Nuoto
Nuoto, Mondiali 2019, mercoledì 24 luglio. IL PAGELLONE. Federica e Greg: i giganti delle acque! Burdisso è già fra i grandi
FEDERICA PELLEGRINI 10 e lode: Pensavamo, lei per prima, di avere già visto tutto a Budapest, di non poter più vivere momenti come quello che ci ha regalato alle 13.19 del 24 luglio 2019 la Divina Federica e invece eccoci qua, ancora una volta, a gridare, a piangere, a stupirci per una campionessa che tutto il mondo ci invidia e che noi osiamo ancora, imperterriti, mettere in dubbio nelle scelte e nel percorso. Alla soglia dei 31 anni, ha trovato la forza di camuffare l’inevitabile anno sabbatico che le ha permesso di ricaricare le pile dopo la preparazione massacrante per Budapest, all’indomani del flop di Rio, e di tornare più forte di prima a guardare di nuovo il mondo dall’alto in basso nei 200 stile libero. Otto medaglie consecutive sui 200 ai Mondiali, 22ma medaglia d’oro tra Olimpiadi, Mondiali ed Europei, 51ma medaglia internazionale. Quasi quasi viene da ringraziare Emma McKeon per avergli strappato il bronzo olimpico a Rio che avrebbe potuto porre fine alla sua carriera. Ci saremmo persi il meglio. Grazie Federica.
GREGORIO PALTRINIERI 10 e lode: aveva già fatto capire tutto ieri in batteria ma oggi ha gareggiato da fenomeno quale è. La sua nuotata dai 100 ai 300 metri di un 800 da antologia è il capolavoro nel capolavoro, il “rosso Caravaggio” di un artista inimitabile del mezzofondo che sceglie la Corea come sfondo per uno dei suoi quadri più belli. Gli 800 stile finora non gli erano sempre stati amici, anche se aveva conquistato un argento e un bronzo mondiali, sempre con un pizzico di amarezza perchè lui o vine o non è contento. Oggi può esserlo fino in fondo perchè ha fatto la gara perfetta. Un metronomo in testa, il ritmo giusto per fiaccare la resistenza di tutti e mandare in tilt, ahilui, anche il compagno di allenamenti Gabriele Detti che qui, però, è un avversario come un altro. Dà spettacolo e fa sapere a tutti che i due tris della leggenda sono alla sua portata: quello iridato dei 1500 tra tre giorni e quello del prossimo anno a Tokyo, 800, 1500 e 10 km in acque libere. Chapeau
GABRIELE DETTI 5: Per 200 metri illude di poter fare la stessa gara di due anni fa a Budapest che tagliò le gambe prima a Greg e poi al polacco Wojdak. Poi un macigno gli si insinua tra gambe e braccia e lo costringe a pigiare il freno in attesa di una volata finale nella quale arriva svuotato di energie mentali e fisiche. Una controprestazione inattesa che lo sbalza fuori da quel podio nel quale a Budapest guardava tutti dall’alto in basso. Una scoppola pesante, da analizzare a fondo per capire cosa sia accaduto negli ingranaggi di una macchina che sembrava pronta a scatenare giri a velocità folle. Un sesto posto che non rispecchia i suoi valori attuali, se è vero che tre giorni fa era lì a giocarsi la vittoria nei 400 stile libero con i più forti al mondo. Da capire in fretta dove sta l’errore e resettare tutto in fretta per presentarsi al meglio per la 4×200.
FABIO SCOZZOLI 6: La gara l’ha fatta, prima di essere squalificato per partenza falsa e, se si dovesse giudicare la prova del romagnolo, si potrebbe dire è da 7: si è migliorato, a 31 anni, rispetto a due anni fa a Budapest (sesto), riuscendo a salire un gradino in una gara che ha preparato poco o niente. Poi però è arrivata la mannaia dei giudici a far calare il sipario in modo inglorioso a un Mondiale che, fra qualche anno, passata la rabbia, Scozzoili ricorderà comunque con il sorriso sulle labbra, soprattutto se fra un anno riuscirà a centrare l’agognata seconda finale olimpica in carriera. Ancora sotto shock e carico di rabbia non riesce ad esprimersi al meglio nella frazione a rana della staffetta mista mista ma arriva comunque un record italiano che ha valore minimo ma è pur sempre un buon risultato e un sesto posto in finale senza squalifiche, stavolta.
