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Basket, Mondiali 2019. Meo Sacchetti: “Voglio un’Italia dura, giochiamo come le squadre povere. Gallinari e Datome essenziali”

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Ci vorrà un’Italia dura mentalmente, capace di muoversi tra i suoi limiti e all’occorenza saperli girare a proprio favore“. Questa è la Nazionale che il CT Meo Sacchetti vuole per i Mondiali 2019 di basket che scatteranno il 31 agosto, la nostra Nazionale si presenterà in Cina con l’obiettivo di disputare un buon torneo e agguantare quantomeno la partecipazione al torneo preolimpico del prossimo anno.

L’allenatore ha rilasciato una lunga intervista a Repubblica e si è soffermato sulle potenzialità della sua formazione e degli avversari: “Al di là di chi gioca e chi no, l’aspetto della lotta è quello che non deve mancarci. Rubare palloni, guadagnare rimbalzi, lottare per quaranta minuti. Giocare come giocano le squadre povere. Di squadre “ricche” ce ne sono tante, l’elenco è infinito e qualcuna, come Grecia e Serbia, l’abbiamo già incontrata. Perdere non insegna granché, ma il margine di cui parlo è la possibilità di recuperare le nostre stelle. Gallinari e Datome sono essenziali, sappiamo che non tutti i giocatori sono uguali e loro, con Belinelli, sono di una caratura superiore. Quando saremo al completo faremo una bella festa. Gli altri sono giocatori di ruolo, da cui mi aspetto lavoro, minuti importanti, grinta infinita“.

Pietro Aradori ha polemizzato riguardo alla sua mancata convocazione:E’ doloroso quando devi tagliare giocatori che hanno partecipato alle finestre di qualificazione“. Servirà grande carisma all’Italia: “Se andiamo molli perdiamo palloni, perdiamo rimbalzi, facciamo fali, ci infiliamo da soli nel sacco. Sarà comunque un processo di autoconsapevolezza progressiva, più siamo convinti di quel che possiamo fare più saremo sfacciati“.

Quali saranno gli obiettivi della nostra Nazionale?: “Non ce ne possiamo porre, il nostro obiettivo si chiama Filippine, poi si chiamerà Angola, poi Serbia. Non siamo nelle condizioni di poter sottovalutare nessuna partita, di viverle come esperimenti o allenamenti. Ma tutto ci sarà utile, se vissuto con lo spirito giusto“. Sarà una squadra che si farà riconoscere in maniera chiara: “L’urlo del gruppo, prima della partita. Vorrei che venisse da dentro, come un ruggito. Io capirò allora che ci siamo. Spero che ci sentirete, anche in Italia“.

 

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Credit Ciamillo

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