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ATP Finals 2019: i qualificati ai raggi X. Il borsino e lo stato di forma: per Zverev difesa complicata, Djokovic e Federer i favoriti
Stanno per accendersi i riflettori sulle ATP Finals 2019, ancora una volta (e per la penultima) a Londra, il centro nevralgico del tennis mondiale. Per la prima volta gli otto partecipanti sono tutti europei, a testimonianza di come il Vecchio Continente abbia ormai una chiara centralità tennistica. Andiamo a scoprire le proiezioni relative ai protagonisti della rassegna londinese.
RAFAEL NADAL
La vera domanda che in molti si pongono è: ci sarà? Lui ha fatto capire che ci spera, ma lo strappo che si è procurato in allenamento, prima della semifinale di Parigi-Bercy mai giocata con il canadese Denis Shapovalov, mette dei legittimi dubbi sulla presenza del mancino di Manacor. In ogni caso, anche se dovesse essere presente, appare difficile pronosticarlo vincitore. Del resto, l’uomo che quest’anno ha vinto Roland Garros e US Open, i 1000 di Roma e Montreal già in condizioni normali alle Finals non ha mai vinto, raggiungendo due sole finali, ma con i dubbi sul suo stato di forma sarebbe anche complesso capire cosa potrebbe fare.
NOVAK DJOKOVIC
Due Slam (Australian Open e Wimbledon), due Masters 1000 (Madrid e Parigi-Bercy) e un ATP 500 (Tokyo) si sono aggiunti quest’anno al palmares del serbo, che a Londra darà battaglia per il numero 1 del ranking passato nelle mani di Nadal quest’oggi. Questo torneo l’ha vinto cinque volte (anche se ha giocato quattro delle relative finali, visto che nel 2014 Federer diede forfait), ed è il principale favorito anche per come ci arriva, da vincitore senza discussioni a Bercy. La finale persa lo scorso anno con Zverev dovrebbe essere un ricordo più che lontano per il serbo, che può andare a eguagliare Federer a quota sei trionfi.
ROGER FEDERER
Di Slam non ne ha vinto nessuno quest’anno, ma lo svizzero è andato vicinissimo al nono Wimbledon, con i due match point che, a lui e non solo, sono rimasti nella mente per chissà quanto tempo. Vittorioso nel Masters 1000 di Miami, ha posto la propria firma anche su tre ATP 500 a Dubai, Halle e Basilea. Proprio nella sua città ha mostrato un buono stato di forma, seppur contro avversari che non ritroverà a Londra. Le condizioni di gioco delle Finals sono, assieme all’amata erba, le sue preferite, ed è per questo che non gli si può dare un ruolo diverso da quello di secondo favorito.
DANIIL MEDVEDEV
Il russo è letteralmente esploso quest’anno: nove finali, di cui quattro vinte, il primo approdo all’ultimo atto di uno Slam con rimonta quasi completata contro Nadal a New York e anche i primi due Masters 1000 in carriera dicono tutto sulla sua solidità. Numero 4 del mondo con pieno merito, può anche essere considerato allo stesso livello di Federer nel ruolo di secondo favorito del torneo dietro Djokovic. Resta un dubbio: quale sua versione vedremo a Londra? Le risposte di Bercy, con la sconfitta immediata contro il francese Jeremy Chardy, potrebbero anticipare esiti inattesi.
DOMINIC THIEM
Con o senza Nadal, l’austriaco per il quarto anno di fila rischia seriamente di uscire nei gironi, stante l’estrema discontinuità nelle prestazioni lontano dalla terra rossa. E’ vero, quest’anno è riuscito a vincere per la prima volta un Masters 1000 sul veloce a Indian Wells, raggiungendo anche i quarti a Montreal e Shanghai e trionfando nei 500 di Pechino e Vienna, ma negli Slam che non si chiamano Roland Garros ha vinto una sola partita. Nella sostanza, per lui molto, se non tutto, dipende dal sorteggio.
STEFANOS TSITSIPAS
Il greco può dire di aver messo stabilmente i piedi nel tennis che conta, in particolare grazie a diversi ottimi risultati nella parte iniziale dell’anno tra cui la semifinale agli Australian Open e le finali a Dubai e Madrid, perse contro Federer e Djokovic. Dopo un’estate particolarmente appannata, nel finale di stagione ha ripreso vita, con la finale al 500 di Pechino, la semifinale nel 1000 di Shanghai e i quarti nel recente appuntamento di Parigi-Bercy. Dal momento che i big non ha paura di affrontarli (e li ha battuti tutti), potrebbe uscire nei gironi come arrivare almeno in semifinale. Mina vagante.
ALEXANDER ZVEREV
Doveva essere l’anno dell’esplosione, o quantomeno della conferma, e invece il tedesco per larghi tratti dell’anno ha faticato a esprimersi ai suoi migliori livelli. Attestato il suo cronico problema Slam, dove ancora non è mai andato oltre i quarti, è arrivato in finale soltanto in un Masters 1000, quello di Shanghai, e ha vinto un solo torneo, l’ATP 250 di Ginevra appena prima del Roland Garros. Per tutte queste ragioni, sarà complicatissimo non solo difendere il titolo, ma anche farlo degnamente. In breve, per lui la settimana londinese rischia di trasformarsi in un incubo.
MATTEO BERRETTINI
Che l’esplosione sarebbe arrivata se l’aspettavano un po’ tutti, ma vederlo alle Finals 2019, oltre a essere una gioia per il tennis italiano, rende l’idea della dimensione che il romano ha saputo conquistarsi a 23 anni, con l’aiuto di un team molto serio. Semifinalista agli US Open e a Shanghai, Berrettini sta imparando a stare con i grandi del tennis. Se sta bene, un piccolo pensiero alla semifinale può anche tentare di formularlo, ma anche con una semplice vittoria nel girone il suo 2019 non ne uscirebbe in alcun modo ridimensionato. Al pari di Medvedev, lo rivedremo ancora più di una volta tra i migliori otto.
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federico.rossini@oasport.it
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Foto: LaPresse