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Golf, PGA Tour 2019: Joaquin Niemann scrive la storia all’A Military Tribute at the Greenbrier trionfando a 20 anni

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Quando il cileno Joaquin Niemann ieri è entrato in club house al termine del sabato dell’A Military Tribute at the Greenbrier 2019 con un paio di colpi di vantaggio, in molti hanno cominciato ad avere il sentore che questo potesse diventare un fine settimana storico per il PGA Tour.  Sul campo par 72 dell’Old White TPC Course in West Virginia l’arrembante ventenne sudamericano ha saputo mantenere i nervi freddissimi anche nel round finale e ha stupito tutti con un fantastico giro in -6, trionfando in totale solitaria con lo score di -21 complessivo.

La vittoria di Niemann è storica per due semplici ragioni: non solo è il primo cileno a riuscire a vincere sul PGA Tour ma entra di diritto nella storia in quanto solamente il terzo non-statunitense di sempre capace di trionfare in questo contesto prima di compiere 21 anni. Chi sono gli altri due? Rory McIlroy e Seve Ballesteros. Decisamente non male. Il trionfo è stato nettissimo, ben sei colpi di vantaggio sullo statunitense Tom Hoge (-15) e sette sul quartetto composto da altri quattro golfisti a stelle e strisce, Brian Harman, Harris English, Nate Lashley e Richy Werenski che hanno chiuso con un totale di -14.

Il Greenbrier regala però anche un’altra fantastica storia che è quella di Viktor Hovland. Il rookie norvegese era già riuscito a mettersi in mostra parecchie volte in questa stagione che per lui ha rappresentato davvero il momento dell’esplosione definitiva, con apice il quarto posto agguantato nel Wyndham Championship. Per Hovland questa settimana è arrivato un ottimo decimo posto con lo score finale di -12 ma la notizia vera è un’altra: il suo giro in 64 di oggi è incredibilmente il 17° round consecutivo sotto ai 70 colpi, una statistica che va a pareggiare il record fatto segnare da Bob Estes nel 2001 e che potrebbe essere definitivamente abbattuto al prossimo torneo.

Chiude il torneo a -5 in 47esima posizione l’unica vera star presente nel field, il quarantenne nato in Florida non è mai riuscito a trovare il giusto feeling per attaccare le bandiere come sa fare ed è rimasto abbastanza anonimamente nelle retrovie per tutta la settimana. Stesso score finale anche per un altro statunitense, Kevin Chappell, balzato agli onori della cronaca venerdì per essere diventato l’undicesimo giocatore della storia a infrangere il muro dei 60 colpi con il suo secondo giro in 59. Weekend molto meno positivo per lui in 1 sopra par.

 

 

 

 

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Foto: shutterstock.com (Brian Harman)

michele.brugnara@oasport.it

Twitter: MickBrug

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