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Basket: gran colpo della Virtus Roma, che riporta Jerome Dyson in Italia

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Chiunque abbia vissuto da tifoso o neutrale la finale scudetto 2014-2015 ricorda perfettamente un momento, alla fine del primo tempo supplementare della leggendaria gara-6. Con l’ultima azione in mano a Sassari, e Reggio Emilia avanti 88-90, Jerome Dyson si accorge di un varco nella difesa, e nessuno fa in tempo a chiuderlo che il numero 11 vola a schiacciare facendo esplodere il PalaSerradimigni.

L’Italia può ora tornare ad apprezzare le qualità di Dyson, perché la Virtus Roma, al ritorno in Serie A dopo quattro anni, ha messo sotto contratto il trentaduenne di Potomac (Maryland). Non sono stati completamente felici i suoi quattro anni di università a UConn: nel terzo, infatti, si è infortunato il ginocchio destro in uno scontro di gioco con Andy Rautins, allora a Syracuse e, per uno scherzo del destino, figlio di Leo Rautins, vincitore con Roma di una Coppa Korac nel 1986. Il ritorno nell’anno successivo con 17.7 punti e 4.4 assist di media gli è valso il titolo di Comeback Player of the Year per il 2010 da parte della prestigiosa rivista cartacea Sporting News, che qualche anno dopo sarebbe passata alla sola presenza sul web.

Dopo due anni in D-League con i Tulsa 66ers (futuri Oklahoma City Blue), riesce ad approdare in NBA con i New Orleans Hornets, ma per sole nove partite all’interno di un decadale, assommando 7.4 punti, 2.1 rimbalzi, 2 assist e 1.2 rubate a gara. Nella stagione successiva si trasferisce all’Hapoel Holon, in Israele (oltre 20 punti di media), prima di ricevere la chiamata di quello che torna a essere il suo coach nella Capitale, Piero Bucchi. A Brindisi Dyson dimostra subito tutte le proprie qualità, con 17.3 punti, 3.7 rimbalzi, 3.1 assist e 1.6 palle rubate a gara, oltre a picchi ripetuti sopra o vicino a quota 30 punti. L’anno successivo di lui si accorge la Dinamo Sassari. Sotto la guida di Meo Sacchetti arrivano, in un sol colpo, Supercoppa Italiana, Coppa Italia e scudetto, non soltanto con quel memorabile gesto atletico di gara-6, ma anche con una grande seconda parte di serie finale. Prima di gara-3 il suo rendimento si era abbassato, ma il suo ritorno ad alti livelli lo porta a chiudere a 14.9 punti e 4.9 assist a partita l’annata. Nel 2015-2016 c’è il trasferimento a Torino, nella neopromossa Auxilium targata Manital, dove giunge a stagione in corso e quasi subito beffa la sua ex squadra con un tiro da oltre metà campo. Chiude con 15.8 punti e 3.1 assist. Seguono due anni all’Hapoel Gerusalemme, dove finisce per trovare ancora un pezzo d’Italia, cioè Simone Pianigiani, e l’ex superstar NBA Amar’e Stoudemire. I numeri sono ancora interessanti, ma arriva la sfida della Cina, con gli Jiangxu Dragons, che lascia dopo sei partite per infortunio prima di approdare nella seconda lega di Israele al Bnei Herzliya.

Con questo acquisto, certamente tra i più significativi dell’estate italiana, Roma mette un importante tassello in un roster nel quale il nucleo degli italiani è formato da Tommaso Baldasso, Amar Alibegovic (protagonisti della promozione), Roberto Rullo e Giovanni Pini, mentre Skyler Flatten e Mike Moore sono le scommesse straniere su cui Bucchi punta, in attesa di definire i nomi per guardia e centro.

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federico.rossini@oasport.it

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Credit: Ciamillo

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