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MotoGP, Pagelle GP Malesia 2019: Vinales chirurgico, Marquez umano, Dovizioso coriaceo e Valentino Rossi redivivo

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Il penultimo atto del Mondiale 2019 di MotoGP, sulla pista di Sepang (Malesia), è andato in archivio. Una corsa appassionante che ha riservato tante emozioni e in cui i migliori centauri del Circus sono venuti fuori, mettendo in luce le proprie qualità. Di seguito le pagelle:

MotoGP, Pagelle GP Malesia 2019

MAVERICK VINALES (YAMAHA) 10 – Un capolavoro. Non c’è altro modo per definire la prestazione del “Top Gun” del Motomondiale. Lo spagnolo ha sciorinato una prova da “aereo da caccia” e i “Mig se la sono battuta“. Citazioni cinematografiche a parte, lo spagnolo della Yamaha aveva voglia di riscattarsi dopo lo sfortunato epilogo a Phillip Island. Anche in Australia la velocità c’era, ma uno strepitoso Marc Marquez era stato in grado di disinnescarla. In questo caso, però, non c’è stato nulla da fare. L’iberico, presa la testa nelle prime battute, non l’ha più mollata, mettendo in fila giri di pregevolissima fattura e conquistando il secondo successo stagionale dopo quello di Assen (Olanda). La sua terza posizione nella graduatoria generale non è ancora al sicuro, visto il distacco di 7 lunghezze del connazionale Alex Rins, ma si guarda a Valencia con fiducia.

MARC MARQUEZ (HONDA) 8 – Il capitombolo nel time-attack ha fatto spaventare tutti e il ginocchio duole assai. Partito dall’undicesima casella, però, Marc ci ha messo veramente poco a ritornare a tiro di top-3, cercando in tutte le maniere di prendersi anche questa tappa iridata. Stavolta, però, non è stato possibile. Il passo di Maverick era notevole e i “bisticci” con Miller hanno creato quel disavanzo di circa 1″5, che poi Vinales ha saputo gestire fino in fondo. Un secondo posto di qualità, per quanto accaduto nelle qualifiche, in una giornata felice per lui, visto il titolo mondiale nella classe Moto2 del fratellino Alex.

ANDREA DOVIZIOSO (DUCATI) 7.5 – Le qualifiche lo avevano affossato (decimo) e la gara lo ha visto risorgere. Nel weekend a due facce, il “Dovi” può sorridere perché il terzo posto è tanta roba. Sepang, sfogliando l’album dei ricordi, è stata pista amica, ma in condizioni da bagnato, mentre sull’asciutto la Rossa ha sempre fatto fatica. Ecco che il riscontro odierno è significativo, ottenuto con grande determinazione, rintuzzando gli assalti di un “mai domo” Valentino Rossi.

VALENTINO ROSSI (YAMAHA) 7 – Lo sognava il podio Valentino. Una top-3 che manca ormai da Austin (Stati Uniti) e che non c’è neanche stavolta. Tuttavia, la qualità messa in pista è stata molta perché, almeno in questa occasione, il “46” era lì in lizza per il terzo posto e non nelle retrovie, guidando sulle uova. La gomma posteriore lo ha sorretto maggiormente e, forse, a fare la differenza nel confronto diretto con Dovizioso sono stati i cavalli in più del motore Ducati. Il nove volte iridato ci ha provato in tutte le maniere a prendersi la posizione, ma la maggiore accelerazione della GP19, guidata magistralmente dal forlivese, non gli ha consentito di interrompere il digiuno da podio.

ALEX RINS (SUZUKI) 6.5 – Più che sufficiente la gare del pilota della Suzuki, venuto fuori alla distanza, bloccato anch’egli nelle prime fasi dai duelli in pista. La sua risalita nei confronti di Dovizioso e di Rossi è stata inesorabile ma non sufficiente per portarsi a casa il terzo gradino del podio.

FRANCO MORBIDELLI (YAMAHA PETRONAS) 6 – Sufficienza anche per il “Morbido” (sesto all’arrivo). Anche se la partenza non è stata delle migliori, ha cercato di resistere al meglio agli assalti altrui, togliendosi la soddisfazione di mettersi dietro il suo ben più lodato compagno di squadra. Una prova di carattere per il centauro italiano, anche se probabilmente le aspettative erano più ambiziose.

FABIO QUARTARARO (YAMAHA PETRONAS) 5.5 – Deludente la corsa malese del francesino. Le cinque pole in stagione non sono state accompagnate dalle vittorie e lo “zero” alla voce successi stride un po’. Lo è a maggior ragione a Sepang, perché essere giunto settimo, dietro a Morbidelli, non era l’obiettivo prefissato. Il transalpino, forse, ha ancora bisogno di tempo per capire come sfruttare al meglio la Yamaha in gara e prima di essere considerato “l’anti-Marquez” deve ancora farne di strada. Questo, almeno, è stato il responso di questa domenica asiatica.

JOAN MIR (SUZUKI) 5 – Il long lap penalty e “gli incontri del terzo tipo” con Miller non portano ad una valutazione positiva del pilota della Suzuki. Il decimo posto finale risente, quindi, di una condotta negativa, perché le potenzialità del pacchetto potevano proiettarlo più avanti.

JORGE LORENZO (HONDA) 4 – 14° posto a 34″215 dalla vetta. Valutare le prestazioni del maiorchino sembra quasi come sparare sulla Croce Rossa. La stagione da incubo del cinque volte iridato si arricchisce anche di questa corsa incolore, lontano dalle luci della ribalta e dai target di inizio anno.

 

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giandomenico.tiseo@oasport.it

Twitter: @Giandomatrix

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Foto: LaPresse

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