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Formula 1
F1, GP Brasile 2019: Ferrari, non sei ancora da Mondiale. Rendimento alterno, tanti errori e poca solidità: Mercedes distante anche in chiave 2020
Siamo prossimi al penultimo atto del Mondiale 2019 di F1. Sul circuito di Interlagos (Brasile) ci si giocherà onore e rispetto perché i giochi sono già chiusi. Lewis Hamilton e Mercedes hanno sbancato anche quest’anno ed era solo questione di tempo. Di fatto, il campionato era marchiato dal “Re Nero” dopo la splendida gara disputata a Budapest (Ungheria). I numeri non mentono e se 14 dei 19 appuntamenti portano la firma delle Frecce d’Argento qualcosa vorrà pure dire.
La Ferrari dunque ha fallito ancora una volta il suo obiettivo e le cause sono diverse. In primis, la monoposto ha trovato una quadra con colpevole ritardo. La seconda parte di stagione è stata di un tenore completamente diverso rispetto alla prima e la “resurrezione”, quando ormai il latte era stato versato, aumenta il rammarico. La SF90, afflitta dall’assenza di carico aerodinamico, ha iniziato a manifestare segnali di vitalità e le sei pole position e le tre vittorie dall’appuntamento di Spa (Belgio) in avanti lo certificano.
Tuttavia, pur in una evidente crescita, i lati oscuri non mancano. Dal punto di vista tecnico, la Rossa fa ancora tanta fatica sul passo gara. La “gentilezza sugli pneumatici” non è una caratteristica della monoposto del Cavallino Rampante e sovente il monegasco Charles Leclerc e il tedesco Sebastian Vettel si sono trovati a guidare sulle uova. Pertanto, le pole o le prime file monopolizzate sono state vanificate principalmente da un rendimento sulla durata non all’altezza della situazione.
E poi l’affidabilità. Il problema idraulico ad Austin (Stati Uniti) sulla monoposto di Charles, si aggiunge a quello avuto da Sebastian in Russia, se si guarda alle ultime gare andate in scena. E’ chiaro che il Cavallino abbia forzato nel tentativo di recuperare nei confronti della Mercedes, ma la mancanza di consistenza è un grosso handicap che non ci si può permettere al cospetto di rivali che non sbagliano mai.
Vanno considerati inoltre gli errori dei piloti (ad esempio in Giappone) e le scelte strategiche: viene in mente la lettura discutibile in Messico e anche, se vogliamo, il voler evitare la penalità in Texas a Leclerc, ma subirla nel weekend brasiliano, per l’impossibilità di recuperare l’unità numero 3. Non sarebbe stato meglio scontare il tutto negli States?
Situazioni che fanno dubitare della candidatura mondiale in ottica 2020 della Ferrari perché la perfezione richiesta per battere la Stella a tre punte è lontana dall’essere raggiunta. Servirebbe un’inversione di tendenza, dettata anche da una maggior consapevolezza. L’obiettivo ad Interlagos sarà quello di chiudere l’annata nel migliore dei modi, su un lay-out probabilmente favorevole. Tuttavia, il sapore del “premio di consolazione” è lampante ed è difficile intravedere una linea di discontinuità per l’anno prossimo, considerando che i regolamenti saranno a grandi linee gli stessi.
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giandomenico.tiseo@oasport.it
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Foto: LaPresse