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Scherma, Mondiali 2019: spadiste, un bronzo che “pesa”. Sciabolatori costanti. Ma adesso ci vuole l’oro
Non tutte le medaglie di bronzo possono avere lo stesso valore. Molto dipende anche dal ‘momento’ e dall’arma. Se per il fioretto il metallo in questione può essere sinonimo di delusione (anche minima), ed è dovuto al fatto che Garozzo, Di Francisca e compagne ci hanno abituato fin troppo bene, nella spada femminile per esempio il terzo posto conquistato domenica 21 luglio a Budapest ha un valore enorme.
TOKYO 2020
Intanto perché certifica il rinnovato status di squadra élite conquistato nelle ultime gare tra Coppa del Mondo, Europei, Mondiali. Sempre sullo stesso gradino, d’accordo, ma visto che il podio non era stato raggiunto con frequenza nel recente passato, va bene così. Poi perché a oggi Fiamingo e compagne sarebbero qualificate per i Giochi di Tokyo 2020 e fino a ieri non lo erano. Onestamente parlando, quella della spada femminile era la prova più importante dell’intera spedizione azzurra a Budapest 2019 in quanto nascondeva le insidie maggiori in ottica qualificazione alle Olimpiadi del prossimo anno, dato il ranking di partenza. Tutto ribaltato in una gara, ma naturalmente il podio ottenuto non basterà se non sarà seguito da frequentazioni assidue nelle prossime tappe di Coppa, fino ad aprile 2020. C’è però un fatto, da sottolineare: la squadra si sta compattando attorno a Navarria e Fiamingo; Clerici e Isola sono in grado di dare un solido contributo, chi più chi meno, chi prima chi dopo a seconda di avversarie e accoppiamenti, nonostante la giovane età. E allora lasciateci sognare. Ci spieghiamo meglio. Siccome l’impressione è che nel recente passato a questa squadra fosse mancata solo la “chimica” di gruppo, non certo la classe per emergere molto di più, fa piacere constatare quanto scritto da Mara Navarria sui social al termine della cavalcata da medaglia in Ungheria (battuti comunque gli Stati Uniti oro uscente, ai quarti, prima del ko in semifinale con la Cina e della vittoria netta sull‘Ucraina nella ‘finalina’): “Unite come non mai”. Guardando anche in casa altrui, non è difficile constatare come non ci siano squadroni imbattibili nella spada. Se le azzurre saranno in grado di crescere da qui a un anno e rinforzare questo ritrovato spirito di gruppo, signori sappiate che Fiamingo, Navarria, Clerici e Isola potrebbero anche piazzare la sorpresa colossale a Tokyo, cioè persino vincere. Non abbiamo problemi a dirlo e lo facciamo qui e ora, il 21 luglio 2019.
CERTEZZA
Gli sciabolatori, invece, non perdono un colpo. E va bene così. Hanno vinto due tappe di Coppa, conquistato il bronzo iridato oggi dopo quello europeo del mese scorso e l’argento mondiale di un anno fa. Nel 2015 furono oro a Mosca. Italia, Russia, Ungheria, Germania e la fortissima Corea del Sud, crediamo, si giocheranno il titolo olimpico fra un anno. L’importante sarà rimanere lì tra le migliori squadre in stagione, dopodiché vincere o meno a Cinque Cerchi dipenderà anche dallo stato di forma momentaneo, dai dettagli, dalla bravura e anche dalla fortuna.
In chiusura, il nostro augurio, ricordando però che ancora una volta la FIS ha centrato medaglie in ogni arma (fioretto, sciabola, spada): aspettiamo questo benedetto oro a squadre a Budapest 2019 (l’ultimo mondiale senza titoli per l’Italia è datato 32 anni fa, Losanna ’87). In linea teorica la nostra Nazione è ancora in lizza per vincere persino il medagliere (per ora ci sono “solo” sei bronzi) a quattro gare dal termine. Possibile/probabile che sia il fioretto a spezzare il tabù, ma spada uomini e sciabola donne hanno possibilità intatte di raggiungere il gradino più alto del podio. Azzurri, ora tocca a voi. Non sarebbe bello andare ai Giochi senza nemmeno un oro mondiale, un anno prima, nella scherma.
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Foto: Bizzi Federscherma