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US Open 2019: le speranze di Matteo Berrettini, la concretezza del pericolo Rublev. Naomi Osaka e Bianca Andreescu in rotta di collisione
Era riuscito a giocare, dopo Wimbledon, appena una partita a causa di un infortunio a una caviglia: quell’unico match l’aveva perso, a Cincinnati, contro Juan Ignacio Londero. I dubbi su Matteo Berrettini, per questo, erano legittimi, tanto più che avere Richard Gasquet al primo turno non è stato proprio il migliore dei regali. Eppure il romano, una volta visto che il tabellone di questi US Open si è aperto in maniera estremamente interessante per molti con le eliminazioni di Dominic Thiem e Stefanos Tsitsipas, è riuscito a infilarsi nel varco giusto con personalità e capacità di gestire le situazioni pericolose.
Il prossimo ostacolo del nostro giocatore sarà Andrey Rublev. Con il russo non sarà un match semplice, perché ha eliminato sia il greco Tsitsipas che Nick Kyrgios, impedendo, assieme a Berrettini, il realizzarsi di un derby australiano. Non solo: Rublev sta giocando davvero molto bene, come testimonia anche l’aver eliminato Roger Federer a Cincinnati e come si nota anche dal fatto che Kyrgios, nel suo match, è stato abbastanza timoroso dei passanti del suo avversario da scendere a rete molto meno del dovuto. Resta comunque un’occasione molto importante per Berrettini, che rispetto a Wimbledon ha un avversario meno avvolto da un’aura di imbattibilità e con il quale può legittimamente fare la sua partita.
Non va dimenticato, inoltre, un dettaglio: si tratta di uno spicchio di tabellone particolarmente fortunato, perché in semifinale andrà uno tra Rublev, Berrettini, il francese Gael Monfils (che è il favorito per arrivarci, anche se ha speso tantissimo per battere il canadese Denis Shapovalov in un match vibrante) e lo spagnolo Pablo Andujar nella sua miglior versione Slam di sempre, come Lorenzo Sonego ha scoperto a sue spese. Per qualcuno è l’occasione della vita, per qualcun altro è soltanto il possibile inizio del cammino: quel che è sicuro è che trovarsi fuori dalla traiettoria di Federer, Djokovic e Nadal aiuta.
A proposito di Rafael Nadal, il maiorchino ha affrontato il suo primo vero ostacolo sulla strada che lo porta alla semifinale. Il sudcoreano Hyeon Chung, in ripresa dopo un periodo piuttosto lungo di infortuni, è stato messo fuori causa senza tanti complimenti, e appare sempre più probabile la sfida con Alexander Zverev: il tedesco si è parzialmente ripreso dai cinque set con Frances Tiafoe battendo in quattro lo sloveno Aljaz Bedene. La prossima sfida sembra sorridere più a Zverev che al mancino di Manacor: l’uno trova l’argentino Diego Schwartzman, che pure è arrivato ai quarti due anni fa, l’altro uno che a New York nel 2014 ha vinto, Marin Cilic, e si sa quanto possa essere pericoloso il croato se le sue principali armi, il dritto e il servizio, funzionano a dovere.
Il tabellone femminile è stato scosso da un vento a metà tra novità e sorprese. Sul primo fronte c’è Bianca Andreescu, sempre più a suo agio sui palcoscenici importanti e capace, nonostante una certa dose di pathos, di eliminare la danese Caroline Wozniacki, che i match non tende a regalarli così spesso. Sarà molto interessante la sfida con Taylor Townsend, che racconta tanto, anche al di là del tennis (peraltro, quello dell’americana è tutto da godere), per il vissuto in questo sport e non delle due giocatrici. Teoricamente c’è lo spazio per una semifinale di Andreescu contro Naomi Osaka, e allora contro la giapponese potrebbero davvero esserci i fuochi d’artificio.
Sul secondo fronte, invece, il nome caldo è quello di Julia Goerges, che riesce a costringere l’olandese Kiki Bertens a prendere l’aereo di ritorno, trovandosi a ripetere il suo miglior risultato a Flushing Meadows, che aveva raggiunto per la prima volta solo due anni fa. La grande occasione è sia per lei che per la croata Donna Vekic, in un tabellone femminile che già da oggi prevede una qualità di partite sottovalutata da tanti, ma che è veramente alta, come non accadeva forse da molti anni.
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federico.rossini@oasport.it
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Foto: LaPresse