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MotoGP, GP Thailandia 2019: analisi della gara. Marquez e Quartararo superiori, Andrea Dovizioso e Valentino Rossi impotenti

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L’allievo non riesce a superare il maestro. Potrebbe essere questo un breve titolo riassuntivo per quanto accaduto oggi nel GP della Thailandia 2019 di MotoGP, un duello bellissimo e tutto psicologico tra il campionissimo di quest’era del motociclismo e il nuovo che avanza. Marc Marquez alla fine trionfa davanti a Fabio Quartararo e mette in cassaforte anche per la matematica l’ottavo titolo iridato della sua carriera, il settimo delle ultime otto stagioni in una striscia incredibile interrotta solamente nell’iconico 2015 quando ha ceduto le redini al connazionale Jorge Lorenzo.

Una prova di forza del pacchetto Honda-Marquez che lascia solo le briciole a tutti gli altri, per tutta la stagione la costanza del pilota spagnolo ha impedito qualsiasi progetto di rimonta in quanto – Austin escluso con la caduta – è sempre riuscito a chiudere in seconda posizione nelle cinque occasioni in cui non ha vinto la corsa. Oggi Quartararo si è presentato al via consapevole di avere tra le mani una vera chance di trovare la fatidica prima vittoria in MotoGP e fin dai primissimi metri è riuscito ad impostare la gara esattamente come piace a lui: ritmo infernale in solitaria e gruppo che mano a mano si è sgranato sempre di più, compreso quel Maverick Viñales che non riesce a tenere il passo e si deve accontentare del terzo posto.

Due appuntamenti davvero simili questo della Thailandia e quello di Misano, seppur su tracciati apparentemente molto diversi. In realtà quest’anno è stato evidente molto più della passata stagione che qui a Buriram conti molto più la trazione in uscita dalle curve che l’effettiva velocità di punta e questo è stato il problema principale che ha limitato, per esempio, le Ducati. Il transalpino ci ha provato in tutti i modi oggi e molto più che a San Marino è riuscito a portare davvero al limite la Honda dello spagnolo che a un certo punto si è anche leggermente staccata, ma la miglior gestione delle gomme hanno permesso al campione del mondo di rientrare e giocarsi poi la vittoria all’ultimo giro. Ancora una volta a decidere la corsa è stato principalmente il deficit di motore della M1 rispetto alla Honda, che ha permesso a Marquez di passare agevolmente il rivale e allungare quanto bastava per rendere difficile una replica all’ultima curva. La 12 di Quartararo è stata commovente, ci ha provato davvero, fino in fondo, riuscendo anche magistralmente a tenere la moto in pista, ma l’incrocio gli è stato comunque fatale e a trionfare per la nona volta in stagione è stato l’iberico.

Dietro all’indiavolata coppia di testa troviamo un Viñales che continua offrire buone prestazioni ma consapevole che probabilmente questo non sia più abbastanza. Il ruolo di futuro pilota di punta della Yamaha sta rapidamente scivolando via dalle sue mani e la pressione comincia a salire in maniera importante anche per l’iberico, che nonostante le ottime performance si sta dimostrando meno pronto a insidiare lo strapotere di Marquez. Per Andrea Dovizioso una corsa decisamente anonima anche per via di una Desmosedici che non riesce più a dare garanzie. La sfida interna contro la Yamaha sta pendendo ogni round di più verso la casa di Iwata e i piloti sembrano non trovare risposta ai tanti piccoli problemi che impediscono alla scuderia italiana di generare una percorrenza di curva simile a quella dei rivali.

Valentino Rossi chiude infine per la seconda gara consecutiva ad anni luce dai compagni di marca, appesantito e ingabbiato da dei problemi al posteriore che sono ormai una realtà decisamente preoccupante. Il Dottore ha chiuso alle spalle anche di entrambe le Suzuki di Alex Rins (ottimo quinto) e di Joan Mir che può ritenersi soddisfatta di aver ritrovato un buon passo completamente sparito dopo la vittoria del ventitreenne catalano a Silverstone.

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Foto: LaPresse

michele.brugnara@oasport.it

Twitter: MickBrug

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