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Sci alpino, Giuliano Razzoli sogna una difficile seconda giovinezza. Il campione olimpico non molla all’alba dei 35 anni

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Quando mi ritirerò lo deciderò io e non gli altri!” Così, levandosi parecchi grumi di neve dagli scarponi, parlò Giuliano Razzoli dopo il quinto posto lo scorso 22 dicembre nel classicissimo slalom sul Canalone Miramonti di Madonna di Campiglio, conquistato dopo tre anni difficilissimi.

Dopo il grave infortunio al ginocchio subito alla prima porta dello slalom di Kitzbuehel del 2016, una settimana dopo il secondo posto di Wengen, forse solo lui pensava di tornare ad alto livello, mentre tutti gli altri lo davano per finito. Invece proprio davanti ai tifosi italiani l’emiliano di Villa Minozzo, che compirà 35 anni il prossimo 18 dicembre, azzeccò la prestazione della rinascita dopo dieci gare senza punti comprese quelle dell’intero inverno 2017-2018, confermata poi dal sesto posto nello slalom delle finali di Coppa del Mondo di Soldeu.

Sono passati quasi dieci anni dal trionfo olimpico di Razzoli a Whistler Mountain nei Giochi di Vancouver 2010: parlando di agonismo, una vita intera, così come una vita intera è passata dal suo secondo e ultimo successo in Coppa del Mondo alle finali di Lenzerheide nel 2011, e dall’ultimo dei suoi dieci podi, quello di Wengen pre-infortunio. Eppure il Razzo non molla, convinto di poter avere una seconda giovinezza agonistica e già a Levi domenica prossima, su una pista dove è stato al massimo dodicesimo cinque stagioni fa, si potrebbe capire se l’avrà.

Non sappiamo se ci riuscirà (nello sci, come nella vita, non si sa mai quello che può succedere), sappiamo solo che, dopo un altro periodo povero di risultati che culminò con la convocazione piena di polemiche ai Giochi di Sochi 2014 (diversamente dai Mondiali, alle Olimpiadi il campione in carica nello sci alpino non gareggia di diritto), nel 2015 risorse con due secondi posti a Kranjska Gora e a Meribel, quindi non ci meraviglieremmo affatto se ci riuscisse anche stavolta, malgrado gli acciacchi e la continuità di rendimento che molto probabilmente non potrà essere la stessa degli anni migliori.

 

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massimiliano.valle@oasport.it

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Foto: Fisi / Pentaphoto

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