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Basket, Mondiali 2019: Italia-Serbia, in palio una buona fetta di quarti di finale. Scontro diretto cruciale in attesa della Spagna

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Dopo le due vittorie non certo difficili contro Filippine e Angola, per l’Italia si passa direttamente a uno dei due livelli più duri di questi Mondiali di Cina 2019: quello rappresentato dalla Serbia.

La formazione di Sasha Djordjevic, così come quella di Meo Sacchetti, ha passeggiato sulle due avversarie del girone D, permettendosi di tenere a riposo Nemanja Bjelica nella sfida contro l’Angola e di mandare sette uomini in doppia cifra contro le Filippine. Azzurri e serbi si sono letteralmente trascinati gli uni con gli altri verso la seconda fase, e adesso possono giocarsi l’ordine nel quale affronteranno la Spagna. La perdente di quest’oggi sarà la prima a vedersela con gli uomini di Sergio Scariolo, la vincente sarà invece la seconda: le date saranno quelle di venerdì 6 e domenica 8.

Sia Italia che Serbia, grazie alle larghe vittorie, hanno potuto permettersi di far ruotare abbondantemente tutti i 12 elementi del roster: un fattore, questo, di non secondaria importanza nel cammino che porterà dall’odierna Foshan alla futura Wuhan. Se per la squadra di coach Djordjevic la questione del riposo è forse un po’ meno importante, a causa della profondità di cui dispone, lo stesso non si può dire dell’Italia, che aveva bisogno di due cose: tenere freschi i suoi big per gli appuntamenti importanti e inserire in maniera ancora migliore i giocatori della panchina nelle rotazioni. Entrambi gli obiettivi sono stati raggiunti: Danilo Gallinari, Marco Belinelli, Gigi Datome e Daniel Hackett hanno tutti giocato circa 40 minuti, ed è anche arrivata la positiva notizia che vede Amedeo Tessitori capace, con umiltà e dedizione, di guardare, imparare, reggere l’urto di gente ad oggi più forte di lui e raccogliere tutte le occasioni che gli capitano a tiro. Forse non basterà per fermare l’immensa batteria di lunghi serba, ma in questo caso la notizia è un’altra: un centro puro di buon livello l’Italia se lo può costruire, e non si aspettava di poterlo fare.

Ovviamente, le chiavi tattiche del match saranno tutte imperniate sul problema di fermare l’immensa classe di buona parte dei giocatori serbi. Il pericolo numero uno è Nikola Jokic, che fa parte del lotto dei migliori centri del mondo, nell’ultima stagione NBA ha viaggiato a oltre 20 punti di media e finora si è semplicemente permesso di nascondersi. Dietro di lui c’è Boban Marjanovic, un esemplare di gigante coordinato di 221 centimetri cui basta davvero poco per sovrastare la stragrande maggioranza dei giocatori in questa rassegna iridata. Chi si è più messo in luce finora, però, è Bogdan Bogdanovic, che dagli oltre 14 di media con i Sacramento Kings è passato agli oltre 20 delle prime due gare in Cina. Loro tre, e Nemanja Bjelica, sono i più complessi da marcare per Gallinari e compagni. Proprio il Gallo appare il principale indiziato per andare sulle tracce di Jokic, con il quale ha condiviso due stagioni piene dall’altra parte dell’oceano.

Il precedente più recente in manifestazioni ufficiali risale agli Europei 2017, quando, nei quarti, la Serbia eliminò gli azzurri per 67-83 con roster simili soltanto per metà, e ancor meno paragonabili in termini di punti di forza. Le sfide più vicine, invece, sono quelle della preparazione a questi Mondiali: nella prima l’Italia, priva di Gallinari e Datome, è stata seppellita sotto 32 punti di distacco (96-64), ma nella seconda è stata davvero vicina a trovare una vittoria che avrebbe sporcato il percorso immacolato dei balcanici prima della rassegna iridata. I due punti, però, sarebbero ancora più importanti oggi, perché assumerebbero un’importanza enorme: nella seconda fase ci si portano infatti dietro i risultati della prima, il che significa che due formazioni partono a quota 2, le restanti a 1 (secondo il sistema di punteggio della FIBA, che assegna due punti per la vittoria e uno per la sconfitta, a differenza delle tradizioni dei campionati nazionali). E visto quanto accaduto nelle ultime ventiquattr’ore, con la sconfitta clamorosa della Germania, la debacle della Grecia e i rischi corsi da Team USA salvo per miracolo, credere nella possibilità di mandare un segnale a questi Mondiali non costa nulla.

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federico.rossini@oasport.it

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Credit: Ciamillo

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