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Ciclismo, Mondiali 2019: outsider e possibili rivelazioni. Sam Bennett e Alexey Lutsenko guidano la lista delle potenziali sorprese

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Un Mondiale di ciclismo di 280 km, come quello che ci aspetta questa domenica ad Harrogate, nello Yorkshire, non è una corsa che si presta molto a outsider ed eventuali sorprese. Il motivo è presto detto: in fondo a quella distanza, in pochi ci arrivano con ancora benzina nel serbatoio e, per ovvi motivi, sono chiaramente sempre i soliti. Qualche nome che può sorprendere, ad ogni modo, c’è. Partendo dall’irlandese Sam Bennett, velocista che, come abbiamo visto anche alla Vuelta negli arrivi di Toledo e Guadalajara, va fortissimo anche sugli strappi. Il motivo per cui c’è qualche dubbio sulle sue chance di giocarsi la maglia iridata, nonostante il tracciato su misura, è proprio la sopraccitata lunghezza della gara. Lo attendevamo protagonista alla Sanremo, l’unica classica che vanta un chilometraggio superiore, questa primavera, ma, all’epoca, gli si spense la luce prima del Poggio.

L’uomo più in forma del momento è sicuramente Alexey Lutsenko, vincitore, settimana scorsa, di Coppa Sabatini e Memorial Pantani. Il kazako ha nelle corde l’attacco da lontano e può anche pensare di portare via un gruppo di 4/5 atleti, poiché in volata non è fermo. Il suo problema è che avrà una selezione non all’altezza a supportarlo e, dopo le imprese degli ultimi giorni, sarà sorvegliatissimo. Inoltre, in carriera ha sempre deluso, fino ad oggi, nel grandi appuntamenti.

In casa Francia c’è un nome che stuzzica la fantasia dei tifosi più scafati: Benoit Cosnefroy. Il corridore dell’Ag2r è già stato campione del mondo tra gli U23 a Bergen e il percorso di Harrogate è cucito su misura per lui. In primavera ha vinto Paris-Cambebert e Gp de Plumelec, ma è negli ultimi due mesi che ha fatto vedere le cose migliori. Da agosto ad oggi, infatti, ha conquistato Polynormande e Tour de Limousin, si è piazzato nei 10 alla Bretagne Classic e al Gp de Québec ed è stato protagonista, in compagnia di Julian Alaphilippe, di un attacco a due rintuzzato solo nelle ultime centinaia di metri al Gp de Montreal. Tutti si aspettano il sopraccitato vincitore della Sanremo 2019, ma chissà che i transalpini non piazzino la sorpresa con un corridore che ha tutti i crismi per recitare il ruolo di Freire nel 1999.

In caso di corsa particolarmente dura, come quella vista tra gli juniores, ci sono alcune nazionali che possono tirare fuori diverse frecce dalla faretra. In primis la Slovenia del tridente Pogacar-Mohoric-Roglic. Il primo è un corridore che si esalta come pochi in giornate di maltempo, e domenica dovrebbe piovere tutto il giorno, il secondo è uno specialista dei Mondiali, avendo vinto la maglia iridata sia tra gli junior che tra gli U23, e il terzo non necessita di presentazioni. Anche la Danimarca ha una selezione pronta a venire fuori in caso si facesse molta fatica. A capitanarla ci sono il vincitore della Liegi-Bastogne-Liegi Jakob Fuglsang e quel Kasper Asgreen che fu 2° al Giro delle Fiandre dopo essere stato a lungo in fuga.

In caso di corsa blanda, invece, attenzione a non portare in volata il tedesco Pascal Ackermann, apparso in formissima nelle ultime uscite tra tra Primus Classic e Gooikse Pijl. Sempre nella selezione teutonica, un altro nome pericolosissimo è Nills Politt, corridore che viene fuori col passare dei km e che quest’anno è già giunto 2° alla Parigi-Roubaix. Vale la pena staccare prima dello sprint anche il leader della selezione britannica Ben Swift, il quale non è veloce come il sopraccitato vincitore della maglia ciclamino al Giro 2019, ma ha già fatto podio due volte alla Milano-Sanremo, segno che dopo 280 km ha ancora energie per essere insidioso in un arrivo abbastanza numeroso.

Altri nomi interessanti sono il ceco Zdenek Stybar, da buon crossista sicuramente a suo agio su un circuito planimetricamente esigente come quello di Harrogate, gli svizzeri Michel Albasini e Marc Hirschi, quest’ultimo campione del mondo U23 l’anno scorso, il norvegese Amund Grondahl Jansen, l’australiano Simon Clarke, 2° all’ultima Amstel Gold Race, e il neerlandese Mike Teunissen, ottimo vice di Van der Poel e prima maglia gialla dell’ultimo Tour.

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Foto: Shutterstock

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