MotoGP
Roger Federer e Valentino Rossi: gli highlander dello sport che si divertono a competere
9 titoli mondiali, 115 vittorie, 234 podi, 65 pole position e 95 giri veloci per il classe ’79; 20 Slam, 31 finali Major, 102 tornei vinti, 28 Masters 1000, 50 atti conclusivi nei 1000 per il classe ’81: sono alcuni numeri, non sparati a caso, di due personaggi sportivi che ancora calcano i campi da gara con spirito competitivo e voglia di divertirsi. Si sta parlando di Valentino Rossi e Roger Federer, per certi versi, gli highlander dello sport contemporaneo. Due sportivi che, al di là di quanto hanno fatto nella loro carriera, continuano a vivere la loro attività con l’entusiasmo di chi vuol comunque sempre mettersi in discussione.
Roger, viene dalla cocente sconfitta nella Finale di Wimbledon. Chissà quanti pensieri avrà fatto l’elvetico su quei match point non sfruttati contro il n.1 del mondo Novak Djokovic. Il sogno della nona corona è sfumato ma rimane la portata di un torneo di grande livello, con le solite giocate sopraffine, merce rara di un’attualità dello sport con racchetta e pallina un po’ monocorde. E’ vero, alla fine contano i risultati però nel caso del rossocrociato questi possono essere più una didascalia nel repertorio di magie messo in mostra sui campi di Church Road, usando la racchetta come Giotto e sorprendendo come Houdini.
Con lo stesso spirito il 46, nonostante le 40 primavere, è sempre lì in sella alla Yamaha in MotoGP, primo della pattuglia giapponese nella classifica iridata. Certo, la vittoria di tappa manca da due anni e ancor di più l’ebrezza di una sfida iridata (2015 con Jorge Lorenzo). Di acqua ne è passata sotto i ponti ma il “Dottore” aspira ad andare avanti. Le motivazioni sono altissime e la voglia di allenarsi e prepararsi anche. In questo caso, però, non basta solo il talento e il coraggio ma è necessario anche un aiuto da chi la moto la crea e che, nelle ultime annate, è venuto un po’ a mancare. L’ammirazione però per chi non vuol proprio attaccarlo il casco al chiodo è molta e come Federer, che aspira a giocare fino a 40 anni, così Rossi vorrebbe andare oltre, fino al 2022 perché la contesa vera da vincere è quella contro il ticchettio inevitabile dell’orologio.
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Foto: Janet McIntyre / Shutterstock.com