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F1, GP Russia 2019: sesta pole stagionale per Charles Leclerc, nessuno come lui. Il nuovo Re del giro secco

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Il segreto di un fuoriclasse del volante è quello di tirar fuori il meglio possibile dalla macchina e sfruttarlo al 100%. Charles Leclerc sembra su una nuvola in questo momento: quarta pole position consecutiva con la Ferrari nel Mondiale 2019 di F1, la sesta stagionale e della sua carriera, nessuno come lui in quest’annata. Il titolo di “Re del giro secco” gli calza a pennello e a Sochi, nel fortino della Mercedes, il monegasco a bordo della sua Rossa ha dato un’altra dimostrazione della sua velocità.

Un weekend ai limiti della perfezione quello del 21enne nativo del Principato e fin dal venerdì si era capito che la SF90 n.16 aveva chance per allungare la striscia di p.1 iniziata a Spa e continuata a Monza e a Singapore. La scuderia di Maranello ha compiuto un lavoro straordinario perché quel minuto di distacco a Budapest pare storia di qualche decennio, eppure si parla del 4 agosto 2019. I tecnici hanno trovato finalmente le contromisure alle problematiche di bilanciamento della monoposto che, fino a quel momento, era più affine a un dragster piuttosto che a una monoposto della massima categoria dell’automobilismo.

Miglioramenti in tutte le aree che hanno permesso a Charles di mettere a frutto il suo talento, cresciuto gara dopo gara nel corso di questo primo anno sotto l’insegna del Cavallino Rampante. Il riscontro odierno, dal sapor a Cinque Cerchi visto il luogo in cui si è, porta all’accostamento di chi fa già parte indiscutibilmente dell’Olimpo dei motori, ovvero Michael Schumacher. L’ultimo pilota in “Rosso”, in una stagione, a ottenere quattro pole consecutive fu proprio il Kaiser (Monza-Malesia 2000). Schumi seppe poi portare avanti quella serie fino al GP del Brasile del 2001 (7 p.1 consecutive).

Numeri importanti perché la Ferrari non otteneva quattro partenze dalla prima piazzola dal 2006, con Charles che eguaglia il record di Juan Manuel Fangio: 6 p.1 alla sua prima stagione a Maranello per il mitico pilota argentino. Solo l’austriaco Niki Lauda ne conquistò di più: 9 nel 1974. Statistiche, però, che possono fare da didascalia rispetto alla guida di un racing driver che non merita più l’appellativo di “Predestinato”, trattandosi di una solida realtà. Certo, conterà fare punti domani e, avendo nove titoli iridati alle spalle, non sarà facile (Lewis Hamilton 2° e Sebastian Vettel 3°). Tuttavia, rimarcare la sua prova è un attestato di verità e non proselitismo, anche guardando al confronto con il titolato compagno di team che, al netto dei problemi tecnici, è sempre finito dietro dal GP di Francia in poi nel time-attack.

 

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giandomenico.tiseo@oasport.it

Twitter: @Giandomatrix

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