Formula 1
F1, Mondiale 2019: Vettel-Leclerc, un binomio preoccupante. Meno strategie e più libertà d’azione in pista
Ammettere di essere delusi dall’esito della gara di Sochi (Russia), 16° round del Mondiale 2019 di F1, non è certo fare uno sgarbo a qualcuno, guardandola in chiave ferrarista. Il risultato delle qualifiche aveva alimentato forti speranze sulla corsa domenicale, viste anche le indicazioni che si erano avute nel corso del weekend nelle simulazioni del passo gara.
Il riscontro finale è stato diverso e le Mercedes hanno allungato la striscia vincente sul circuito russo, vero e proprio fortino della scuderia di Brackley (sempre vincente). La doppietta messa a segno dal britannico Lewis Hamilton e dal finlandese Valtteri Bottas fa male perché la Rossa aveva tutte le chance per far propria anche questa gara e sfatare il tabù ma alcune situazioni alimentano dubbi e perplessità.
Di sicuro, il primo aspetto è l’affidabilità: il problema alla parte ibrida della SF90 ha condannato il tedesco Sebastian Vettel (in grande spolvero nella prima parte di corsa) e la stessa scuderia di Maranello, visto che la Virtual Safety Car è stato l’episodio che di fatto ha servito su un piatto d’argento il successo ad Hamilton (alle spalle delle monoposto del teutonico e di Charles Leclerc prima del valzer dei pit-stop). Una vittoria, quindi, regalata per questo motivo ma i punti da chiarire sono anche altri e riguardano la gestione dei due piloti in Ferrari.
Sta diventando una spiacevole abitudine che Vettel e Leclerc abbiano cose da chiarire alla fine di una corsa. Era accaduto a Singapore, per il famoso undercut di Seb, e ora la storia si è ripetuta anche a motori spenti a Sochi. Probabilmente le strategie a tavolino, in maniera così esasperata, non si adattano all’attuale contesto a Maranello. Il dualismo citato può assumere dei contorni preoccupanti. La scia concessa da Leclerc a Vettel e il sorpasso del tedesco avrebbe dovuto portare a uno scambio di posizioni da parte dei due piloti successivamente. Charles se lo sarebbe aspettato immediatamente ma questo non è stato possibile in quanto la distanza tra Hamilton e le due Rosse era limitata.
In realtà, però, il sorpasso di Sebastian è stato effettuato in maniera normale e, inaspettatamente, il quattro volte iridato ha messo in mostra un passo gara notevole, quasi volendo far capire alla squadra di puntare su di lui e non sul monegasco, che parlava forse un po’ troppo alla radio. La scuderia ha tenuto fede a quanto stabilito e quindi si è fatto di tutto per favorire l’avvicendamento di Leclerc nel momento della sosta per cambiare le gomme, anche a discapito della situazione agonistica, considerato che era il teutonico ad avere un vantaggio consistente su Lewis e non l’altro alfiere di Maranello. Il problema tecnico citato, poi, ha cambiato il corso della storia però forse lo spunto di riflessione è che la strategia debba seguire l’andamento del GP e sulla base di ciò prendere le decisioni del caso. Mettere in pratica certi stratagemmi può avere degli effetti collaterali di cui il team dovrà tener conto in futuro quando la posta in palio sarà ancora più alta. Avendo a disposizione due piloti di grande qualità, la libertà d’azione (entro certi limiti) è forse la via migliore perché questo senso di “preconfezionato” ha più risvolti negativi che positivi.
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giandomenico.tiseo@oasport.it
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