FEDERICO BURDISSO 7.5: Record italiano, quarto al mondo, a 18 anni, nell’anno della maturità. Non finisce mai di stupire Federico Burdisso. Dategli una corsia in finale e lui la trasformerà in una pista dove lanciarsi a velocità folle. Stavolta meno folle del solito nella prima parte di un 200 farfalla dove Le Clos se ne va da subito e riesce a mantenere qualche piccola energia nel finale che gli permette di tenersi alle spalle proprio l’italiano nella volata per il bronzo. In una gara dove Milak, un anno in più di Burdisso, stacca un 1’50” che fa paura e cancella il signor Michael Phelps dalla casella dei record mondiali. Burdisso, potrà dire “io c’ero” e lo potrà dire tante altre volte se continuerà di questo passo.
SILVIA SCALIA 4.5: Questa sì che è una delusione forte. Aveva inseguito a lungo la chiamata in Nazionale per una grande manifestazione e, al primo Mondiale, torna a casa con due 17mi posti che gridano vendetta. E’ vero che tre settimane fa era sul gradino più alto del podio, unica italiana, dei 50 dorso ma non basta quella fatica a spiegare il mancato ingresso in una semifinale (sarebbe già stato obiettivo nobile) ampiamente alla sua portata. Ci riproverà perchè le qualità non mancano.
SANTO CONDORELLI 5: Passaggio meno suicida di quello che è costato il bronzo alla 4×100 mista e ritorno però non brillante come ci si poteva aspettare. La coperta è questa ed è troppo corta per il velocista azzurro che dovrà rivedere qualcosa nella preparazione del grande evento. Non arriva neppure la semifinale. troppo poco per il quarto alle Olimpiadi di Rio.
ALESSANDRO MIRESSI 6: Il piatto piange per il campione europeo che quest’anno non è mai riuscito a trovare il bandolo della matassa. Al mattino strappa l’ottavo tempo ma dà l’impressione di avere ancora una piccola riserva. Troppo poca per arrivare in finale, fallita per soli 3 centesimi: chiusura ingloriosa per una stagione sfortunata che invita a voltare pagina. E’ giovane, fisicamente straripante, ha già vinto tanto e ha grandi potenzialità, qualche inconveniente nel percorso di crescita ci sta. Il Mondiale è da dimenticare ma le attenuanti non mancano. Si riparte sempre e comunque da un nono posto al mondo e da un quarto in staffetta e una 4×100 mista stile è ancora tutta da giocare.
ILARIA CUSINATO 6.5: In semifinale nei 200 farfalla si rivede l’Ilaria Cusinato spensierata, combattiva, cattiva di Glasgow. Anche a Riccione aveva ritrovato il sorriso in questa gara dopo i mugugni dei misti per cui non aspettiamoci grandi cose per il 400 misto ma da qui deve riparrtire la vice campionessa europea di 200 e 400 misto. Dalla consapevolezza di avere un grande talento e grandi potenzialità. Va trovata la strada gusta e va percorsa fino in fondo perchè possono arrivare ancora tante soddisfazioni. Manca per un soffio la finale ma il nono posto al mondo per soli 12 centesimi non è affatto da buttare.
MARGHERITA PANZIERA 4.5: L’allarme rosso è suonato. Se il 59″8 della semifinale poteva richiamare la prova dello scorso anno nella finale dei 100, il 60″2 nella frazione di apertura della 4×100 mista mista è un macigno che la veneta si porterà dietro almeno nel primo turno dei 200 dove partiva, alla vigilia, con i favori del pronostico che ora si stanno spostando su altri lidi. Sta a lei smentire tutti nella “sua” gara ma l’impressione destata questa mattina è che la condizione stia scivolando via e il nervosismo possa prendere il sopravvento. Manca un giorno per riordinare le idee e resettare tutto.
NICOLO’ MARTINENGHI 6: Il suo 59″5 lanciato nella frazione a rana non è niente di eccezionale ma permette comunque all’Italia di restare a galla dopo una partenza ad handicap.
ELENA DI LIDDO 7: Bene, benissimo al mattino quando la sua frazione fa volare gli azzurri verso la finale: 56″83 lanciato. Al pomeriggio, in finale, invece, deve nuotare nelle onde e con Dressel e Guy scatenati che la passano a velocità doppia. Arriva un 57″31 comunque dignitoso e utile per migliorare ulteriormente il record italiano.
MANUEL FRIGO 7: Ancora una frazione solida che regala all’Italia il finale che ci vuole per centrare la finale. Un peccato non poterlo vedere nella gara individuale ma gli azzurri sembrano aver trovato un uomo squadre fondamentale per le staffette veloci.
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