeno, anche Chicco Molinari sembra essere dominato dall’ansia, ma più che altro dalla grande difficoltà di questo campo, che è stato ribattezzato da vari addetti ai lavori, non a caso, “Il Mostro”.
Un campo in cui è facile sbagliare: anzi, un campo dove al primo errore il rischio è quella di pagarla carissima. E anche a Francesco sembra succedere inizialmente proprio questo, dal momento che nei primi due giri perde qualcosa come 5 colpi. Durante il proseguo del weekend, però, arriva la svolta. Il suo gioco di grande qualità comincia a emergere con maggiore regolarità e anche l’approccio è quello giusto, come si può notare in questo articolo su “L’Insider”.
Poco prima dell’ultimo round da affrontare, Molinari è ormai lì, vicino alla vetta, che dista solamente tre colpi. Ed è questo il momento perfetto in cui si comincia a comprendere meglio come l’impresa sia finalmente a portata di mano, anzi di buca. Chiaro, non c’è nulla di facile, visto anche il livello degli avversari, tra cui Tiger Woods, che sta cercando di riportare il suo gioco ad altissimi livelli.
Nessuno è riuscito a fermare Molinari
Neanche il vento è riuscito a fermare Francesco Molinari, che si trasforma nel primo italiano che è riuscito a mettere le mani su un Major. Il suo nome, ora, è vicino ad alcuni Hall of Famer, come Ben Hogan, Tom Watson e Gary Player: non a caso, tutti giocatori che sono riusciti a vincere la maledizione del “Mostro” in Scozia.
Il grande pregio di Molinari è stato quello, per la prima volta con un tale impatto mediatico, a far parlare di golf un po’ tutta Italia. Telegiornali, riviste sportive e quotidiani: la sua impresa non può stavolta passare inosservata e anche i media cominciano ad accorgersi di come in casa ci sia veramente un fenomeno, non un semplice talento.
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Foto: Valerio Origo