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Scherma, Mondiali 2019: Italia, rialzati! Dopo 24 anni non arrivano ori iridati dalle gare individuali

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Buttate un’occhiata al medagliere, please. Ve lo inseriamo qua sotto. Dopo tre giornate (sei con le qualificazioni) e ben sei titoli assegnati (24 medaglie in totale) ecco la grande novità del Syma Sport Center: non c’è nemmeno una Nazione che abbia conquistato due titoli iridati a Budapest 2019. Per ora. Nemmeno una. “Solo” un titolo a testa. Ce l’hanno fatta sei diverse squadre, finora: Russia, Francia, Ungheria, Ucraina Corea del Sud e, clamorosamente, Brasile. Lo stesso Brasile, con Iran, Hong Kong e Grecia, ha centrato il primo podio iridato della storia, nella scherma. Cosa vogliamo dire? Niente, semplicemente che siamo di fronte a una rassegna particolare, forse unica, dati alla mano, probabilmente irripetibile. Anche se lo sport in questione è diventato ormai globale, senza dubbio. Un meglio per la disciplina in sé, una difficoltà in più per le Nazioni classiche, Italia, Francia, Ungheria, ma anche Germania e Russia. Oggi è caduto un tabù storico: la Francia è tornata a fregiarsi del titolo iridato nel fioretto maschile dopo 29 anni (Philip Omnes a Lione 1990, batté, Andrea Borella in finale). L’impresa è riuscita a Enzo Lefort, elegante, raffinato, danzante, fiorettista nato nella Guinea Francese e cresciuto in Guadalupa, arrivato a Parigi a 6 anni. Nella sciabola donne, invece, che non conosce troppe sorprese come l’altra arma impeccabile in questo senso, il fioretto femminile, Olga Kharlan ha superato 15-14 Sophia Velikaya al termine di una finale mozzafiato, mettendosi al collo il quarto titolo iridato dal 2013, come nessuno mai a livello femminile (l’arma è “giovane”, il primo Mondiale è datato Seul ’99). Solo Podzniakov, oggi presidente del Comitato olimpico nazionale russo dal maggio 2018, ne ha vinti di più, ma al maschile: cinque.

Russia 1 2 1 4
Francia 1 1 0 2
Ungheria 1 1 0 2
Ucraina 1 0 2 3
Corea del Sud 1 0 1 2
Brasile 1 0 0 1
Gran Bretagna 0 1 0 1
Cina 0 1 0 1
ITALIA 0 0 4 4
Hong Kong 0 0 1 1
Iran 0 0 1 1
Grecia 0 0 1 1
Romania 0 0 1 1

 

ITALIA KO

E’ proprio il Mondiale della prime volte d’oro, Moellhausen, Siklosi, Oh Sanguk, Lefort: atleti in alcuni casi attesi da anni, altri decisamente meno; più possibili “crack” del futuro, vedi Siklosi. E’ anche il Mondiale delle conferme (Kharlan, Deriglazova). E gli azzurri? Restano la Nazione più medagliata per ora, con la Russia, ma restano anche fermi a quota quattro bronzi. Senza ori dopo le prove individuali, mai accaduto dal 1995, L’Aja (quando l’Italia chiuse comunque con 2 ori e sei medaglie dopo le prove a squadre). Nessun podio dal fioretto maschile, una rarità assoluta anche se… in realtà era successo quattro anni fa, prima dei Giochi di Rio 2016 (dove poi vinse… Daniele Garozzo!). Un campanello d’allarme grave? In parte sì, sicuramente, se guardiamo solo i risultati. Meno, se consideriamo la vicenda nel complesso. I fattori che hanno portato a questo risultato negativo possono essere molteplici: un pizzico di sfortuna, per esempio, leggi i cinque assalti in tre giorni persi sul 14-14; la stanchezza di cui parlava Andrea Cassarà per i tanti viaggi da gennaio e le troppe gare compresse in sei mesi; la bravura degli avversari, la voglia di imporsi di atleti appartenenti a Nazioni meno tradizionali e quindi con molto meno da perdere, nella scherma. E tanta fame in più. Una possibile… concentrazione mentale focalizzata maggiormente sulle gare a squadre che portano in dote tre posti (più uno di riserva) per le gare individuali ai prossimi Giochi Olimpici. Infine, qualche errore di troppo dei nostri big, anche tecnico, come ha ammesso Alessio Foconi battuto oggi già al primo turno nella “diretta” del fioretto maschile.

FUTURO 

Gli azzurri restano forti, fortissimi nel fioretto, medaglie o meno. Oltre agli otto protagonisti presenti a Budapest, tanto per spiegare, ci sono sulla rampa di lancio giovani interessanti o atleti già ben navigati quali, in ordine sparso, Marini, Batini, Erika Cipressa, Favaretto e via dicendo. Nella sciabola il neo medagliato Curatoli ha solo 24 anni, mentre a preoccupare di più è la stessa arma, ma al femminile. E ci spieghiamo meglio, perché la situazione è particolare. Gregorio, Vecchi, Criscio, Caraglia (e Gulotta) fanno più fatica a livello individuale (anche se a periodi alterni arrivano vittorie o podi), mentre sono un’autentica corazzata a squadre, vincente (oro europeo e mondiale 2017) o sempre tra le prime quattro (quarta ai Giochi 2016, agli Europei 2018, 2019, ai Mondiali 2018). Non vediamo ricambi interessanti nell’immediato, però, se non… Arianna Errigo, ammesso voglia continuare con il suo progetto, che però è classe 1988. Al momento, bisogna affidarsi a questo gruppo e sperare in un bel riscatto a squadre, più che possibile, già a Budapest. Nella spada i ricambi invece non mancano, come nel fioretto, da Cimini a Di Veroli al maschile, passando da Isola e Clerici (entrambe iridate juniores) tra le donne. Facciamo solo alcuni nomi. Morale, non c’è motivo per agitarsi. Bisogna però rispondere alla grande, da Italia, a questo enorme passo falso individuale, che non ha portato medaglie d’oro azzurre in sei gare iridate di scherma dopo 24 anni (ma nel 1995 non era ancora presente la sciabola femminile, quindi le prove erano in realtà cinque all’epoca). Domani tocca a spadiste e sciabolatori, cui nessun risultato è precluso. Esulteremo per un podio e se fosse vittoria saremmo doppiamente felici soprattutto per le prime, perché hanno bisogno di punti importanti in ottica qualificazione olimpica, a maggior ragione dopo l’eliminazione della Francia (su cui le azzurre stanno facendo la corsa) già negli ottavi di finale. Montano e compagni devono temere solo la Corea del Sud, forte, ma non imbattibile. Auguri.

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Foto: Bizzi Federscherma

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