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Basket, Mondiali 2019: l’Angola ai raggi X. Carlos Morais primo terminale offensivo, occhio all’ex Virtus Bologna Yanick Moreira
Si avvicina il secondo impegno dell’Italia ai Mondiali di Cina 2019. Dopo l’esordio con le Filippine, gli azzurri si apprestano ad affrontare a Foshan l’Angola, una delle cinque formazioni africane presenti in questa rassegna iridata. Nella giornata di ieri gli uomini allenati dall’americano Willy Voigt sono stati battuti in modo nettissimo, 59-105, da una Serbia in stato di grazia (per intenderci, 23/35 da 2, 13/20 da 3 e 20/25 in lunetta, cioè 66%, 65% e 80%).
Il miglior giocatore dell’Angola, e l’ha dimostrato anche ieri, è la guardia Carlos Morais. Classe 1985, in passato in orbita Toronto Raptors, hanno imparato a conoscerlo bene i tifosi di Siena, in Serie A2, prima che la società toscana finisse invischiata in problemi finanziari tali da determinarne l’esclusione dal campionato cadetto. Con il 3/4 da 2 e il 3/6 da 3 della gara d’esordio ha confermato i suoi tratti principali di pericolosità (alla Mens Sana chiuse con il 43.8% e il 39.7% rispettivamente), con particolare attenzione a una spiccata tendenza a partire in penetrazione.
L’altro giocatore che, nel 2019, ha trovato casa in Italia è il centro Yanick Moreira, che ha disputato la parte finale della stagione con la Virtus Bologna, mettendo insieme 8.6 punti a gara con oltre il 60% da 2. Contro la Serbia, però, è stato anche lui in difficoltà, a causa della combinazione di talento, altezza e sostanza dei lunghi serbi (senza contare che Sasha Djordjevic, avendolo allenato per una parte di stagione, ha avuto modo di conoscerlo). Potrebbe essere più pericoloso per l’Italia, visto che il nostro reparto lunghi non è allo stesso livello di quello serbo.
In evidenza, nella partita di ieri, anche Leonel Paulo, unico oltre a Morais in doppia cifra: molto bravo a prendere il lato destro nelle penetrazioni, risulta meno efficace dal lato sinistro.
Complessivamente, l’Angola è una squadra con centimetri non proprio in abbondanza (in quattro superano i due metri), e che si basa in gran parte sul blocco del Petro de Luanda, squadra tra le più importanti del campionato locale assieme al Primeiro de Agosto e al Recreativo do Libolo. Risulta obbligata a cercare il gioco per vie perimetrali, in cui ieri non ha dato proprio il massimo (30.8%, 8/26). C’è un naturalizzato in squadra, il secondo americano in tutta la storia del Paese ad aver ottenuto la cittadinanza angolana, Reggie Moore, ala grande che ha passato i 38 anni e con una discreta esperienza in squadre di medio-bassa fascia in Germania, Spagna e Israele prima di approdare nella nazione africana. Sul fronte dell’esperienza ci sono anche Olimpo Cipriano, che più di dieci anni fa ha tentato la Summer League con i Detroit Pistons, senza successo, e il capitano Eduardo Mingas, che ha raggiunto i quarant’anni, mentre da limitare sono il play tascabile (ma non troppo) Gerson Domingos, l’ala piccola Josè Antonio e l’altro centro Joaquim Valdelicio, unico altro giocatore oggi all’estero (e precisamente all’Obras Sanitarias, una delle squadre storiche del panorama cestistico d’Argentina).
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federico.rossini@oasport.it
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Credit: Ciamillo