Nuoto
Nuoto, Mondiali 2019: Benedetta Pilato, un diamante grezzo da svezzare. Classe 2005 che sogna il podio iridato
Hai 14 anni, di chiami Benedetta, hai appena vinto un Europeo juniores contro ragazzi di due, tre anni più grandi di te, sali su un aereo, ti aggreghi ad una delle squadre più forti del mondo per disputare il primo Mondiale della tua carriera, entri in vasca al debutto nella tua gara e inizi a mulinare gambe e braccia come se non ci fosse un domani, migliori il record italiano che è già tuo, diventi la prima donna in Italia ad aver nuotato un 50 rana sotto il 30″ e al mondo si contano sulla punta delle dita quelle che ci sono riuscite nella storia, non solo in stagione, dai un’occhiata alla classifica e noti che dietro di te ci sono in fila, Lily King, campionessa del mondo dei 50, Martina Carraro, bronzo mondiale dei 100 rana e mondiale in vasca corta dei 50 e Yuliya Efimova, campionessa del mondo dei 200 rana. Sorridi, fai sapere all’Italia che quel colore terribile che ti ha deturpato mezza chioma, in fondo, non ti dispiace e vai a riposarti.
Poche ore dopo sempre tu, che ha 14 anni e ti chiami Benedetta torni in vasca, te la giochi con Yuliya Efimova spalla a spalla, perdi, ribatti Martina Carraro, conquisti la tua prima finale mondiale della tua brevissima carriera entrando con il terzo miglior tempo, vai davanti ai microfoni mascondendo saggiamente il doppio colore dei capelli e dichiari candidamente che hai analizzato i dati che ti ha passato il tuo allenatore (Vito D’Onghia) e sai bene che al mattino riesci a rendere meglio che al pomeriggio, saluti, sorridi e te ne vai.
No, non cronache da Marte. E’ la terra, è Gwangju, è oggi, sono i Mondiali e questa ragazza che forse ci sta ingannando tutti perchè non può avere meno di 15 anni, viene dall’Italia, da Taranto e domani darà l’assalto al mondo intero. A quello della rana, si intende, che stamattina ha avuto un sussulto quando sul tabellone ha letto 29″98 a fianco al nome di Benedetta Pilato: la ragazzina che vuole riscrivere la storia. Viene in mente un episodio di dieci anni fa esatti: Riccione, campionati italiani, sempre 50 rana. La sconosciutissima Lisa Fissneider si conquista un posto in finale e quella finale la vince in 30″94 e un’atleta, all’uscita dalla vasca pronuncia la fatidica frase rivolta ad un’altra finalista: “La domanda non è come ha fatto, la domanda è: chi è?”
Immaginiamo Lily King e Yuliya Efimova guardarsi attorno, reperire informazioni, schede su una Benedetta Pilato che non era contemplata fra le avversarie:per il podio e che invece, con il ritmo e la frequenza mostrate ieri in batteria, potrebbe tentare di impensierire le grandissime di questa specialità. Potrebbe farlo ma potrebbe anche non riuscirci perchè nei giochi di quattordicenne, seppure cresciuta molto in fretta, ci sta anche di non riuscire a far quadrare il cerchio. Ci può stare e, nel caso, non andrà presa come una sconfitta. La vittoria è già esserci in questa finale e non è escluso che il pubblico, la gente, le telecamere, le luci, le avversarie lì a fianco, giochino brutti scherzi: non sarebbe un dramma. L’impressione, però, è che lei se la giocherà fino in fondo l’opportunità che si è costruita, magari contendendo il bronzo alla compagna ed ex enfant prodige (anche nei 15enne al Mondiale di Roma) Martina Carraro che sulla sua spinta ieri si è migliorata per due volte e probabilmente ha in canna il terzo miglioramento, fin dove non si sa.
Se la giocherà, Benedetta Pilato e poi tornerà a Taranto non prima di passare per i Mondiali juniores a guardare avanti e ad iniziare a preparare la sfida più difficile: allungare la performance fino ai 100 metri che finora non sono territorio che sentre anche suo ma che dovrà esplorare per forza se vorrà essere protagonista alle Olimpiadi. A tutti quelli che… la gioventù di oggi non è come quella di una volta consigliamo di mettersi davanti alla Tv alle 13.09 e magari, appena si può, a bordo vasca, scambiare due chiacchiere con Benedetta Pilato. Ne usciranno rassicurati: il futuro può essere in buone mani.
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Foto Lapresse
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Polonio
28 Luglio 2019 at 17:51
Quanto mai azzeccato menzionare la Fissneider, atleta esplosa un po’ meno chiassosamente, ma in modo analogo a Benedetta… e purtroppo “bruciata” da infortuni in serie, ma soprattutto da gestioni tecniche inadeguate (più ovviamente qualche limite caratteriale). Non solo: restando a dieci anni fa mi vengono in mente anche nomi come Boggiatto, Guzzetti, Scarcella, De Ascentis… facendo qualche passo in avanti troviamo Giulia Verona o Arianna Castiglioni… chi più chi meno costoro hanno fatto una o più “fiammate”, hanno messo insieme qualche risultato anche prestigioso, ma non sono mai state capaci di dare il 100%.
Ora il nuoto italiano pare FINALMENTE aver capito quanta terra bruciata è stata lasciata alle spalle, dedicandosi sia a salvare il salvabile (altri due “figli del 2009” come Martina Carraro e Stefano Ballo sono praticamente RINATI da quando hanno cambiato vita, città e tecnico) sia ad allevare correttamente i nuovi virgulti.
Che dire? Speriamo si continui così