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Taekwondo
Taekwondo, Alessia Koroktova non ha ancora la cittadinanza italiana. Angelo Cito: “Norma assurda”
La FITA, attraverso il presidente Angelo Cito, alza la voce circa la situazione di Alessia Koroktova, atleta nata in Russia ma cresciuta a Reggio Emilia, che non può rappresentare l’Italia alle Olimpiadi di Tokyo 2020 in quanto non ha ancora la cittadinanza. Così all’ANSA il numero uno della federazione di taekwondo.
Queste le dichiarazioni di Angelo Cito: “Alessia da sempre ha il desiderio di gareggiare per il suo Paese, che è l’Italia, e si è sempre impegnata tantissimo. Ha ottenuto risultati importanti fino ad essere convocata ai raduni ma è costretta da questa assurda norma a rimanere a casa“.
Prosegue il presidente: “Avere un’atleta del livello di Alessia e non averla in Nazionale è una sconfitta per tutti, ma noi non ci arrenderemo e saremo sempre al fianco dei ragazzi come Alessia, affinché possano realizzare il loro e il nostro sogno, vederli partecipare ai Giochi per un Italia sempre più inclusiva“.
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roberto.santangelo@oasport.it
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Foto: FITA
cavabara
2 Ottobre 2019 at 08:58
Non ho altro da aggiungere a quello scritto da Ghost….basta una firma….una sola firma….
Siamo proprio dei fenomeni ( per non dire altro ) se lasciamo che una ragazza di 21 anni smetta di praticare lo sport per colpa di lungaggini burocratiche!
MARIO82
2 Ottobre 2019 at 18:02
Si e’ assurdo che per colpa di una legge anacronistica si rischiano di perdere questi talenti.
ghost
1 Ottobre 2019 at 20:35
la situazione è la stessa dei vari lottatori che potremmo schierare e invece siamo costretti a lasciare in panchina…
non è con queste sparate che si risolve il problema, a meno che non si voglia solo fare demagogia politica sulle baggianate tipo ius soli, ius culturae et similia.
la verità è che basta una firma del presidente della repubblica (e quello attualmente in carica è sempre molto attento e disponibile nei confronti delle esigenze dello sport azzurro) e si concede la cittadinanza per meriti speciali all’atleta in questione.
punto.
senza pretendere che ci si metta a sfornare leggi generali sulla questione, che francamente, in un paese alla deriva come il nostro, è l’ultimo dei problemi.
MARIO82
2 Ottobre 2019 at 17:54
Quì non si tratta di naturalizzati o gente che prende la cittadinanza per matrimonio ma di persone che sono nate o cresciute nel nostro paese e che quindi sono culturalmente italiani e si sentono italiani a tutti gli effetti.
Ragazzi che sono madrelingua italiana e hanno una formazione culturale italiana per quale motivo devono essere trattati dallo stato come se fossero degli estranei ? Come se fossero immigrati arrivati coi barconi se non peggio?.
Lo ius culturae non e’ una baggianata e può essere un buon compromesso per risolvere questo problema , inoltre ritengo che piuttosto che concederla in questo caso lo stato dovrebbe riconoscere la cittadinanza a questi ragazzi .
Ci sono tanti problemi e’ vero ma uno di questi e creare una società più inclusiva.