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Atletica, Mondiali 2019: svelata la 4×400 mista dell’Italia. Lukudo guida gli azzurri, serve la finale per volare alle Olimpiadi
Oggi pomeriggio (ore 19.12) l’Italia disputerà la batteria della 4×400 mista ai Mondiali 2019 di atletica leggera, si tratta della nuova staffetta che debutterà alle Olimpiadi di Tokyo 2020 e che abbiamo già visto a inizio stagione durante le World Relay. La nostra Nazionale si presenterà in pista a Doha (Qatar) con l’obiettivo di qualificarsi alla finale, essere tra le migliori otto permetterebbe di staccare il pass per la rassegna a cinque cerchi.
Il CT Antonio La Torre ha svelato il quartetto che andrà a caccia dell’atto conclusivo: prima frazione affidata a Edoardo Scotti, che passerà il testimone a Giancarla Trevisan, poi la pesantissima carta di Raphaela Lukudo e chiusura affidata a Brayan Lopez. Gli azzurri sono impegnati nella seconda batteria, inseriti in quinta corsia: gli avversari più pericolosi sono Polonia, Germania e Belgio, ma attenzione a Giappone, Brasile e Kenya: passano le prime tre classificate delle due batterie e i due migliori tempi.
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Foto: FIDAL/Colombo
Graziano
28 Settembre 2019 at 14:57
Spero di sbagliarmi e che i ragazzi chiamati in causa ottengano la qualificazione, ma la scelta del DT La Torre è l’ennesima dimostrazione del pressapochismo con cui viene gestito ogni grande evento atletico. C’è in palio la qualificazione olimpica, in ottica italiana la batteria vale più di una finale, e noi teniamo in panchina i migliori? La scelta ricade su Scotti che non è un partente della staffetta, frazione finale a Lopez che non ha lo spunto per chiuderla, fuori anche Chigbolu e Folorunso (magari non è in forma, ma allora perché portarla?) che hanno i parziali migliori. Significa volerci far male da soli. Le staffette quest’anno hanno una valenza speciale, si è lavorato giustamente con stage mirati, ma proprio l’obiettivo olimpico, visto che salvo clamorose sorprese non abbiamo grandi velleità di medaglia, dovrebbe spingere il gruppo a giocarsi tutto in batteria, andare a Tokyo con un anno di anticipo sarebbe già una medaglia. Ripeto, spero tanto di sbagliarmi