Ciclismo
Classica di Amburgo 2019: i favoriti. Viviani a caccia del tris contro Ewan, Ackermann e Groenewegen. Incognita Sagan
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Torna domenica 25 agosto la Classica di Amburgo, prestigiosa gara in linea per velocisti giunta, ormai, alla 24esima edizione. Molti sono gli sprinter di punta che si presenteranno al via della gara teutonica, alla ricerca di un successo di assoluto rango. Il favorito numero uno non può che essere il nostro Elia Viviani (Deceuninck-Quick Step), fresco vincitore del Campionato Europeo che su questo traguardo si è imposto sia nel 2017 che nel 2018.
Tra i rivali più pericolosi dell’azzurro troviamo innanzitutto la maglia ciclamino dell’ultimo Giro d’Italia, il tedesco Pascal Ackermann (Bora-Hansgrohe). Il padrone di casa, nelle ultime settimane, ha vinto due tappe al Tour de Pologne, prima di piazzarsi terzo al Campionato Europeo. In prima fila a contendere il successo all’oro olimpico di Rio 2016 ci sarà anche colui che qua trionfò nel 2016: Caleb Ewan (Lotto-Soudal). L’australiano ha dominato gli sprint nell’ultimo Tour de France (3 vittorie di tappa alla Grande Boucle) ed è, probabilmente, l’uomo più veloce del momento.
Appena dietro questi troviamo una serie di sprinter degni di nota, a cominciare da quel Dylan Groenewegen (Team Jumbo-Visma) il quale, benché stia affrontando un periodo difficile, non va mai sottovalutato, dato che possiede delle incredibili punte di velocità. Vi è, poi, Alexander Kristoff (UAE Team Emirates), un habitué delle posizioni nobili delle gare in linea dedicate agli sprinter, il quale qua vinse nel 2014. Non va sottovalutato, nemmeno, il vincitore della Sanremo 2016 Arnaud Demare (Groupama-FDJ) che qua si impose nel 2012 da neopro, mentre nelle ultime due edizioni è stato battuto solo da Viviani.
Complicato capire, invece, che ruolo potrebbe avere Peter Sagan (Bora-Hansgrohe). Lo slovacco torna alle gare dopo quasi un mese di stacco (non attacca il numero alla schiena dalla Grande Boucle) e in casa ha un rivale come Ackermann che, nelle ultime settimane, ha dimostrato di godere di un’ottima condizione. Il tre volte campione del mondo, dunque, si metterà al servizio di Ackermann o farà corsa parallela?
Tra i velocisti di secondo piano non vanno sottovalutati Jasper Philipsen (UAE Team Emirates), di recente grande protagonista al Binckbanck Tour, e Kristoffer Halvorsen (Team Ineos), grande sprinter ai tempi degli U23 (fu campione del mondo di categoria a Doha davanti ad Ackermann) che tra i professionisti sta faticando a ingranare. Difficile, invece, che il veterano André Greipel (Team Arkéa-Samsic), vincitore ad Amburgo nel 2015, possa dare filo da torcere ai migliori. Il tedesco, infatti, sembra ormai aver finito le munizioni e al Tour de France non è riuscito a piazzarsi nei primi 5 in nessuna tappa.
Per quanto riguarda la truppa italiana, oltre a Viviani ci sono tante altre frecce. Da Giacomo Nizzolo (Team Dimension Data), vincitore della tappa inaugurale della Vuelta a Burgos, a Sacha Modolo (EF Education First), passando per Sonny Colbrelli (Bahrain-Merida), Matteo Trentin (Mitchelton-Scott), Jakub Mareczko (CCC Team) e la giovane promessa Matteo Moschetti (Trek-Segafredo).
E gli attaccanti? Difficile vedere un arrivo diverso dallo sprint di gruppo, l’ultima volta in cui successe fu nell’ormai lontano 2007, quando Alessandro Ballan sorprese il gruppo con una grande fucilata. Qualcuno, però, ci potrebbe provare. Ad esempio un Michal Kwiatkowski (Team Ineos) alla ricerca di riscatto dopo una Grande Boucle opaca, o quel Marc Hirschi (Team Sunweb), vincitore di Campionato Europeo e Mondiale tra gli U23 nel 2018, che prima a San Sebastian e poi al Binckbanck Tour ha dimostrato di essere uno degli uomini più in forma del momento. Un altro nome che va sempre tenuto in considerazione, in quest’ottica, è il vincitore della prima frazione della Grande Boucle Mike Teunissen (Team Jumbo-Visma). Il neerlandese al Binckbanck Tour ha fatto vedere che la condizione c’è ancora e potrebbe provare un colpo di mano nell’ultimo km, con la collaborazione del compagno Groenewegen, come quello con cui ha vinto l’ultima tappa della 4 Jours de Dunkerque a maggio.
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Foto: Valerio Origo