MotoGP
MotoGP, GP Thailandia 2019: l’Italia non ha un pilota all’altezza per lottare con Marquez nella classe regina. Morbidelli e Bagnaia ancora troppo acerbi, i senatori soffrono
Il Gran Premio della Thailandia ha chiuso definitivamente i conti per quanto riguarda il Mondiale 2019 di MotoGP, conquistato ancora una volta dallo spagnolo Marc Marquez che all’età di 26 anni è già riuscito ad arrivare a quota otto titoli iridati. Ancora una volta nessun rivale è riuscito, per motivi diversi, a contendere seriamente il campionato al pilota della Honda che ha messo sul piatto una costanza di rendimento eccellente e impossibile da eguagliare per chiunque.
Se nella prima parte della stagione l’unico vero avversario di Marquez è stato il nostro Andrea Dovizioso (e sporadicamente anche Danilo Petrucci, in particolare al Mugello) dall’inizio dell’estate le gerarchie alle spalle del Cabroncito sono cambiate in maniera evidente. Si è potuta notare con piacere un’evidente crescita prestazionale della M1 e allo stesso tempo il lavoro svolto a Borgo Panigale non ha portato gli stessi risultati, così il ruolo di primo piano del forlivese nel computo della battaglia anti-dominio di Marquez è rapidamente passato in mano a Maverick Viñales e Fabio Quartararo.
Il discorso italiano comincia a farsi piuttosto nebuloso, perché se è vero che nelle classi minori abbiamo un’enorme abbondanza di talenti futuribili di primissimo piano, ai piani alti le cose non stanno ancora funzionando a dovere. Valentino Rossi pare sempre più aver preso la definitiva fase calante della carriera e a 40 anni suonati non si può neanche troppo fargliene una colpa. I problemi di grip al posteriore stanno limitando il pesarese in maniera evidente nei recenti Gran Premi ma anche a gomma fresca il Dottore sta facendo sempre più fatica a tenere il ritmo dei suoi compagni di marca e l’impressione è che potrebbe aver esaurito le infinite frecce custodite nella faretra del suo arco. Danilo Petrucci è piombato improvvisamente in un oblio prestazionale certamente ancora peggiore e, proprio dal trionfale weekend del Mugello, per l’umbro non sono arrivate altro che delusioni a raffica che ne stanno affossando morale e prospettive future.
Infine possiamo analizzare brevemente anche la stagione dei due giovani in rampa di lancio, gli ultimi due campioni della moto2 Franco Morbidelli e Francesco Bagnaia. Il pilota della Yamaha si sta assolutamente ben comportando in sella ad una moto finalmente competitiva, sono arrivati quattro quinti posti di valore e in generale si può essere ottimisti per il suo futuro; il problema di Morbidelli si chiama ovviamente Fabio Quartararo, perché un compagno di team così tanto più rapido mette per forza a nudo in maniera prepotente i limiti del pilota romano, che altrimenti potrebbe permettersi di crescere in un’atmosfera più rilassata. Per Bagnaia invece parliamo di una stagione d’esordio abbastanza indecifrabile, presentatosi al via della stagione come il rookie favorito e invece demolito dal francese (e dalla sua M1). Il potenziale in mano al torinese è chiaramente elevato ma è necessario vederlo su un mezzo più competitivo per capirne il reale valore rispetto ai rivali.
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Foto: Valerio Origo
michele.brugnara@oasport.it
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